lunedì 5 luglio 2010

L'Amore e le draghestreghe

PRIMA PARTE
La Lisetta



1. La torre

C'era una volta un re
che aveva tre figliole
Lisetta, la più piccola,
era bella come il sole.
Ma la regina morì
e il re una strega sposò,
fece un'altra figlia
e Zagra la chiamò.

La strega aveva un falcone magico che volava così rapidamente da poter vedere anche nel futuro.
Quando nacque sua figlia Zagra, la strega interrogò il falcone per sapere quale fosse il destino della sua amata bambina e quello delle tre figlie del re.


Falcone
Falcone che voli velocemente,
che vedi il futuro con la mente,
qual è il destino delle figlie del re
e soprattutto di quella cara a me?
Le due sorelle

E il falcone rispose:
Le prime due sorelle
non son brutte nè belle
sposeranno ricchi signori
non avranno gioie nè dolori.
Invece la Lisetta 
saprà la gioia e il dolore
conoscerà il Grande Amore
insieme saranno onnipotenti
nulla ci sarà che li scontenti.

Zagra
Allora la regina chiese:
Ma dimmi di Zagra, Falcone
dimmi di lei per favore....


E il falcone rispose:
Zagra non avrà felicità
se qualcuno più felice di lei sarà

La strega era disperata all'idea che sua figlia fosse destinata all'infelicità e decise che avrebbe fatto tutto il possibile perchè non ci fosse nessuno più felice di sua figlia.
Il pericolo più grande era che la Lisetta potesse incontrare il Grande Amore e divenire insieme a lui onnipotente. Se questo fosse accaduto certo loro due sarebbero stati più felici di Zagra e lei sarebbe stata per sempre infelice.
Così la strega costruì una torre altissima senza porte su un'isoletta sperduta in mezzo al mare, e ci mise la Lisetta.
Ogni sera, al tramonto, il falcone della strega andava a portare da mangiare alla Lisetta.
La povera bambina, che aveva sette anni, si annoiava tutto il giorno e i suoi capelli divennero così lunghi che quando si affacciava alla finestra toccavano a terra.
Così le venne l'idea di tagliarsi i capelli e intrecciarli per farne una corda per potersi calare giù dalla torre.
La mattina scendeva, giocava in riva al mare, nuotava, si riposava al sole. La sera, prima che il sole tramontasse,  si arrampicava sulla sua treccia appesa alla finestra, e poi si acconciava i capelli intorno alla testa in modo che il falcone non sospettasse nulla.


2. Il mostro

Un giorno la Lisetta decise di costruirsi una barca con i pezzi di legno che trovava sulla spiaggia per poter fuggire dall'isola.

Si fece una barca -rama di rosa e campo di fior-
si fece una barca e si mise a navigar

nel navigar che fece - rama di rosa e campo di fior
nel navigar che fece l'anello le cascò

oh, pescator che peschi - rama di rosa e campo di fior
oh, pescator che peschi, ripescami l'anel

e lui si buttò in mare- rama di rosa e campo di fior
e lui si buttò in mare e l'annello ripescò

si misero a parlare - rama di rosa e campo di fior
si misero a parlare, a parlare in mezzo al mar

ma un tratto la Lisetta disse "o mio Dio, devo tornare!
sta tramontando il sole, il falcone può arrivare!"

e il pescatore disse "bella fanciulla, ma questo anello?
non puoi andar via così e lasciarmi sul più bello!"

ma in quel momento il falcone che già cercava la Lisetta
la prese coi suoi artigli e la portò sull'isoletta

Sull'isoletta la aspettava la strega:
 "non è bastato chiuderti lì dentro
 sarò costretta a trasformarti in un mostro"

 E i suoi capelli divennero lunghi, legati tre volte intorno ad un albero
 e il suo respiro divenne pesante, la sua pelle opaca e puzzolente.

Il pescatore intano la cercava finchè una voce in mezzo al mare udì:
"vieni alla mia isola e baciami, sono la Lisetta, sono qui"

e il pescatore la guardò, era un mostro e si spaventò

poi chiuse gli occhi e ascoltò quella voce
"sì è lei la donna che mi piace"

si avvicinò e la baciò
e la Lisetta si trasformò:

i suoi capelli divennero morbidi e la pelle tornò splendente
lei gli buttò le braccia al collo e lo guardò con sguardo ridente



3. la colomba, il drago e il pipistrello

Ma in quel momento arrivò la strega e disse "dunque è lui il tuo Grande Amore!
mi spiace per te, bella Lisetta, ma lui mia figlia dovrà sposare.
E siccome lei ora è troppo piccola, in una colomba lo voglio trasformare,
per sette anni continuerà a volare, finchè Zagra si potrà maritare.

E così il pescatore si trasformò in colomba ma ogni sette passi perdeva una piuma bianca
e la Lisetta lo seguì per sette anni e raccoglieva ogni sua penna in una grande sacca.
E camminò e camminò
per monti e per valli
per boschi e città
per strade e seniteri
per mari e per colli
Quando lui volava più basso la Lisetta vedeva che teneva stretto nelle zampe il suo anello e si rincuorava.
Quando furono passati i sette anni la Lisetta sperava di poter rivedere il suo amato prendere sembianze umane, invece la colombà svanì nel nulla.
Lei non sapeva che cosa fare, allora andò dal sole e gli disse:

"sole, sole che splendi sul mondo, hai forse visto il mio grande amore?"
"no, non l'ho visto ma questa ghianda ti voglio dare, se avrai bisogno ti potrà aiutare"

Allora la Lisetta andò dalla luna e le disse:

"luna, luna che illumini la notte, hai forse visto il mio grade amore?"
Ma neanche la luna lo aveva visto, però le regalò un mantello fatto con la pelliccia di animali notturni, che rende irriconoscibile chi la indossa.

