martedì 12 giugno 2012

Quando?


Quando considereremo sacro il nostro corpo
in ogni sua parte,
in ogni sua forma
e in ogni sua espressione?

Quando onereremo come sacro il corpo dell'altro,
di ciascun altro essere?

Quando staremo nel nostro corpo
come si sta in un tempio,
con umiltà e gratitudine,
 godendo della presenza del divino?

Quando sapremo rispettare i tempi dell'infanzia, della giovinezza,
dell'età adulta e della vecchiaia,
 sfruttando pienamente le energie di ogni fase,
 riconoscendo il valore di ciascuna di esse
e accettandone con gioia i limiti e i doveri connessi?



Quando impareremo a usare il corpo
come strumento
attraverso cui realizzare l'amore
in ogni piccolo gesto,
dal coccolare un bambino
 fino al modo in cui si versa l'acqua nel bicchiere,
 dallo spaccare la legna
 fino al camminare sulla terra?





Quando sapremo abbracciare, stringere, consolare,
 coccolare e amare,
senza bisogno di passare necessariamente attraverso il corpo?

Quando sapremo godere l'alba il tramonto e la notte,
la primavera l'estate l'autunno e l'inverno,
 la nascita e la morte, la tristezza e l'allegria,
la solitudine e la compagnia, l'entusiasmo e la stanchezza
senza preferire una cosa disprezzando l'altra,
ma riconoscendo ciascuna come necessaria per l'esistenza delle altre?

Quando lasceremo fluire accogliendo ciò che viene,
senza restarne travolti,
 mantenendo la rotta
 pur accettando gli imprevisti e le prove da superare?

Quando ci porremo in ascolto di quella voce profonda,
profondamente connessa con il divino,
che dal fondo di noi ci dice che direzione tenere
per realizzare ciò che abbiamo scelto di compiere sulla terra,
 tappa per tappa?

Quando ci libereremo di ciò che non serve più,
 lasceremo andare per il mondo
ciò che abbiamo prodotto
 -che siano idee, opere d'arte, figli,
 sogni o riflessioni -
 e festeggeremo la morte
volgendo lo sguardo
 alla nuova vita che porta?


Quando riconosceremo che niente
 di ciò che è presente
dentro o fuori di noi
può essere del tutto negativo,
perchè ogni emozione, ogni difetto,
ogni stortura e rigidità
 ha un nucleo di saggezza,
 ha qualcosa da insegnare,
e le energie sprigionate possono essere trasformate,
senza sprecare niente,
ma dirigendole
perchè contribuiscano anch'esse
 al lavoro della nostra anima?

Quando?

Quando?

Quando?

1 commento:

Andrea Giongo ha detto...

:) Sì! Oggi, da oggi e fino a per sempre! :D