venerdì 3 dicembre 2010

La crisi del settimo anno

Questa fiaba l'ho inventata per Jonas (nella versione per bambini naturalmente si racconta solo il primo finale)
L'ho raccontata ad Ale che mi ha chiesto "ma perchè, noi stiamo insieme già da sette anni?" "se si contano tutti gli anni complessivi forse siamo già a nove, ma siccome in mezzo c'è stata una pausa di cinque anni, io direi che il conteggio si azzera e quindi siamo a malapena a quattro. Certo, la crisi del settimo anno è ancora abbastanza lontana ma tu sai che io amo fasciarmi la testa prima di essermela rotta!"
Prima di raccontarla ho specificato che è la storia di un uomo e della sua sposa ma potrebbe anche avere i ruoli invertiti.
Poi alle 5 del mattino - che per buffi motivi mi trovavo sveglia fra tre russatori folli - mi sono messa inventarmi la versione invertita: "Lo sposo cavallo". Quella è solo per adulti.

La sposa cigno
Una volta un giovane re che stava andando a caccia vide 7 cigni che si posavano vicino a un laghetto.
Si nascose per prendere la mira ma i cigni si tolsero le piume ed apparvero 7 magnifiche fanciulle che si misero a nuotare e scherzare. In silenzio lui rubò uno dei vestiti di piume e si nascose di nuovo.
Le ragazze uscirono dall'acqua, ripresero l'aspetto di cigni e volarono via. Tutte, tranne una.
"Sono stato io a rubarti il vestito perchè voglio che tu rimanga con me e diventi la mia regina"
"Va bene- rispose lei- ma a un patto: ogni giorno mi devi amare un po' di più del giorno prima. Se tra sette anni il tuo amore sarà minore di quello che provi adesso per me io me ne andrò".
Il giovane accettò, certo che l'avrebbe amata ogni giorno di più.
E così fu: ogni giorno scopriva le qualità di sua moglie, il modo in cui cantava, danzava, rideva ed ogni giorno l'amava di più. Fecero dei bambini e il loro amore continuava a crescere.
Ma col passare del tempo le doti della donna-cigno non lo meravigliavano più così tanto e il suo amore smise di crescere e cominciò lentamente a diminuire.
La mattina del settimo anno si svegliò e non la trovò più.
Il vestito di piume era sparito.
Disperato si mise a vagare chiedendo a tutti dove dimorassero le donne cigno, finchè una vecchina gli rivelò che erano figlie del Re dei Neri Paesi di Dietro.
Così andò dal Re dei Neri Paesi di Dietro e gli chiese di riavere sua moglie.
"Potrai riprenderla se supererai queste prove: bendato e legato a un albero dovrai ascoltare le mie sette figlie cantare e tra loro dovrai riconoscere tua moglie".


Il giovane re ascoltò quelle voci meravigliose, tutte cantavano in modo divino. Tutte, tranne una.
"Lei ha stonato più volte perchè è da tanto che non si esercita, è lei mia moglie".
"Come seconda prova ti slegherò dall'albero ma ti lascerò mani e occhi bendati: dovrai riconoscere la tua donna con l'olfatto."
Il giovane re annusò quei corpi profumati, tutti emanvano fragranze inebrianti. Tutti, tranne uno
"Lei ha odore di sudore umano perchè ha vissuto tra gli esseri umani, è lei mia moglie"
"Adesso ti slegherò le mani e dovrai riconoscere tua moglie col tatto"
Il giovane re accarezzò quelle mani morbide, tutte erano soffici e liscie come piume. Tutte, tranne due.
"Lei ha le mani screpolate e callose per i lavori domestici, è lei mia moglie"
"Come quarta prova dovrai riconoscere tua moglie col gusto"
Il giovane re baciò quelle labbra dolci, tutte profumavano di fiori freschi. Tutte, tranne una.
"Lei ha il sapore di chi ha mangiato pane e pasta, è lei mia moglie"
"Infine ti toglierò la benda e dovrai riconoscere tua moglie con la vista"
Il giovane re guardò quelle fanciulle stupende, tutte avevano corpi perfetti e visi luminosi. Tutte, tranne una.
"Lei ha il corpo segnato dai figli e il volto sciupato, è lei mia moglie."
"Molto bene, se vuoi potrai portarti via la tua donna.
Oppure potrai scegliere una qualunque delle mie figlie:
la prima, che canta come una sorgente di acqua pura,
la seconda, che profuma di arancia e cannella,
la terza, con la pelle liscia come l'interno delle conchiglie,
la quarta, con le labbra che sanno di fragole e miele,
la quinta, con il corpo e il viso modellato di cera d'api,
la sesta, che sorride sempre"
Il giovane re osservò quelle bellezze e tutte, mentre venivano nominate, gli rivolsero un sorriso radioso. Tutte, tranne una.
PRIMO FINALE
Il giovane fermò gli occhi sulla sua sposa e disse: "Accettando di vivere con me hai perso un po' delle tue doti, ma non potrò mai amare nessuna come amo e amerò te".
Lei si illuminò del più splendente dei sorrisi e gli gettò le braccia al collo.
SECONDO FINALE
Il giovane re ci pensò su poi chiese: "E non ce ne sarebbe una che sa fare i mestieri di casa, cucinare, servirmi riverirmi e darmi sempre ragione?"
"No"
"Allora niente. Grazie"

