lunedì 14 maggio 2012

Mi abuelita y el temascal



Un fuoco grande in una buca
e da lì un sentiero di sassi che conduce all'imboccatura della capanna
intorno alberi e vento
tutti nudi con un telo addosso
neonati giganti un po' imbarazzati e infreddoliti
si entra a quattro zampe, dentro è basso e buio
entrando la abuela ci invita a dire “Grande Spirito”
 per ricordarci che noi siamo il grande spirito.
Lo si bofonchia a mezzavoce goffamente
accucciati per entrare camminando a quattro zampe
cuccioli arruginiti
tutti pigiati
al centro una buca scavata nella terra,
 l'utero.



Dal fuoco vengono estratte pietre rosse roventi
pietre fecondate dal fuoco
percorrono il sentiero di sassi
 che penetra dritto dentro alla porta
E' un pene - dice l'abuela -
siamo nel ventre della madre terra
 e un pene entra da questa porta
la porta si chiude
e tutto piomba nell'oscurità
solo corpi che respirano
l'abuela versa acqua sul prepuzio, sulle pietre roventi
l'acqua gorgoglia sfrigola
un grande vapore si sprigiona e ci viene addosso
siamo stretti
non ci si può muovere
col buio e il caldo sembra di soffocare
tamburi e sonagli
Grande Spirito io sono te
Grande Spirito tu sei me
cantando si sente meno il calore
si respira meglio
siamo qua per ricordarci chi siamo
Soy el poder dentro de mi
soy el amor del sol y la tierra
Soy Gran Espiritu y soy eterna
mi vita està llena de amor y alegrìa
siamo qui impregnati di dio come le pietre di fuoco
io vengo da lontano,
io vengo dal canto di un uccello innamorato
io vengo dal canto di mio nonno
 che canta innamorato
io vengo da lontano,
io vengo dal canto di un uccello innamorato
io vengo dal canto mia nonna
 che canta innamorata
e qui con noi ci sono i nostri antenati,
alcuni di loro hanno dovuto ammalarsi di malattie anche gravi per ricordarsi chi fossero
Noi invece siamo qui per ricordarci chi siamo
Noi non avremo bisogno di ammalarci
I nostri antenati sono felici che potremo restare in salute.
Noi donne siamo dio e gli uomini sono dio
e io me lo ricordo e io me lo ricordo
e ora lo vivrò e ora lo godrò
La porta si apre ancora, si aprirà cinque volte, e ogni volta entreranno nuove pietre roventi
e ogni volta canteremo
Bienvenida bienvenida bienvenida abuelita
perchè le pietre sono le nostre nonne.
Il caldo aumenta
siamo tutti completamente bagnati
la terra però è fresca
ci appoggio le braccia, la fronte

la mia nonna cilena, la mia abuelita,
 avrebbe potuto essere come questa abuela
se avesse avuto la possibilità di ricordarsi chi era?
Se non avesse avuto bisogno di ammalarsi
di rancore e rimpianto
di sensi di colpa e vergogna?
Sono venuta qui per lei
perchè per me il suo nome è sempre stato Abuelita
credevo fosse un nome proprio
e questa abuela Margarita così solare
allegra giovane e forte nel fiore dei suoi settantotto anni
mi ricorda lei
Alla fine della vita,
quando il tumore le aveva mangiato tutto l'intestino
 dove lei aveva trattenuto tutto
ogni offesa, ogni ferita, ogni violenza,
 si è chiesta
“perchè ho dovuto essere tanto superba?”
ha dovuto, questo le è chiaro,
è stata obbligata ad essere così
non era una scelta.
Ma chi l'ha obbligata e perchè?
Se si è chiesta questo forse allora non ha pensato che fosse peccato
entrare a quattro zampe in una vagina di terra
 forse è entrata lì con me e ha lasciato andare il suo canto
il suo canto di pajaro enamorado...

Soy alegrìa! Grida l'abuela
Sono amore! Sono forza! Sono luce! Rispondono altre voci
Sono accoglienza - dico io
vorrei accogliere i nodi che ci si passa da generazione
e trasformali in amore
spezzare la catena di dolori
e dare inizio a una nuova danza

uscendo carponi, di nuovo alla luce e all'aria fresca
si grida Dio!
E non è così facile dire dio
questa parola costa fatica in Italia, eh? ride l'abuela
ma bisogna recuperarla, riusarla

Esco sporca di terra ed erba
madida
stremata
mi butto sull'erba con gli ultimi raggi obliqui del sole in faccia
il telo appiccicato addosso
e aspetto che il cuore si calmi
premuto contro la pancia della grande mamma Terra




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La premessa è che un giorno cercando dei video per l'antologia, mi sono imbattuta in questa vecchina che aveva un non so chè di famigliare, non so se perchè mi ricorda la nonna e le zie cilene o le donne del Guatemala con le quali ho vissuto sei mesi intensi della mia vita.
L'ho vista e ho pensato: come vorrei che queste donne ascoltassero le sue parole...devo andare a trovarla, un giorno andrò in Messico a cercarla.



Altra cosa che pensavo in quei giorni di estrema confusione interiore e di straripamento interiore, con il lavoro dell'antologia che sta finendo e mi mette più onestamente di fronte a me stessa senza scuse di occupazioni obbligatorie, era che avrei proprio avuto bisogno di qualcosa che mi ripulisse, per ricominciare con un più spazio e lucidità.
Pensavo mi sarebbe piaciuto fare qualcosa tipo un rituale, tipo che ne so, una capanna del sudore, che non ho mai fatto in vita mia.

E io ormai lo so che c'è da stare attenti ad esprimere i desideri, perchè senza nemmeno aspettare una settimana mi chiama la mia nuova amica Aura e mi dice che a metà strada tra casa sua e casa mia una certa Abuela Margarita farà una capanna sudatoria nel giro di pochi giorni.
Detto fatto.
Grazie.

1 commento:

Enrico ha detto...

stima. e anche orgoglio.