Allora andò dal vento e gli chiese:
"vento, vento che soffi sul mondo, hai forse visto il mio grade amore?"
"sì, l'ho visto ai confini del mondo, contro un drago tremendo sta combattendo"

La Lisetta allora prese tutte le piume di colomba che aveva raccolto durante i sette anni e si cucì delle grandi ali e chiese al vento di farla volare fino ai confini del mondo.
Quando arrivò vide il pescatore che stava combattendo con un drago e gli gridò "scappa, vieni via con me, voliamo via!"
Ma il drago si voltò verso di lei e le sputò una fiammata. Le sue ali si bruciarono e lei si ritrovò per terra.
Il drago allora si trasformò nella principessa Zagra che si avvicinò al pescatore e gli disse "butta via quel brutto anello, prendi invece il mio anello, che è molto più bello" e gli mise la dito il suo anello, poi lo prese per mano e raccolse le piume di colomba ormai tutte bruciate ed esse si trasformarono in nere ali di pistrello. Zagrà si mise le ali, prese il pescatore per un braccio e volò via scomparendo nel cielo.

La Lisetta rimase là, e non sapeva più che cosa fare.
D'un tratto si ricordò della ghianda che le aveva dato il sole, la appoggiò per terra e in pochi secondi crebbe una quercia altissima. Lei si arrampicò sulla pianta e potè vedere la principessa Zagra e il pescatore che arrivavano al castello.
Allora la Lisetta si fece coraggio, raccolse il suo anello che il pescatore aveva lasciato cadere e si mise in cammino.
camminò e camminò
per monti e per valli
per boschi e città
per strade e seniteri
per mari e per colli
finchè arrivò al castello.
Fuori dal castello sembrava tutto pronto per una festa, con fiori e festoni dovunque, ma la gente aveva l'aria annoiata. "che cosa succede qui?" chiese Lisetta a un passante.
Siamo tutti pronti per festeggiare il matrimonio della principessa Zagra con il Grande Amore ma pare che il futuro sposo non si senta bene, è da settimane a letto e non si riesce ad alzare."
Allora la Lisetta si mise il mantello che le aveva regalato la luna per non farsi riconoscere e si presentò al castello.
"Io posso guarire il futuro sposo- disse la Lisetta alla principessa Zagra- ma per farlo devo poter stare per tre notti nella sua camera da letto"
La principessa acconsentì, e la Lisetta entrò nella stanza del pescatore e cominciò a dire:
"Non ti ricordi più di me? non ti ricordi di quando hai ripescato il mio anello? non ti ricordi di quando mi hai baciata anche se io ero un mostro? non ti ricordi di aver volato per sette anni tenendo stretto il mio anello? non ti ricordi che ti ho seguito per sette anni e poi anche fino ai confini del mondo per salvarti dal drago? Perchè te ne sei andato via e adesso vuoi sposarti?"
Ma il pescatore non poteva sentirla perchè la principessa Zagra la sera gli aveva dato un potente sonnifero.
La Lisetta era disperata però tornò ancora la seconda notte a ancora gli disse:
"Non ti ricordi più di me? non ti ricordi di quando hai ripescato il mio anello? non ti ricordi di quando mi hai baciata anche se io ero un mostro? non ti ricordi di aver volato per sette anni tenendo stretto il mio anello? non ti ricordi che ti ho seguito per sette anni e poi anche fino ai confini del mondo per salvarti dal drago? Perchè te ne sei andato via e adesso vuoi sposarti?"
Ma anche quella volta il pescatore aveva bevuto il sonnifero e non sentì niente.
La mattina seguente però un servitore gli si avvicinò e gli chiese
 "chi è quella ragazza
che parla di notte e sembra pazza,
ti chiama pescatore
ti dice grande amore?"
Il pescatore rispose "non lo so, di chi stai parlando? io non ho sentito niente!"
Il servitore gli rivelò che ogni sera la principessa gli faceva portare un potente sonnifero.
Allora il pescatore quella sera fece finta di bere il sonnifero ma lo rovesciò sotto la letto e fece finta di addormentarsi.
Arrivò la Lisetta e cominciò a dire: " Non ti ricordi più di me?" E lui si tirò a sedere sul letto e rispose "no, non mi ricordo di te."
Lei gli raccontò tutta la storia ma lui non ricordava niente. Allora la Lisetta disse. "Basta, vado via e non mi rivedrai mai più. Tieniti questo stupido anello!" Buttò l'anello per terra e se andò.
Il pescatore prese l'anello e lo guardò, ma non gli ricordava proprio niente. Poi se lo mise al dito e all'imporvviso si ricordò tutto "La principessa Zagra mi aveva fatto un incantesimo mettendomi il suo anello, ma adesso so che la Lisetta è il mio amore!" E corse fuori dal castello per rincorrere la sua amata.

Ma di lei non c'era più traccia...



4. Le draghestreghe e il Lago Blu

Il pescatore camminò e camminò
per monti e per valli
per boschi e città
per strade e seniteri
per mari e per colli
e giunse ai confini del mondo e andò oltre, oltre al mondo degli umani: arrivò al Paese delle Draghestreghe.
Viveva in quel paese una dragastrega triste perchè suo figlio, Bimbodrago, era triste, era sempre tirste e non si sapeva il perchè.
Quando la mamma dragastrega vide il pescatore pensò che forse quello strano animale sarebbe piaciuto al suo Bimbodrago e così lo portò a casa e lo legò con una corda a un albero perchè non scappasse.
Bimbodrago vide il regalo ma rimase triste. Invece Grandedrago, il suo fratello maggiore era molto felice di avere quell'animale e lo mostrava a tutti.
Così il pescatore rimase legato molto tempo e pian piano imparò la lingua delle draghestreghe. Un giorno Bimbodrago chiese a Grandedrago se sapesse di che strana specie fosse il loro animaletto e Grande drago rispose che non lo sapeva, ma aveva visto, vicino al lago blu, una bestia simile che stava su due zampe e aveva una pelle scura, ma quando faceva il bagno diventava rosa.
Il pescatore allora esclamò: potrebbe essere la Lisetta! L'ultima gvolta che l'ho vista indossava una pelliccia scura! Così raccontò ai draghi la sua storia e loro rimasero così colpiti che decisero di aiutarlo e chiesero alla madre il permesso di fare un viaggio con la strana creatura. La mamma, vedendo Bimbodrago così interessato, non ebbe cuore di dire di no e li lasciò partire.
Grandedrago portò Bimbodrago e il pescatore sul lago blu e lì si misero ad aspettare

quando scese la notte
giunsero le bestie a frotte
giunse la volpe e il lupo
la mucca ed il cavallo
il gufo e il pipistrello

quand'ecco arrivare
su due zampe un animale
con la pelliccia scura
che faceva un po' paura:

si tolse la pelliccia
e si lavò la faccia,
la sua pelle era rosa
e splendeva su ogni cosa.