Lo sposo cavallo
Una volta una giovane principessa stava andando in giro da sola nel bosco infischiandosene delle raccomandazioni di sua madre, quando vide sette magnifici cavalli vicino a un laghetto.
I cavalli si tolsero la loro pelle equina e si tuffarono a bomba ridendo e dicendo allegre volgarità.
In silenzio lei rubò uno dei vestiti di pelle e si nascose di nuovo.
I ragazzi uscirono dall'acqua, ripresero l'aspetto di cavalli e galopparono via. Tutti, tranne uno.
"Sono stata io a rubarti il vestito perchè voglio che tu rimanga con me e diventi il mio sposo"
"Va bene- rispose lui- ma a un patto: dovrai servirmi e riverirmi, fare i lavori domestici, cucinare, occuparti dei figli e darmi sempre ragione. Se tra sette anni non sarò soddisfatto, me ne andrò".
La giovane accettò, a patto che lui ogni notte riprendesse l'aspetto del cavallo. In quel modo era sicura che non le sarebbe stato difficile accontentare tutti i suoi desideri durante il giorno.
E così fu: ogni giorno cucinava, puliva la casa, lo serviva, lo riveriva, si occupava dei figli e gli dava ragione.
Ma col passare del tempo tutte queste cose cominciarono a pesarle e le costava molta fatica dargli sempre ragione quando le diceva troppo grosse, sopratutto se lui la sera si dimenticava di riprendere l'aspetto del cavallo e russava riverso sul divano.
La mattina del settimo anno si svegliò e non lo trovò più.
La pelle equina era sparita.
Disperata si vestì da guerra con la minigonna e una profonda scollatura e si mise a vagare chiedendo a tutti dove dimorassero gli uomini cavallo. Per la strada ricevette molte profferte d'amore ma le rifiutò tutte. Finalmente venne a sapere che doveva rivolgersi alla Regina dei Luminosi Paesi di Davanti.
Così andò dalla Regina dei Luminosi Paesi di Davanti e le chiese di riavere suo marito.
"Potrai riprendertelo se supererai queste prove: per una settimana dovrai pulire, cucinare, accudire, servire, riverire e dare ragione a tutti i miei sette figli al posto mio, mentre io mi piglio una meritata vacanza dopo 30 anni"
La principessa per una settimana pulì cucinò accudì servì riverì e diede sempre ragione ai sette uomini cavallo.
Il settimo giorno la Regina le disse: "Molto bene, se vuoi potrai portarti via il tuo uomo"
Ma lui ribattè "Grazie tante, per una settimana sono capaci tutte!"
La Regina allora abbracciò la principessa e le disse "Povera cara, mio figlio è proprio un cafone! Se vuoi ti do un altro dei miei figli. Però ti consiglio di tenerlo sempre con l'aspetto di cavallo, è più comodo."
"Sei molto gentile, ma preferisco di no, spero che troverai qualche altra allocca che te li porti via"
e se ne tornò a casa.
Per la strada accettò tutte le profferte d'amore precendentemente rifiutate finchè non fu stufa.
FINALE ROMANTICO AGGIUNTIVO
Allora incontrò unantico fidanzato di quando era piccola e gli disse: "Io non sono granchè come massaia e non sono sicura di riuscire a darti ragione proprio sempre, però ti prometto che ti rispetterò e che ti amerò ogni giorno di più se tu ti occuperai insieme a me della casa e dei figli. Se addirittura cucinerai io in cambio passerò lo straccio anche dietro ai mobili una volta al mese e ti scriverò bigliettini d'amore che ti dimenticherai sempre leggere. Cercherò di tirare l'acqua e di spegnere le luci quando esco dalle stanze e metterò il mio corpo a disposizione dei tuoi figli per un numero di anni che spero non sia eccessivo. Se continuerai a desiderarmi come e più di quando avevamo 15 anni, io continuerò a desiderarti, anche quando sarai grasso e pelato e continuerò a dirti che ti amo anche se tu mi risponderai sempre solo: "va bene"
Lui rispose "Va bene, ma non ti sposerò, così se a cinquantanni sarai diventata flaccida e acida io potrò andare a vivere con una moldava ventenne che mi servirà e riverirà e mi darà sempre ragione. Adesso però buonanotte."

3 commenti:

mamma teresa ha detto...

charo sei un genio! è da un po' che non capitavo di qui: che belle storie! preferisco quella per adulti.. ma sono indecisa sul finale....avevi in mente qualcuno di preciso scrivendo quelle parole? baci e ribaci da qui

Enrico ha detto...

Allora incontrò unantico fidanzato

Unknown ha detto...

Quando piove e pensi che non sia bello fare la fatica di lavorare al freddo e all'umido ma molto meglio girovagare su qualche sito che ti faccia stare al calduccio della casa magari davanti al camino e per caso ti imbatti in storie del genere... beh... allora non ti puoi più sentire in colpa di qualunque tua neghittosità... anzi direi che storie del genere inducono alla felicità illecità del vivere clandestino