un 'altra versione...scritta a poca distanza dall'altra, sullo stesso tema, sempre in guatemala
(29 sett. 2005)
…
Allora il Signore Dio disse: “Facciamo l’Essere Umano a nostra immagine e somiglianza, che abbia potere sui pesci del mare, gli uccelli del cielo, le bestie selvatiche e tutti gli esseri che si muovono sulla terra.”
“Sia di luce!” disse il Signore. E di luce fu, a immagine e somiglianza di Dio.
L’Essere Umano era puro Amore, sua unica volontà era donarsi.
Aveva più potere di tutte le altre creature perché la sua coscienza coincideva con quella di Dio, per questo l’Essere di Luce si donò a tutti gli esseri viventi della terra, donò luce e calore perché potessero svegliarsi e riscaldarsi, finché non restò più nulla.
Allora il Signore Dio disse: “Sia fatto di aria, della sostanza che ho posto per separare le acque di sopra da quelle di sotto, affinché entro esse sia contenuto.” E di aria fu, a immagine e somiglianza di Dio.
L’Essere Umano era puro Spirito, sua unica volontà era diffondersi.
Aveva più potere di tutte le altre creature perché la sua coscienza coincideva con quella di Dio, per questo l’Essere di Aria si donò a tutti gli esseri viventi della terra, donò respiro e vento perché potessero respirare e muoversi, finché non restò più nulla.
Allora il Signore Dio riflesse la sua immagine nell’acqua e disse: “Sia fatto d’acqua affinché la terra lo contenga.” E di acqua fu, a immagine di Dio.
L’Essere Umano era pura Vita, sua unica volontà era moltiplicare la vita.
Aveva più potere di tutte le altre creature perché la sua coscienza coincideva con quella di Dio, per questo l’Essere di Acqua si donò a tutti gli esseri viventi della terra, donò nutrimento e freschezza perché potessero bere e purificarsi, finché non restò più nulla.
Allora il Signore Dio impresse la sua immagine sulla terra e disse: “Sia fatto di terra affinché non possa disperdersi.” E di terra fu, a immagine di Dio.
L’Essere Umano era pura materia, sua unica volontà era mantenere l’Unità.
Aveva più potere di tutte le altre creature perché la sua coscienza coincideva con quella di Dio, per questo l’Essere di Terra si donò a tutti gli esseri viventi che in lui vivevano, donò nutrimento e sicurezza perché potessero trovare riparo e crescere, ma non si disperse, perché tutto si trasformava e riprendeva vita.
Così Dio creò l’Essere Umano, maschio e femmina lo creò.
Ma all’Essere Umano non importava niente della sua stessa vita, perché amava Dio e la creazione e il suo desiderio era annullarsi per ritrovare l’Unità.
Allora il Signore Dio stabilì che anche l’Essere Umano dovesse nutrirsi e riprodursi come gli altri esseri viventi, affinché avesse a cuore la sua stessa esistenza.
Lo benedisse e gli disse: “Va e moltiplicati, riempi la terra e abbi potere su tutti gli esseri viventi.”
E Dio guardò tutto ciò che aveva fatto e vide che era buono. E fu sera e fu mattina il sesto giorno.
Il settimo giorno terminò la sua opera e si riposò. E benedisse il settimo giorno.
Queste sono le origini del Cielo e della Terra, quando furono creati il giorno che Dio fece il Cielo e la Terra e tutte le piante prima che fossero sulla terra e tutte le erbe prima che nascessero, perché Dio ancora non aveva fatto piovere sulla terra, né c’era l’Essere Umano per coltivare la terra, solo usciva dal suolo un vapore che irrigava tutta la superficie terrestre ed era il guscio dentro cui giaceva l’Unità perfetta dell’Armonia.
Allora il Signore Dio prese della polvere di materia e la impastò con acqua viva per plasmare un corpo all’Essere Umano affinché lo contenesse.