gridò il pescatore:
Lisetta oh, mio amore
vieni qui da me
che venni qui per te

lo vide la Lisetta,
nel bosco fuggì in fretta
Aspetta! oh Lisetta!
Lisetta aspetta aspetta!

Bimbodrago disse "perchè è andata via?" e il pescatore rispose " Credo che sia arrabbiata con me. Credo che sia arrabbiata con tutti gli esseri umani e per questo vive con le bestie. Ma io l'addomesticherò"
E così ogni sera lui aspettava, lei arrivava, ma quando lo vedeva scappava.
Finchè si abituò alla sua presenza e riprese a bere al lago e poi a fare un veloce bagno, nel punto più lontano da dove stava il pescatore.
Dopo tante notti il pescatore riuscì perfino a entrare con i piedi nel lago senza che lei scappasse.
La mattina dopo i suoi amici draghi gli dissero "Siamo stufi di stare qua, non possiamo andare a vedere il paese degli umani?" , ma il pescatore rispose "Abbiate pazienza, la Lisetta sta inziando a fidarsi di nuovo di me, tra poco potrò avvicinarmi a lei e poi potremo andare tutti insieme al paese degli umani". Ma non fece in tempo a finire la frase che un ombra lo coprì: alzarono tutti lo sguardo e cosa videro?
Un falcone che stava scendendo in picchiata e sul falcone sedeva la Principessa Zagra!

5. Zagra e il falcone

Sì, porprio lei, perchè dovete sapere che quando Zagra aveva scoperto la fuga del suo futuro sposo era andata su tutte le furie e aveva subito chiesto al suo falcone:

Falcone che voli velocemente
che vedi il futuro con la mente
dimmi, dov'è il pescaore?
cosa fa il mio grande amore?

E il Falcone le aveva risposto

Il pescatore non è il tuo grande amore
con lui non sari mia felice
ascolta la mia voce

Ma la principessa lo aveva zittito stizzita: "non voglio ascoltare le tuo opinioni, voglio sapere dov'è quello sciagurato!"

Il pescatore è fuggito in fretta
cerca la Lisetta, sogna la Lisetta

"Che imbecille! Che sogni pure, se la Lisetta l'ha liberato dall'incantesimo ma poi non se l'è preso vuol dire che ha capito che non vale un fico secco!"

Altre volte Zagra aveva chiesto notizie al falcone e ogni volta rideva delle vane ricerche del pescatore, finchè un giorno il falcone le rispose:

Il pescatore ha trovato la Lisetta
presso il lago blu l'aspetta

Allora Zagra saltò in groppa al falcone e gridò "Vola subito al lago blu, non lo lascerò certo a quella sciacquetta della Lisetta"

Volarono al lago blu e lei prese al volo il pescatore per un braccio, gli infilò il suo anello al dito e lo portò via.
I due draghi rimasero un secondo interdetti, poi spiccarono il volo all'inseguimento del falcone.


6. ognuno per la sua strada

I draghi arrivarono un po' di tempo dopo il falcone al castello.
Erano felici di vedere finalmente la città degli esseri umani, ma quando atterrarono nel cortile del castello le guardie li catturarono e li chiusero in grandi gabbie, poi chiamarono Zagra per chiederle che cosa fare dei pericolosi prigionieri.
Zagra aveva chiuso il pescatore nella sua camera. “Domani all'alba ci sposeremo, questa volta non mi scappi”, poi aveva seguito il capo delle guardie. Quando arrivò davanti alla gabbia, Bimbo Drago disse nella lingua dei draghi a suo fratello “Questa quindi è la principessa Zagra?” e lei ribattè “sì, sono io e allora?”
“tu parli la lingua dei draghi!” esultò Bimbo Drago.
Effettivamente Zagra conosceva quella lingua ma non sapeva come mai, forse era perchè una volta sua madre l'aveva trasformata in dragastrega per poter conquistare il pescatore.
I due draghi cominciarono a farle un sacco di domande sulla vita degli esseri umani e lei chiedeva loro come fosse la vita al Paese delle DragheStreghe, così passarono la notte a chiacchierare e ridere fino all'alba.
E il pescatore intanto, che cosa faceva? L'anello di Zagra gli aveva fatto dimenticare di nuovo tutto?
No, perchè lui ormai teneva sempre l'anello della Lisetta nel dito del piede! Così, appena fu solo, buttò l'anello di Zagra fuori dalla finestra e cercò un modo per fuggire.
Ma la porta era chiusa a chiave e dalla finestra non poteva buttarsi perchè era troppo in alto.
Mentre si stava scervellando vide un ombra nera staccarsi dal soffitto e sentì un soffio sul viso. Era un pipistrello!
Ma non un pipistrello qualunque. Vi ricordate che Zagra, quando era un drago, aveva bruciato le bianche piume della colomba e le aveva trasformate in nere ali di pipistrello con le quali era poi volata via col pescatore?
Questo pipistrello era rimasto a vivere nel buio del castello, perchè era Zagra che l'aveva creato, ma non avrebbe mai potuto farlo se la Lisetta non avesse fabbricato le ali di piume di colomba, né se il pescatore, trasformato in colomba, non avesse perso una piuma ogni sette passi. Così il pipistrello disse: “se vuoi posso prenderti per i capelli e portarti fuori di qui e ti posso portare dalla Lisetta” Il pescatore acconsentì, ma appena furono fuori dal castello gridò “Grazie mille, ma adesso mettimi giù, mi fai troppo male. Andrò con le mie gambe dalla Lisetta, devo semplicemente tornare al lago blu dove mi aspetta, la strada la so. Così si mise a camminare e camminare
per monti e per valli
per boschi e città
per strade e sentieri
per mari e per colli


