A casa dei miei, durante l'ultimo anno del liceo, mio fratello aveva chiesto più volte il permesso di fare un “pezzo”sul muro e gli era stato negato.
Per questo quando è venuta a me la voglia di dipingere i muri ho scelto l'unica strada sicura: non ho chiesto il permesso. Ero disposta a prendermi la sgridata e anche a riverniciare la parete, ma sentivo che non era uno sfizio, era un'esigenza.
Quando i miei hanno visto il toro però non hanno osato dirmi niente e come al solito l'ho passata liscia senza che la mia immagine di brava figlia venisse intaccata.
Contavo sul suo istinto maschile a velocizzare le comunicazioni, per cui se la domanda non è chiara la risposta più conclusiva è sempre “sì”.
Al suo ritorno ha trovato un lupo a grandezza naturale sotto la finestra, ma fatto con la grafite nera cancellabilissimo perchè non era il caso che mi facessi mollare proprio al sesto mese. Non me l'ha fatto cancellare, ha perfino detto: “non è male”.
Nella casa seguente invece si è opposto fieramente a qualunque mia proposta di leggerissimi disegni a grafite, così ho disegnato un albero sull'orrendo mobile usato dell'ikea che avevamo scelto bianco apposta perchè potesse essere dipinto.
Questo albero però non gli è mai piaciuto e io non sono nemmeno riuscita a finirlo perchè due giorni dopo ho partorito Giulia.
Un buon compromesso alla fine è quello di appendere dei disegni al muro in modo visibilmente precario.
Questi li ho fatto con Jonas quando lui aveva 2 anni ed era nella periodo Nativi e si
faceva chiamare Cavallo di Vento. Fare il fuoco gli era piaciuto molto.
Altra alternativa: dipingere su un lenzuolo.
Altra alternativa: dipingere su un lenzuolo.
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