Lì dentro soffiò il Suo Spirito il Signore e così creò l’Anima Individuale, infatti fino a quel momento Tutto aveva una sola Anima, ed era quella di Dio.
Così l’Essere Umano fu partorito e divenne un essere vivente, ma Dio non recise il cordone ombelicale con le sue mani.
Il Signore Dio continuò ad allattare l’Essere Umano e a cullarlo finché fosse pronto per poter costituire da solo il proprio corpo nutrendosi di mais e grano, che crescono grazie alla Terra, all’Acqua, all’Aria e al Sole. Così stabilì il Signore, affinché questi elementi fossero tutti presenti nel corpo umano e non fossero separati.
Allora il Signore Dio creò un giardino ad Oriente e ci mise l’Essere Umano che aveva formato affinché iniziasse lo svezzamento nutrendosi dei frutti della Terra. In mezzo al Giardino fece nascere l’Albero della Vita e l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
Il Signore Dio volle che l’Essere Umano coltivasse e custodisse il Giardino dell’Eden, affinché apprendesse a prendersi cura nello stesso modo della propria anima e del proprio corpo.
Poi il Signore Dio diede un comandamento all’Essere Umano perché iniziasse a esercitare la volontà: “Puoi mangiare tutti i frutti del Giardino, ma se mangerai dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, reciderai il cordone ombelicale, verrai espulso dal mio ventre e non avrai più accesso all’Albero della Vita, per questo morirai.”
L’Anima dell’Essere Umano, infatti, era ancora aderente all’Anima di Dio e non aveva bisogno di conoscere la distinzione tra Bene e Male.
Nel Giardino dell’Eden l’Amore dell’Unico Spirito, che viveva in Dio così come in ogni creatura, soddisfaceva i desideri del corpo e dell’anima dell’Essere Umano, per questo l’Essere Umano non sapeva distinguere se stesso da Dio e dalle altre creature.
Disse allora il Signore: “Non é bene che l’Essere Umano resti solo.”
Allora il Signore Dio formò con la terra tutte le bestie che aveva creato in precedenza e le portò all’Essere Umano perché giocasse con esse e balbettando sillabe le chiamasse ciascuna in modo distinto. Questi suoni furono i nomi degli animali e così nacque la parola umana. Allora l’Essere Umano apprese a dire Io e il suo nome fu Adamo.
Adamo apprese la distinzione tra le creature, ma esse avevano tutte una coscienza inferiore alla sua ed egli aveva potere su di esse, per questo non gli sarebbero servite per imparare l’Amore.
Allora il Signore Dio fece cadere l’Essere Umano nel sonno e dal suo lato formò una donna e la accostò all’uomo. Erano uguali.
Disse allora Adamo: “Lei è ossa delle mie ossa e carne della mia carne, lei sono io e io sono lei. Adesso non sono più solo.” E fu chiamata Umana in quanto parte dell’Umano.
Infatti la loro carne era divisa, ma essi non sapevano distinguersi l’uno dall’altra, non avevano la pelle e i loro fluidi passavano tra loro continuamente, non avevano pensieri distinti e compivano le medesime azioni, per questo non avevano segreti né provavano vergogna.
Allora il serpente, che era la più astuta fra tutte le bestie del creato, si rivolse alla donna perché era la ultima venuta e non aveva ascoltato di persona le parole del Signore, ma gliele aveva riferite Adamo.
E disse il serpente alla donna: “È vero che Dio vi ha anche proibito di cibarvi dei frutti del giardino in cui vi ha messo?”
La Donna rispose: “Possiamo mangiare tutto quello che vogliamo, però non possiamo mangiare dall’albero che sta al centro, perché Dio ci ha detto: se lo mangerete morirete, e anche solo se lo toccherete”
Disse allora il serpente: “Dio vi ha detto così perché sa che chi ne mangia aprirà gli occhi, diventerà come Dio e conoscerà il Bene e il Male. Ma non è vero che morirai se tocchi l’Albero, sai?”, le prese la mano con la coda e le fece toccare l’Albero. Non successe niente.