Nel frattempo la Lisetta era andata ogni sera al lago, ma non aveva più visto il pescatore.
“ si deve essere stufato di aspettarmi, non ha avuto pazienza, ho fatto bene a non fidarmi troppo presto di lui.
Forse in fondo non è una persona così speciale, e guarda come mi sono ridotta per amore suo: a vivere come le bestie! Basta, ho già buttato via troppi anni della mia vita, voglio tornare a vivere con gli esseri umani e ricominciare!”
Così la Lisetta lasciò il Lagoblu e tornò al paese degli umani. La trovò una contadina, che non aveva mai avuto figli e la portò a vivere a casa sua.
E così la Lisetta rimparò
a mangiare nei piatti
a dormire nei letti
a lavarsi e pettinarsi
a cucire e cucinare
cominciò a sorridere e cantare,
ma non aveva voglia di parlare...

Una sera la Lisetta era già andata a dormire quando qualcuno bussò alla porta, la contadina aprì:
“non è forse passata di qui una fanciulla,
tra tutte la più bella,
è figlia di re,
io non so dov'è,
ma la cerco da un po'
e per tutta la vita la cercherò”
Alla Lisetta parve di riconoscere quella voce, ma rimase immobile e zitta nel suo letto.
La contadina rispose:
“non conoscono figlia di re
ma se vuoi dormire posto ce n'è”
E mise delle coperte per terra, vicino al caminetto ancora fumante.
La Lisetta aspettò finchè non sentì che tutti stavano russando, poi si alzò per vedere se era proprio lui. Un piede nudo usciva da sotto la coperta, e la Lisetta riconobbe il suo anello.
“Lui sta ancora cercando me
ma forse lo fa solo perchè
indossa ancora il mio anello...
se gli togliessi quello
lo libererei dalla catena
farà il pescatore come prima
e la mia vita scorrerà serena”
Così gli sfilò l'anello e tornò a dormire.
La mattina dopo quale non fu la disperazione del pescatore quando non trovò più il suo anello! Lo cercò in lungo e in largo, dentro e fuori dalla casa, mise tutto sottosopra, ma non lo trovò.
I due contadini lo aiutarono, ma niente.
La Lisetta quel giorno rimase a letto e quando vennero a svegliarla fece capire che stava male e non se la sentiva di alzarsi.
Scese la notte, il pescatore se ne stava seduto accanto al pozzo, sconsolato, quando sentì una voce: “che cosa ti rattrista?”
Alzò gli occhi e vide una figura velata illuminata dalla luna
“Non trovo più il mio anello”
“E cosa aveva di speciale?”
“era importante: grazie a quello
io non potevo più scordare
chi è la donna che voglio amare”

La figura velata allungò una mano oltre al pozzo e la aprì sotto al naso del pescatore: c'era il suo anello!
Lui tese la mano per riceverlo con gli occhi pieni di felicità ma l'anello rimbalzò sul suo palmo e ….
cadde nel pozzo.
“Oh, no! Adesso come farò a riprenderlo?!”
La misteriosa creatura rispose calma: “Io posso scendere nel pozzo per riprenderti l'anello;
ma, per farlo, avrò bisogno di una scala....fatta con le tue ossa”.
"va bene, prendi le mie ossa! prendi tutto quello che vuoi, ma ridammi l'anello!”
La figura velata andò nella rimessa degli attrezzi e uscì con un'accetta “appoggia la mano al bordo del pozzo. In modo che possa tagliarti bene tutto il braccio.”
Il pescatore obbedì e chiuse gli occhi aspettando il colpo.
Ma non successe niente.
Il pescatore aprì gli occhi e vide che lei aveva appoggiato l'accetta per terra e tremava. Pensò che stesse piangendo...ma poi si accorse che invece stava trattenendo a stento le risate!
Allora si infuriò e le strappò i veli, pronto a colpirla. E chi vide?
la Lisetta!
“Che sciocco che sei! Hai davvero bisogno di un anello per ricordarti che mi ami?”
Lui le diede uno spintone perchè era ancora spaventato e arrabbiato ma sopratutto era così felice che aveva paura di scoppiare, lei cadde per terra e gli tirò una gamba facendolo cadere e andarono avanti a ridere finchè non ebbero maldipancia





SECONDA PARTE:


LE DRAGHESTREGHE



La rabbia di Zagra

Ma che cosa era successo al castello, quando Zagra la mattina si era accorta che il Grande Amore era fuggito di nuovo?
Apriti cielo!
Zagra gridò urlò
sbraitò strillò
spaccò bicchieri
picchiò camerieri
fracassò un vaso
ruppe un naso
buttò per poco
il cuoco nel fuoco
versò minestra
dalla finestra
tirò calcioni
diede spintoni
lanciò forchette
tirò ciabatte
stracciò libri
distrusse quadri
fece di tutto
di tutto di più
quando non ce la fece più
bum! sul letto a faccia in giù

Quando riprese fiato, fece chiamare il suo falcone magico: “Dov'è quell'idiota?”gli chiese brusca.
Il falcone rimase in silenzio.
“Beh? Perchè non rispondi? Uf! Devo dirti tutta la tiritera in rima? Che noia! Falconechevolivelocementechevediilfuturoconlamente dove è quel pirla del Grande Amore? Devo trovare quel traditore! “
E il falcone rispose:
“Il pescatore non è il tuo grande amore,
 con lui non sarai mia felice,
 ascolta la mia voce
 Zagra diventò viola di rabbia e scagliò uno sgabello al falcone, rompendogli una zampa.
Il Falcone, senza dire una parola, uscì dalla finestra volando e scomparì nel cielo.
Zagra ebbe un bel chiamarlo imploralo e insultarlo, ma era troppo tardi.


