giovedì 14 febbraio 2013

La scoperta dell'America

Il seguente testo risale alla fine dello scorso millennio. L'autrice, una certa Europa Colomba  (non si sa se si tratti del vero nome o di uno pseudonimo) vi descrive l'incontro con un nativo americano. la lettura e' sconsigliata a minori di 15 anni e maggiori di 70.

E' universalmente noto che la Colomba che raggiunse per la prima volta l'America, non solo traeva in becco un ramo di ulivo come unico bagaglio perche' veniva in pace, ma neanche si avvide di aver scoperto un nuovo continente. Questo doppiamente ingenuo volatile credeva semplicemente che andando verso occidente si potesse giungere in oriente - idea non completamente balzana se si parte dal presupposto che tutto sia piu' o meno sferico o, quanto meno, tondeggiante. Soltanto che Cristofora Colomba non aveva preso in considerazione altre nobili figure geometriche, quali, per esempio, il Cilindro.
Quante volte le avevano chiesto, prima di partire: "Lo sai come e' fatta l'India?" e con le mani aperte avevano tracciato in aria la forma dell'India, larga all'altezza delle braccia e convergente all'altezza del cavallo dei pantaloni. Quindi ormai si', l'India poteva immaginare come fosse fatta.
Tuttavia, approdando nel Nuovo Mondo, Colomba incontro' creature e usanze sconosciute, ma a causa della sua ignoranza, nel tentativo di comprendere cio' che le stava di fronte, cerco' di ricondurre nell'ambito delle cose conosciute ogni anormalita'. E' interessante come ad esempio ella si approcio' all'inconsueta figura geometrica del cilindro.
Fu un indigeno piuttosto distinto - aveva appunto un cilindro, ma non il frac - ad iniziarla a questo particolare culto.
Colomba, quando inaspettatamente venne in contatto con quella dura realta', soprendentemente non si sorprese. Per un semplice motivo: ella sovrappose al misterioso oggetto immagini a lei conosciute.

A tutta prima soffoco' una risata ritenendo che si trattasse di un gavettone, ma subito riflette' sul fatto che nessuno poteva essere tanto sciocco da mettersi un gavettone pieno in tasca.
Penso' dunque che potesse trattarsi di una carota, un cibo sano e semplice, del resto il nativo, cosi' in sintonia con la natura, non poteva che essere vegetariano.
Ma come poteva aver messo una carota in tasca? Tutti sanno che non e' igenico portare il cibo in tasca.
...Ma certo, come aveva fatto a non pensarci prima? Doveva trattarsi di una pila! Il nativo previdente, uscendo di casa alle tre di un pomeriggio estivo, si era prefigurato il ritorno nelle tenebre.
Come si puo' notare, Colomba non solo cercava di ricondurre l'oggetto sconosciuto ad oggetti a lei noti, ma sovrapponeva i propri schemi mentali a quelli dell'indigeno, il quale era assolutamente estraneo a concetti quali l'igene, l'umorismo o il vegetarianesimo.
I miei 25 (mila) lettori si staranno chiedendo in che modo al fine Colomba venne a conoscenza della verita'.
Orbene, un primo passo fu in grado di compierlo lei medesima, complice una terribile scoperta: l'indigeno non aveva tasche.
La sua mente volo' rapidamente a sfogliare le pagine in cui aveva visto come era fatta l'India e subito si imbatte' nella raffigurazione marmorea denominata il David di Michelangelo. Nessuna componente anatomica di quel baldo giovane avrebbe potuto, nemmeno con congiuzione astrali particolamente favorevoli, trovarsi all'altezza dell'ombelico.
Va beh, per farla breve, Colomba dovette ricredersi.

Da cui l'espressione: "Ebbrava, hai scoperto l'America!"


Da quel giorno Colomba depose il suo simbolo di pace, il rametto di ulivo, anche perche' aveva il becco occupato altrimenti, e pare che perse anche un po' del suo candore. I maligni in proposito sostengono anche che l'unica cosa bianca che Colomba vedeva fossero i conigli che sbucavano dal cilindro.

OMNIA MUNDA MUNDA (che non vuol dire "tutto il mondo e' paese...)

Nessun commento: