domenica 12 febbraio 2012

Colori a due dimensioni




La maggior parte dei miei disegni di solito li regalo, ma questo che avevo fatto per la Elena (quando viveva in una casetta in cui non si poteva permettere l'ingombro di una porta di legno) è stato provvidamente fotocopiato dalla mia mamma.

Alle medie, a scuola, amavo dipingere ad olio mari in tempeste, nebbie e luoghi solitari in sintonia col mio stato d'animo.

La città di Troia che brucia mi ha sempre fatto pensare alla fine dell'infanzia, rasa al suolo e a cui non si può più tornare (adesso grazie la cielo ho capito che non è così: scavando con un po' di pazienza si ritrova tutto)


 Qualche parte di me un po' più leggera comunque esisteva anche alle medie, come attesta questo scoiattolo.
La prof avrebbe voluto rifinire con un bel contorno nero. Ma dopo che lei mi aveva rifinito con un bel contorno nero una serie di disegni con matite acquarellate raffiguranti pesci rossi evanescenti nell'acqua e donnine dell'ottocento che arrossiscono dietro ai ventagli, ho cominciato a dirle che il contorno lo finivo a casa.


Sempre alle medie, come compito a scuola, avevo fatto questo bambino a puntini:
(la macchietta grigia sul braccio è dovuto a una goccia d'acqua che mia mamma gli ha sgocciolato sopra dopo aver spelato le carote.)



Negli ultimi anni delle medie però, con grande imbarazzo di mia madre, avevo smesso di raffigurare cuccioli e paesaggi romantici ed ero passata a soggetti più stimolanti: nerboruti uomini pelosi.
Per rispetto verso mia madre e in virtù della mia responsabilità di madre li ometto.


Questo Odisseo un po' sconvolto dall'ennesimo naufragio risale al ginnasio


Quando per un'attimo ho pensato che forse avrei voluto fare l'illustratrice, ho fatto una settimana di corso di illustrazione per l'infanzia a Sarmede. Dovevamo raffigurare Pinocchio.
Poco ispirata, alla fine ho scelto la scena con Mangiafuoco.
L'unico problema è che ho diretto tutte la mia attenzione al burattinaio a petto nudo, tanto che alla fine non sapevo più dove ficcare Pinocchio supplicante, visto che se lo avessi inginocchiato nell'unico spazio lasciato libero - cioè tra le gambe del mio Mangiafuoco - non sarebbe più stato adatto come illustrazione per l'infanzia...


Sempre al corso di illustrazione per l'infanzia, mi hanno spiegato che bisogna disegnare personaggi con la testa più grande del normale, o con altri particolari sproporzionati (le mani, la bocca, la statura) per poi rifinirli con... un bel contorno nero!
Ho cercato un personaggio da fiaba e l'ho ambientato in climi abbastanza rigidi da obbligarmi a vestirlo di tutto punto.

Eppur anche questo zar russo, con la semplice aggiunta di una fanciulla sdilinquita e seminuda, forse non sfigurerebbe sulla copertina di un Harmony.



Poi però giustamente sono passata alla fase Grande Famiglia. Questo l'ho fatto in Guatemala nel 2005 e ad Ale non piace tanto..chissà perchè!

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