Bimbodrago innamorato

Nel frattempo Bimbodrago si svegliò, nella gabbia al centro del cortile del castello, con un sorriso stampato sul muso.
La sera prima lui e suo fratello Grandedrago avevano chiacchierato a lungo con Zagra. Quando la principessa, sfinita, si era addormentata accanto a loro nella gabbia, Bimbodrago si era sistemato per dormire anche lui, ma prima di chiudere gli occhi aveva visto qualcosa luccicare per terra: era un anello...
“E' molto simile all'anello che la Lisetta aveva dato al mio amico pescatore- pensò Bimbodrago- me lo infilerò nella coda, visto che non ho dita, e se è il suo glielo restituirò.”
Ma quell'anello era invece l'anello che Zagra aveva messo al pescatore per farlo innamorare di lei. Solo che il suo potere magico era stato annientato dall'anello della Lisetta, che il pescatore indossava sempre al dito del piede, per cui il pescatore questa volta non si era di nuovo dimenticato tutto, ma era riuscito a liberarsi dell'anello di Zagra gettandolo dalla finestra.
Adesso l'anello stregato si trovava sulla punta della coda di Bimbodrago e in pochi minuti iniziò a fare effetto: durante il sonno il draghetto dimenticò tutta la sua vita, la sua famiglia, il paese delle Draghestreghe, suo fratello, il suo amico pescatore, perfino la sua tristezza! E dentro al suo cuore rimase spazio solo per Zagra, anzi sembrava quasi che non ci fosse abbastanza spazio per il sentimento che provava per lei
La mattina Grandedrago svegliò il fratellino dicendogli: “Il pescatore è riuscito a scappare, presto! andiamo via anche noi prima che ci rinchiudano in una gabbia più seria di questa!” Bimbodrago sbarrò gli occhi: “Dov'è Zagra?” “Ma che ne so! vieni, sbrigati!” e lo tirò per un ala mentre con una codata distruggeva la gabbia. Bimbodrago si divincolò “signor drago, mi lasci in pace, devo trovare la mia amata”. Il fratello grande cercò in ogni modo di convincerlo a venire via con lui e gli tirò qualche sberlone per farlo rinsavire, ma Bimbodrago si difese come un drago sputando fuoco e alla fine Grandedrago se andò via arrabbiato.
Il draghetto allora, seguendo il suo potentissimo olfatto, arrivò svolazzando all'altezza della camera di Zagra.
“Perchè piangi, mia adorata?”chiese infilando il lungo collo attraverso la finestra.
Per tutta risposta ricevette uno specchio in fronte.
“Non essere triste, luce dei miei occhi, dimmi cosa posso fare per te e lo farò”
“Che cosa puoi fare per me??!-cercò di gridare Zagra con la voce ormai roca- riporta qui quel deficiente del pescatore se sei capace, questa è l'unica cosa che voglio”
Bimbodrago volò come un razzo fino al mare, prese un pescatore dalla sua barchetta rischiando di fargli venire un infarto e lo portò in mezzo minuto a Zagra.
“Idiotaaaaaa!-strillò Zagra- Non osare prenderti gioco di me! Voglio il pescatore tuo amico, il mio fidanzato, mica uno qualunque!”
Ma Bimbodrago non sapeva di chi stesse parlando, non si ricordava più niente!


Grandedrago ingannato

Zagra fece chiamare sua madre, che da anni si era ritirata a vivere nei sotterranei del castello, perchè tutto le dava fastidio e non aveva voglia di vedere niente e nessuno.
Quando la reginastrega seppe che sua figlia si era fatta scappare di nuovo il Grande Amore e aveva mandato via anche il falcone, si infuriò: “Sei davvero un'incapace! Possibile che tu non riesca a fare niente senza di me? -ma si interruppe e rimase a bocca aperta: aveva visto Bimbodrago che svolazzava davanti alla finestra -chi è quello?”
“E' uno che è arrivato qui seguendo il pescatore”
“Bene, lui ci porterà dal Grande Amore, i draghi hanno un olfatto potentissimo, lo troverà dovunque sia”
Lo chiamarono e quando lui disse che non conosceva il pescatore la reginastrega lo fece torturare e gli fece bere il siero della verità perchè credeva che mentisse.
“Non c'è niente da fare, -disse poi la madre alla figlia- l'unica cosa che si riesca a tirargli fuori è che ama te e che è disposto a morire per te. Possiamo solo sfruttare questa cosa. Lo useremo per far venire qui suo fratello, ammesso che almeno lui sia ancora sano di mente.”
Così le due donne istruirono il draghetto affinchè chiamasse il fratello maggiore e si offrisse di andare con lui a cercare il pescatore.
Il piano andò alla perfezione: Grandedrago accorse felice che Bimbodrago fosse rinsavito e partì con lui alla ricerca del fidanzato fuggito.
Ma sulla schiena del piccolo drago sedeva, invisibile, la reginastrega
Seguendo l'odore del pescatoee giunsero a sera al Lagoblu, dove decisero di fermarsi per riposare.
Bimbodrago però non riusciva a dormire, lontano da Zagra sembrava che gli mancasse l'aria...
Per questo, quando tutti si furono addormentati, tornò volando al castello.
La mattina dopo la reginastrega si svegliò e vide che la sua cavalcatura era scomparsa...
Che cosa poteva fare? Non poteva certo salire sulla schiena dell'altro drago: era invisibile, ma non senza peso!
Così prese l'aspetto della Lisetta. Appena in tempo, perchè Grandedrago si svegliò in quel momento:
“Lisetta! Il pescatore è venuto fin qui a cercarti, non ti ha trovato? C'era qui anche mio fratello...ma dove è andato?”
La reginastrega, con l'aspetto e la voce della Lisetta, rispose dolcemente “Ho appena visto tuo fratello, mi ha chiesto di avvisarti che è andato a rassicurare vostra madre che state bene. Io invece sto cercando il pescatore, se non mi ha trovata qui è perchè anche io ero partita per cercarlo e sono tornata solo ora al Lagoblu. Mi puoi aiutare a trovarlo?”
“Certo Lisetta, sali sulla mia schiena, il mio naso ci guiderà”
Quando furono vicini alla casetta dove vivevano il pescatore e la Lisetta, la reginastrega disse a Grandedrago “per favore, non voglio che il mio Grande Amore mi veda così, vorrei rendermi più presentabile, fammi scendere vicino a quel fiume.”
Così la reginastrega scomparì tra i cespugli.
Tutto d'un tratto la foresta cambiò completamente. Grandedrago si guardò intorno spaesato: al posto dei grandi alberi c'erano alberelli e arbusti, la casetta era scomparsa...il drago era stato spedito indietro nel tempo dalla reginastrega perchè non la intralciasse nel suo piano: lei nel frattempo aveva preso l'aspetto di una sorella della Lisetta e si stava incamminando verso la sua casetta.


