martedì 31 luglio 2012

La torre di Babele o L'Umanità Onnipotente


Le Scritture possono essere interpretate, smontate, godute, digerite e rifiutate in mille modi.
Ho di recente letto un'interessante analisi, atea e "razionale" del passo della Bibbia nel quale è narrata la costruzione della torre di Babele. Partendo dal presupposto che Dio non esiste ma che si tratta di un'invenzione umana per giungere ad uno stadio più maturo - postulato che di per sè potrei anche condividere, per certi versi - questo episodio può venire letto così:
l'idea secondo cui l'umanità parlava una sola lingua in tempi antichi è una palese menzogna che ha come unico scopo quella di fare comprendere agli esseri umani- attraverso una favoletta- che la divisione in diverse lingue è una punizione divina per l'orgoglio umano e che quando tutti parleremo la stessa lingua (l'inglese, per esempio), avremo un'unica visione del mondo, un'unica politica, etc, e potremo "fare tutto ciò che abbiamo in progetto di fare", in una parola saremo onnipotenti.
A questa lettura razionale, atea, logica e inconfutabile, vorrei aggiungere, non per spirito di contraddizione, ma per amore di completezza e complessità, una lettura emotiva e irrazionale perchè basata su un sentire intuitivo e personale, affondato nella mia esperienza di donna e di madre, che non si affida alle logiche del vero/falso, giusto/sbagliato e su dinamiche di potere e di contrapposizione, ma che accoglie le contraddizioni immaginando istintivamente che l'unico potere che muove il mondo sia quello dell'amore. Insomma una lettura femminile del tutto confutabile, anzi sciocca e infantile, che io stessa domani potrei non condividere.


(le parole non in corsivo sono tratte da Genesi 11, 1-9)

Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole, [L’Umanità neonata esprimeva con vagiti e gorgogli universali i propri stati d’animo, come ogni neonato a qualsiasi latitudine]. Emigrando dall'oriente [allontanandosi dall’Oriente- dal luogo della nascita, dal grembo materno] gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono.[l’Umanità bambina iniziò a gattonare, a raggiungere con le proprie forze luoghi e oggetti desiderati]. Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. [l’Umanità ricostruì interamente il proprio corpo, allungando gli arti e rigenerando tutti gli organi fino a cambiare i denti, così come il bambino trasforma il corpo uscito dal ventre utilizzando l’argilla avuta in dotazione e scaldandola al proprio fuoco individuale]. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre [L’Umanità neonata giocava a costruire case sotto al tavola della cucina e torri di scatole per raggiungere la marmellata], la cui cima tocchi il cielo.[ Quando l’Umanità, muovendo i primi passi lontano dalla madre, inizia a riconoscersi come essere separato da lei, sperimenta l’euforia e la paura della libertà e della solitudine. Così nasce la religione, il desiderio di ri-legarsi al divino dal quale si sta allontanando] e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". [L’umanità bambina sente che crescendo si allontanerà da casa, sa che dovrà affrontare prove e dolori, sa che si frantumerà ed a tratti è spaventata da ciò che l'aspetta, vorrebbe poter ritornare nel grembo materno, nel paradiso terrestre, senza passare attraverso a tanta fatica]. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo [e provò una grande tenerezza e orgoglio vedendo i giochi tanti seri della piccola Umanità]. Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile.[la mia piccola Umanità ormai è grande, non è più tempo che io l’allatti, ora gioca, ma domani andrà per il mondo, lontano da me, crescerà e potrà fare tutto ciò che vuole perché io non posso fare altro che offrirle saggi consigli e l’esempio dell’amore incondizionato. Passerà attraverso il dolore, la separazione, l’orgoglio, l’insicurezza, l’entusiasmo e la delusione, finchè sarà pronta per congiungersi in un nuovo amore, più grande di quello che può provare per me ora, un nuovo amore più maturo che comprenda tutto l’universo in ogni sua forma] Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. [così l’Umanità si frammentò in diversi popoli, ed ogni popolo cercò la propria strada per relazionarsi con il divino, ed ogni individuo trovò la propria strada, perché il Dio di Abramo, di Giacobbe e di Isacco non era lo stesso. Ogni popolo tramandò storie che aiutavano l’intelletto e l’anima ad avvicinarsi al divino, inventarono storie e regole che li aiutarono a vivere tra loro. Ma quando incontravano un altro popolo dicevano “La mia mamma è più bella della tua e il mio papà è più forte. Voi non sapete parlare, il dio in cui voi credete non esiste, voi siete sbagliati e cattivi”. Ogni popolo si concentrò su alcuni aspetti dell’esistenza, qualcuno coltivò il rapporto con la natura e le sue creature, qualcuno si dedicò alla ricerca spirituale, qualcuno si mise a servizio della razionalità e studiò con distacco il creato sezionandolo e misurandolo, giungendo ad avere un grande potere sulla natura e sui popoli circostanti. Costoro imposero con la forza e la persuasione una lingua unica e inventarono strumenti per poter comunicare con tutta l’umanità.

Un pezzo di umanità oggi è pronta per ottenere il potere su tutta la terra ed è disposta a muovere guerra a chiunque ostacoli questo progetto. Al tempo stesso però, utilizzando anche i nuovi strumenti per comunicare e la lingua dei potenti, molti esseri umani stanno intensificando il prezioso lavoro, portato avanti nei millenni da pochi individui, di confrontare lingue e culture, scoprendo che ogni popolo ha trovato la propria strada per avvicinarsi al divino, che molti considerano qualcosa di Altro, un Tu a cui rivolgersi, un padre, una madre, un creatore da temere e blandire, buono o severo, distante o vicino. Molti invece non credono più in queste storie infantili e affermano con sicurezza che non esiste niente oltre a ciò che gli occhi possono vedere e la mente può capire. Altri ancora ritengono che l'universo sia una meravigliosa tela senza tessitore e altri ancora che il divino sia da cercare dentro di sè, dentro ad ogni creatura, che esso coincida con il Creato.
Come in un grande domino, coloro i quali percepiscono e intuiscono l'universo in modo simile hanno l'opportunità di avvicinarsi, scavalcando le frontiere di lingua, cultura e religione, chi ha  gli stessi ideali di giustizia si trova attraverso tutta la terra per lottare insieme.
La saggezza di ogni popolo, di ogni individuo, può essere messa a frutto, l’Umanità può  riprendere a funzionare come una sola grande anima, composta di arti, di sentimenti e di pensieri.
È giunto il momento dell’Unione Universale, l’Umanità adulta è pronta per sposarsi con l’Universo e diventare una sola carne, un solo spirito con il Divino, per ritornare all'Unico Amore che ha inventato il due e si è frammentato, facendosi da parte e lasciando liberi i propri figli di sbagliare e imparare ad amare

Se ti interessa, leggi anche Le religioni e l'Umanità Bambina

Nessun commento: