venerdì 7 agosto 2015

Per una poetica realistica della maternità

A tratti vorrei uscire da questo corpo
per tirare un attimo il fiato
volteggiare leggera
e riavere il mio cervello
la mia forza
la libertà di partire
questo sabotaggio
di tutto ciò in cui mi riconosco
questa occupazione invadente
a scrocco di vitto e alloggio
questo freno a mano
questo peso che mi tira per terra
questo giaguaro legato dentro di me
che si divincola e lotta contro la sua gabbia
questo tempo di limbo
questo lavoro sfiancante
e invisibile,
se non dalla forma del mio ventre
questa spossatezza
e la nausea la nausea la nausea
e la notte che non è più singolare
pezzi di notte, ore di veglia,
scacchiera in bianco e in nero
e le ossa del bacino che si aprono
e i crampi alle gambe
i piedi gonfi
la testa che gira...
la chiamano dolce attesa
e nel ricordo sarà così.
 Guardo come a un miraggio
di verde fresco e gorgogliante
il momento del parto,
quando cavalcherò le onde del dolore
ma sarà un dolore benedetto
che ci porterà alla liberazione
entrambi,
quando il mio corpo si aprirà
ma la gioia dell'incontro
sarà più intensa del dolore.
Le urla del piccolo
le notti in piedi a cullarlo
il seno dolente per la montata
il capezzolo strapazzato
le ferite da rimarginare
e la schiena a pezzi
questo mi sembra un sogno di pace.
L'idea di poter appoggiare la creatura
ogni tanto
e che qualcuno la possa tenere
al posto mio,
l'idea di dormire magari mezz'ora
ma di sonno vero, rigenerante,

Poi nel ricordo questo sbiadisce
nel ricordo resta l'essenza:
I nove mesi sempre in compagnia
la tenerezza dei piccolo corpo
che si muove dentro al mio corpo
tutti i pensieri e gli impegni
che scivolano in secondo piano
voglia di casa, di famiglia,
di quiete, di silenzio
ondate di amore per i cuccioli
per il meraviglioso padre
della creatura che custodisco
sentirsi al confine tra questo
e il mondo da cui vengono le anime
andargli incontro per accoglierlo
su un ponte che è il mio stesso corpo
E' la natura stessa
che insegna
come creare spazio
buttare il superfluo
coltivare l'essenza
insegna ed è severa
obbliga impone
un corso accelerato
di evoluzione spirituale
senza interpellare la volontà

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