Il piano della reginastrega

La Lisetta era sola in casa e accolse calorosamente la sorella. “Che bello vederti! Ma come hai fatto a trovarmi? E come sta papà? E le altre sorelle? E tu?” La finta sorella scoppiò a piangere e le raccontò che la crudele reginastrega aveva rapito il suo fidanzato e l'aveva rinchiuso in una grotta profondissima che si trovava proprio lì vicino, lei voleva andare a prenderlo ma aveva bisogno di qualcuno che tenesse la corda perchè il primo tratto era ripido e scivoloso.
“Non piangere sorella, ti aiuterò io, portami alla grotta”
Appena giunte al profondo e stretto buco che era l'ingresso della grotta, la finta sorella cominciò a legarsi la corda in vita, ma tremava e piangeva tanto che si imbrogliava tutta. La Lisetta allora le disse “Tieni tu la corda: scenderò io. Quando troverò il tuo fidanzato darò due strattoni alla corda e tu ci tirerai su”
Così la fanciulla si calò nella voragine. Dentro era tutto perfettamente buio.”Hey, dove sei? Sono la tua futura cognata, vieni qui che mia sorella ci tirerà fuori!”
Per tutta riposta la Lisetta sentì una sorta di sordo ringhio e avvertì passi pesanti che si avvicinavano a lei. Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata ma la strana creatura si fermò a pochi passi senza aggredirla “Forse -pensò lei- la regianstrega ha trasformato il fidanzato di mia sorella in un mostro come ha fatto con me, non devo fargli percepire il mio orrore, ne soffrirebbe.”
La Lisetta tirò due volte la corda per farsi tirare su....ma non successe niente.

***
Nel frattempo la reginastrega aveva ripreso l'aspetto della Lisetta e stava aspettando il ritorno del pescatore. Appena lui tornò a casa, lei gli disse: “Buone notizie! Un viandante mi ha detto che la crudele reginastrega è morta, quindi possiamo tornare al castello da mio padre e dalle mie sorelle! Finalmente potrò vivere come una vera principessa e non in mezzo a rozzi contadini! Partiamo subito”
Il pescatore si stupì un po' che la sua amata parlasse così della famiglia che l'aveva accolta amorevolmente e che non volesse nemmeno passare a salutare la sua madre adottiva, ma era troppo innamorato di lei per contraddirla e accettò di partire subito a cavallo.


Bimbodrago e Zagra

Quando Zagra vide la testona di Bimbodrago infilarsi dalla finestra, dapprima si illuminò pensando che fosse già riuscito a riportarle il pescatore, ma appena si accorse che non era così andò su tutte le furie e scacciò il draghetto in malo modo.
“Aspetta!-gridò però mentre lui se ne stava andando mogio mogio- che cosa hai sulla coda?...
E' il mio anello!!Dove l'hai preso, disgraziato?” E glielo strappò.
Come d'incanto Bimbodrago si ricordò tutto. “Ma che cosa ci faccio qui? Dove sarà il pescatore? Perchè ho lasciato mio fratello con quella strega? E mia madre sarà in pensiero per noi! Devo andare subito!” e spiccò il volo.
“Ti prego aspetta!” lo implorò Zagra. Per la prima volta non stava dando un ordine, Bimbodrago si voltò.
“Che cosa vuoi? Ho già perso abbastanza tempo con te”
“Sì, lo so, hai ragione, ma...volevo solo...salutarti.
Posso farti una carezza prima che tu parta?”
Il draghetto aveva fretta ma rimase interdetto per via di quella richiesta così strana.
Zagra passò delicatamente la mano sulla sua testa, lungo il collo, per la schiena, fino alla coda e quando arrivò in fondo cercò di infilargli di nuovo l'anello. Ma Bimbodrago se ne accorse tirò una codata alla principessa che cadde all'indietro. L'anello finì nel fuoco e si sciolse confondendosi con la cenere.
“Mi hai stufato con le tue magie!”disse Bimbodrago pronto a spiccare il volo.
Lei rimase immobile, poi nascose la testa tra le mani e iniziò a singhiozzare in silenzio. “Adesso nessuno mi amerà mai, di sicuro! Scusami Bimbodrago, ti prego, perdonami, mi sono comportata molto male con te... con tutti. Ti prego, non lasciarmi qui dove tutti mi odiano, ti prego, portami via, portami nel paese delle draghestreghe. Non voglio più sposare il pescatore, non voglio più fare male alla Lisetta, voglio solo stare tranquilla in un posto dove nessuno mi conosca.”
“Ma sei impazzita? Meriteresti di essere bruciata con una fiammata, ti faccio già il favore di lasciarti in vita e hai pure il coraggio di chiedermi di portarti nel mio paese?
Adesso devo andare a vedere se mio fratello e il pescatore stanno bene, lasciami andare prima che ti incenerisca”
“Io ti aiuterò! Non ho più poteri magici perchè erano tutti racchiusi nel falcone, che ho fatto scappare, e nell'anello che adesso è distrutto, però conosco mia madre, le spiegherò che deve smettere di tormentare la Lisetta e il pescatore perchè invece di rendermi felice ha reso la mia vita un inferno.”
“La risposta è no. Come faccio a fidarmi di te dopo tutto quello che hai fatto?” chiese Bimbodrago.
Zagra rimase zitta. Effettivamente non sapeva come dimostrare che era cambiata, perchè il draghetto avrebbe dovuto fidarsi di lei? Abbassò la testa e ricominciò a piangere in silenzio.
Bimbodrago era stato triste troppo a lungo per poter sopportare la vista di persone tristi quindi disse in fretta “E va bene, ti porto con me, ma stai attenta: al primo passo falso ti arrostisco!”



