Una canzone dedicata alle donne libere selvagge e unite senza il bisogno di escludere, sminuire o insultare gli uomini... finalmente!!!
Grazie Rosa Zaragoza
“Canto alle donne che come lupe
danzano e ululano alla luna.
Unite e selvagge vanno per le montagne
vanno in libertà e sono sorelle.
è tempo di regalarci una risata,
di quelle che nascono dal profondo
e si espandono rapidamente.
E che ridano con noi
gli uomini nuovi del mondo
che si inventano, come noi,
per poter camminare insieme.
Sentiamo il sacro che abita i nostri corpi,
che è il corpo della terra stessa.
In ogni fase dei nostri cicli
abbracciamo la vita con amore.
E che vivano con gli noi
gli uomini nuovi del mondo
che si inventano, come noi,
per poter seminare insieme.”
Grazie Rosa Zaragoza
A la luz de la risa de las mujeres
Canto a las mujeres
que como las lobas
bailan y aúllan a la luna.
Juntas y salvajes
van por las montañas,
Van en libertad y son hermanas.
Recogiendo todos los logros
de nuestras antepasadas,
continuando con conciencia
y usando nuevas palabras.
Es el momento de alcanzar los sueños,
es hora de regalarnos risas,
de esas que nacen de muy adentro
y que se expanden a toda prisa.
Y que rían con nosotras
los nuevos hombres del mundo
que se inventan, como nosotras, para poder andar juntos.
Sentimos lo sagrado habitando nuestro cuerpo,
que es el cuerpo de la tierra misma.
En cada fase de nuestros ciclos
abrazamos con amor la vida.
Y que vivan con nosotras los nuevos hombres del mundo
que se inventan, como nosotras, para poder sembrar juntos.
Rosa Zaragoza
Traduzione letterale:
“Canto alle donne che come lupe
danzano e ululano alla luna.
Unite e selvagge vanno per le montagne
vanno in libertà e sono sorelle.
Raccogliendo tutti i successi delle nostre antenate,
portando avanti la consapevolezza
e usando parole nuove
E’ tempo di raggiungere i sogni, è tempo di regalarci una risata,
di quelle che nascono dal profondo
e si espandono rapidamente.
E che ridano con noi
gli uomini nuovi del mondo
che si inventano, come noi,
per poter camminare insieme.
Sentiamo il sacro che abita i nostri corpi,
che è il corpo della terra stessa.
In ogni fase dei nostri cicli
abbracciamo la vita con amore.
E che vivano con gli noi
gli uomini nuovi del mondo
che si inventano, come noi,
per poter seminare insieme.”
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