La maggior parte dei miei disegni di solito li regalo, ma questo che avevo fatto per la Elena (quando viveva in una casetta in cui non si poteva permettere l'ingombro di una porta di legno) è stato provvidamente fotocopiato dalla mia mamma.
Alle medie, a scuola, amavo dipingere ad olio mari in tempeste, nebbie e luoghi solitari in sintonia col mio stato d'animo.
La città di
Troia che brucia mi ha sempre fatto pensare alla fine dell'infanzia,
rasa al suolo e a cui non si può più tornare (adesso grazie la
cielo ho capito che non è così: scavando con un po' di pazienza si
ritrova tutto)
Qualche parte di me un po' più leggera comunque esisteva anche alle medie, come attesta questo scoiattolo.
Sempre alle medie, come compito a scuola,
avevo fatto questo bambino a puntini:
(la macchietta grigia sul braccio è dovuto a una goccia d'acqua
che mia mamma gli ha sgocciolato sopra dopo aver spelato le carote.) |
Negli ultimi anni delle medie però,
con grande imbarazzo di mia madre, avevo smesso di raffigurare
cuccioli e paesaggi romantici ed ero passata a soggetti più
stimolanti: nerboruti uomini pelosi.
Per rispetto verso mia madre e in virtù della mia responsabilità
di madre li ometto.Questo Odisseo un po' sconvolto dall'ennesimo naufragio risale al ginnasio |
Quando per un'attimo ho pensato che forse avrei voluto fare l'illustratrice, ho fatto una settimana di corso di illustrazione per l'infanzia a Sarmede. Dovevamo raffigurare Pinocchio.
Poco ispirata, alla fine ho scelto la scena con Mangiafuoco.
Sempre al corso di illustrazione per l'infanzia, mi hanno spiegato
che bisogna disegnare personaggi con la testa più grande del
normale, o con altri particolari sproporzionati (le mani, la bocca,
la statura) per poi rifinirli con... un bel contorno nero!
Ho cercato un personaggio da fiaba e l'ho ambientato in climi
abbastanza rigidi da obbligarmi a vestirlo di tutto punto.
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