La liberazione

Il drago volò, con la fanciulla sulla schiena, seguendo l'odore del fratello, ma arrivati nei pressi della casetta l'odore sembrava scomparire di un tratto, o meglio: sembrava che Grandedrago fosse passato di lì molti anni prima lasciando una traccia lievissima.
Si sentivano però bene gli odori della Lisetta e del pescatore, entrambi erano usciti di casa da poco ed entrambi erano accompagnati da un odore già sentito: la reginastrega!
Zagra riflettè: “Il pescatore non è tanto in pericolo perchè mia madre me lo starà portando vivo, invece non so che cosa abbia fatto della Lisetta, seguiamo subito la sua traccia!”
In pochi minuti giunsero all'imboccatura della grotta e Bimbodrago gridò: “Lisetta sei qui? Stai bene?” “Sì! tirateci su!”
“Bene -disse il drago a Zagra- tu tira fuori la Lisetta che io corro a vedere come sta il pescatore. Sarò qui tra cinque minuti, stai attenta a quello che fai o te ne pentirai”
Zagra si affacciò alla voragine “Lisetta, sono io...sono Zagra, non avere paura, non voglio più farti del male, anzi, voglio rimediare a tutto il male che io e mia madre abbiamo fatto a te e al pescatore. Tieniti forte che ti tiro su”
A sentire quel nome, la Lisetta sentì gelarsi il sangue nelle vene. Come poteva sapere se quello che diceva Zagra fosse vero? E se fosse stato un altro tranello? Ma non aveva molta scelta se voleva uscire di lì..
Decise però di far uscire per prima la strana creatura che stava al suo fianco, così passò la corda a quelle grosse mani pelose e disse “Sono pronta, tira!”
Zagra tirò con tutte le sue forze, non pensava che la sua sorellastra fosse così pensante! Aveva il volto deformato da una smorfia e gli occhi chiusi per lo sforzo, quando sentì che la corda non tirava più aprì gli occhi e cacciò un grido. Di fronte a lei c'era un mostro peloso che ringhiava sommessamente.
La principessa stava per fuggire a gambe levate ma sentì, dal fondo della grotta, la voce della Lisetta che gridava “Adesso tira su anche me!”
Il mostro era sempre fermo lì, dove era uscito, e Zagra si avvicinò lentamente tremando. Lui non le staccava gli occhi di dosso, non la aggrediva ma non si spostava neanche. Rabbrividendo per la vicinanza di quell'essere terribile, riuscì a prendere la corda e a calarla nuovamente per far uscire la Lisetta. Appena uscita la Lisetta non vide Zagra, ma il mostro, che stava a metà strada tra loro e anche Zagra non potè vedere la Lisetta perchè il mostro le copriva la vista.
In quel momento atterrò Bimbodrago “Ciao Lisetta, il pescatore è vivo, crede di star cavalcando verso il castello con la sua amata, ma dietro di lui in realtà siede la reginastrega. Zagra, solo tu puoi fermare tua madre. Salite sulla mia groppa.”
La Lisetta salì, seguita dal mostro e da Zagra.
Bimbodrago andò a posarsi sulla strada, proprio di fronte al cavallo del pescatore. Immaginate la faccia del pescatore quando vide che dal suo amico drago scendevano la Lisetta - che lui credeva di stare portando sul suo cavallo- un mostro peloso e Zagra. Quest'ultima si rivolse a sua madre “Non voglio più sposare quest'uomo. Basta tormentare lui e la povera Lisetta, lascialo andare.”
La reginastrega, sempre con l'aspetto delle Lisetta, balzò a terra: “E' questo che ti ho insegnato? Ad arrenderti difronte alle difficoltà? Questo disgraziato lo lascio anche andare se tu non lo vuoi più, ma tu, bella Lisetta, sei sicura che lui ti ami davvero, se non si è nemmeno accorto che io ti ho sostituita? Quando si ama una persona la si riconosce tra cento, non è vero? Se il pescatore riconoscerà la sua diletta potrà andarsene via con lei, se invece si sbaglierà morirà.”
Appena pronunciò queste parole comparvero cento Lisette, tutte perfettamente identiche, una sola era quella vera e una era la reginastrega. Tutte guardavano il pescatore con lo stesso sguardo colmo di amore e preoccupazione. La Lisetta gli fece un cenno per essere riconosciuta e tutte le altre 99, nello stesso momento, fecero lo stesso movimento.
Nessuno sapeva che cosa fare.
D'un tratto il mostro si avventò sulla Lisetta vera, la prese di peso e la lanciò tra le braccia del pescatore, poi si scagliò contro la reginastrega, mentre le altre figure svanivano nel nulla. La colpì con pugni e calci e la afferrò per il collo.
“Zagra aiutami” gridò lei.
Ma la figlia non si mosse.
La reginastrega cadde a terra e il suo corpo cominciò a gonfiarsi a dismisura e diventare verde e viola, le spuntarono la coda e le ali: un enorme dragastrega giaceva al suolo, senza più forze. Il mostro lasciò la presa.