Allora la Donna dubitò per la prima volta del suo Creatore, ma in realtà era stato Adamo che le aveva riferito le parole di Dio aggiungendo, per sicurezza, che anche il toccare l’Albero avrebbe causato la morte.
Così la Donna staccò il frutto dall’Albero e lo addentò. E l’Uomo, che era sempre al suo fianco perché non potevano allontanarsi, mangiò anch’egli, siccome sempre facevano le stesse cose.
Così la Donna recise il cordone ombelicale e il legame di fiducia con Dio, disobbedendo per curiosità della conoscenza e compiendo il primo passo incerto verso la libertà.
Mangiato il frutto ad entrambi si aprirono gli occhi e compresero che ciò che avevano fatto era male e provarono vergogna e ripugnanza per se stessi e per l’altro. Allora si resero conto che erano mescolati l’uno nell’altra perché erano senza la pelle che segnasse il confine tra i due corpi.
Per questo cercarono di separarsi l’uno dall’altro mettendo in mezzo delle foglie.
Quando sentirono la voce di Dio nel giardino corsero a nascondersi, sempre cercando di separarsi. L’Uomo era spaventato e arrabbiato con la Donna, mentre ella restava incerta perché non poteva capire, e nella confusione della divisione dei corpi Adamo si prese un pezzo di carne in più, lasciando alla donna una ferita aperta.
Allora Dio chiamò l’Uomo: “Dove sei?” “Ho sentito il tuo passo nel giardino e ho avuto paura perché sono nudo, per questo mi sono nascosto.”
E Dio chiese: “E come fai a sapere che sei nudo? Hai mangiato dell’Albero della Conoscenza?”.
E’ l’Uomo rispose: È colpa della donna, ha iniziato lei!”
E tra i due si creò un abisso.
E la Donna disse: “È colpa del serpente, mi ha ingannata!”
Ma nessuno riconosceva la propria responsabilità.
Allora Dio disse al serpente: “Per aver separato le mie creature da me e da loro stesse sarà maledetta la tua specie e striscerai mangiando terra. Non ci sarà più amicizia tra te e la Donna, e visto che lei ti conosce bene, sarà lei e la sua discendenza a schiacciarti la testa mentre cercherai di morderle il tallone! Tu cercherai di separare, ma lei riuscirà a mediare e ricondurre all’Unità dello Spirito”.
Alla Donna disse: “Visto che hai compiuto il primo passo verso la libertà, a te spetterà la responsabilità di creare altri esseri umani. Perché la libertà comporta responsabilità. La ferita aperta che hai farà da cassa di risonanza del dolore del mondo, dentro di essa cresceranno i tuoi figli come carne della tua carne e soffrirai quando ti saranno strappati fuori.
Il tuo istinto sarà verso l’Uomo perché sempre ricercherai l’Unità e unendoti a lui potrete entrare ancora in contatto con l’Unità dello Spirito e riacquistare il potere perduto tanto che potrete infondere lo Spirito a una nuova vita.
Tu sarai maestra d’Amore perché il tuo stesso corpo conoscerà il sacrificio per la creatura amata.”
All’Uomo disse: “Visto che non sai pensare con la tua testa e hai disobbedito all’unico comandamento che ti ho dato solo perché volevi avere più potere, maledetta sia la terra per causa tua. La natura non sarà più in tuo potere, combatterai contro la sua forza. Con il sudore della tua fronte mangerai pane finché non ritornerai alla terra, perché il tuo orgoglio non ti faccia scordare che polvere sei e polvere ritornerai.
Sì, perché adesso l’essere umano è diventato come noi, e può giudicare ciò che è Bene e ciò che è Male. Scelga dunque tra il Bene e il Male, ma lo faccia in fretta, perché lo caccerò dal giardino di modo che non possa stendere la mano e mangiare dell’Albero della Vita, e i suoi giorni saranno contati.”
Nessun commento:
Posta un commento