Il racconto della dragastrega

“Figlia -disse con voce roca la dragastrega- credo sia arrivato il momento di raccontarti la verità.
Come vedi io sono una dragastrega. Ero ancora piccola quando la Sacerdotessa Dragastrega mi mandò a chiamare. Mi disse che una profezia le aveva rivelato che mia figlia avrebbe liberato il Paese dai terribili Zuruk, creature con la pelle luccicante come l'argento e un solo artiglio taglientissimo, col quale uccidono tutti i draghi che osano uscire dai confini.
La sacerdotessa mi impose di stare rinchiusa in una grotta perchè è molto difficile, per una dragastrega, fare figli: non tutti i draghi, infatti, sono in grado di procreare, inoltre le gravidanze sono molto rare e molto lunghe.
Ogni sera veniva un drago diverso a farmi visita e fu così che conobbi Zagor, tuo padre. Ci innamorammo e io avrei voluto vivere solo con lui in una grotta. Ma la sacerdotessa non me lo permise: come poteva essere sicura che Zagor fosse in grado di fare figli?
Io però cominciai a dare sonniferi a tutti draghi che venivano a farmi visita, e aspettavo solo che arrivasse il turno di Zagor. Per questo so con certezza che tu sei sua figlia.
Quando fui certa di essere incinta chiesi alla sacerdotessa di lasciarmi vivere con Zagor, ma lei si rifiutò perchè voleva tenermi sotto controllo per tutti sette anni di gravidanza. Inoltre decise che nessun drago venisse più a trovarmi, incluso Zagor.
Io cercai di convincere il mio amato a fuggire con me per poter stare insieme, ma sopratutto per evitare che nostra figlia fosse costretta a vivere prigioniera come me, sacrificando la sua felicità per il Bene del Paese.
Lui però mi disse di tenere duro perchè dopo la nascita di nostra figlia io sarei stata di nuovo libera e di lei si sarebbe occupata la sacerdotessa, e io dovevo esserne orgogliosa.
Così scappai da sola. Mi trasformai in una mosca e fuggì dal Paese per trovare un luogo dove mia figlia avrebbe potuto essere felice. Giunsi al paese degli umani e cercai di immaginarmi una nuova vita lì. Notai che le figlie degli umani non erano così libere come credevo, a parte le tre bambine del re.
Grazie al mio aspetto da mosca potei vivere in mezzo agli umani e imparare la loro lingua. Appresi così che perchè mia figlia fosse principessa dovevo sposare il re, che fortunatamente era vedovo.
La corte voleva che il sovrano sposasse la donna più ricca del Paese, che però era brutta, il re avrebbe preferito sposare la donna più bella, che però era una povera contadina.
Io riprodussi le ricchezze dell'una e imitai le bellezze dell'altra e mi presentai al castello.
Pochi giorni dopo furono celebrate le nozze.
Perchè non trapelasse dal mio aspetto la mia natura di dragastrega affidai a un falcone buona parte dei miei poteri.
Così tu nascesti principessa, appena nata ti diedi aspetto umano.”
Tutti erano in piedi immobili ad ascoltare. Poi Zagra chiese “E mio padre dove è?”
La vecchia dragastrega sospirò. “Tuo padre venne a cercarci. Mi trovò grazie al suo olfatto e il mio aspetto non lo trasse in inganno. Cercò di convincermi a tornare al Paese, ma io rifiutai: in quel tempo stavano per finire i sette anni durante i quali avevo trasformato il pescatore in colomba nell'attesa che tu compissi 14 anni e potessi sposarlo.
Così lui ti rapì e ti portò al paese delle draghestreghe. Lì riprendesti il tuo vero aspetto e imparasti la tua lingua materna. Ma al tuo quattordicesimo compleanno io ti condussi ai confini del mondo degli umani col Paese delle draghestreghe e creai l'anello magico che ti avrebbe permesso di conquistare il pescatore. Ti feci credere poi che la tua esperienza al paese delle Draghestreghe fosse soltanto un sogno e a tuo padre dissi che tu avevi scelto di vivere tra gli umani.”


FINE DELLA SECONDA PARTE



COME CONTINUA? IO NON LO SO...







Per chi mi voglia aiutare a chiudere questa storia, gli elementi che restano in sospeso sono:
-Grandedrago è stato ricacciato nel passato, proprio al tempo in cui il pescatore è una colomba, la Lisetta lo segue e Zagor sta cercando sua figlia. Qualunque intromissione di Grandedrago nel passato cambierebbe irrimediabilmente le sorti della storia!
-Jonas insiste nel dire che il pipistrello (nato dalle ceneri delle ali fatte dalle piume di colomba raccolte dalla Lisetta durante i sette anni e che aiutò il pescatore a trovare la sua amata) è bianco ed è amico del falcone.
- C'è una contadina perfettamente identica nell'aspetto alla reginastrega
-Ci sono ancora le altre due sorelle della Lisetta, eventualmente
-ma sopratutto c'è la profezia della sacerdotessa dragastrega, il problema degli Zuruk e la missione di Zagra, nonchè tutta la ricerca delle sue origini e la sua storia d'amore.

2 commenti:

Enrico ha detto...

Ciao Tondino, i miei numeri e addresses li conosci.
Ma nel dubi:
3281084151

0289456384

Da un internet point afosissimo e a tassametro non mi risulta agevole la lettura. Anche perche' lo sfondo e' un pochino disturbqnte, forse potresti abbssarlo ancora un poco.

Anonimo ha detto...

Qui da milano si legge benissimo... comunque se vuoi abbassarlo , e se non è un fondino piatto html, mandamelo pure.
Poi ti do' un commento sulla storia (prima la leggo tutta :P )
Ciao

Alessandra