Cari io di quella dimensione da cui vengo e a cui tornerò quando finirò questo erasmus sulla terra,
per la prima volta provo a scrivervi nella lingua che ho imparato qui.
Modi di dire
E già è un casino cominciare perchè in questa lingua quando si scrive o si è un IO o si è un NOI e si può scrivere o a un TU o a un VOI.
Perchè qui Tutto è diviso: per esempio dentro a dei sacchetti di pelle ci sono della carne, delle ossa, delle emozioni, degli organi e una serie di optional e tutto quello che c'è lì dentro si definisce IO, se un IO incontra un altro sacchetto pieno lo chiama TU .
Ma lo chiama tu se l'altro in quel momento è li presente e lo ascolta, se non lo chiama LEI oppure Lui, dipende se è maschio o femmina (dopo vi spiego anche questa buffa distinzione che qui sulla terra è fondamentale).
Se i TU sono tanti si dice VOI, se i Lui e Lei sono tanti si dice LORO
però quando si dice VOI, NOI o LORO non cambia se sono maschi o femmine
Fanno tutte queste differenze ma poi invece non ci sono modi diversi per dire TU se ti rivolgi a un IO che ami e fa parte di te o se è un IO che detesti (perchè qui si può amare oppure non amare, ed esiste anche l'opzione “indifferenza”...ve lo avevo detto che è complicato!)
Cose che trasformano gli IO
La cosa davvero incredibile è che ogni sacchetto si continua a chiamare IO solo perchè continua a stare dentro lo stesso sacchetto ma in realtà cambia tantissimo: all'inizio non assomiglia per niente a quello che diventerà poi; continua a chiamarsi IO quando è felice , quando è arrabbiato, quando ha paura e quando dorme, mentre invece tutti quegli IO hanno poco in comune tra loro. Ah, scusate, non vi ho detto che ci sono la paura, la felicità, la rabbia e un sacco di altre cose simili tipo la tenerezza, la nausea, il prurito, il maldipancia, la pelle d'oca, che a volte sembra che arrivino da qualche parte e entrino dentro, a volte sembra che nascano dentro ed escano fuori e gli IO si trasformano, alcuni IO ne preferiscono alcune e le chiamano spesso. Di solito se ne stanno anche in giro, nell'aria, e se entri un una stanza ti saltano addosso perchè per vivere hanno bisogno che qualcuno le porti. Quando uno ce le ha si sente in dovere o in diritto di fare delle cose che non farebbe mai se non ce le avesse: ridere fino a piangere, impallidire, urlare etc.
I prima e i dopo
Ma cominciamo con ordine a raccontare questo erasmus dall'inizio
(sì perchè qui tutto sta dentro al tempo, ci sono cose che stanno prima e altre che stanno dopo, tipo adesso che scrivo sono su un filo sottilissimo perchè la lettera che ho appena scritto sta nel prima e quella che sto per scrivere sta nel dopo e quel filo in cui succede tutto ma non ci sta dentro niente lo chiamano presente, se ti distrai ti può capitare di non incontrarlo mai, è una cosa triste ma può succedere perchè il prima e il dopo ci sono così pieni che il presente rimane stritolato)
I qui e i lì
all'inizio come prima cosa sono stata messa in uno spazio chiuso
(uff, certo, non vi ho detto che tutto è dentro al tempo e nello spazio, lo usano perchè con tutte le mille differenza che devono fare hanno bisogno di tenerne ognuna in un punto diverso: se per esempio deve esistere la luce è necessario che ci sia il buio – qui funziona così- ma dove c'è luce non ci può essere il buio, se si incontrano si mescolano, così serve dell'altro spazio dove mettere il buio, se c'è l'acqua non può starci l'aria e così bisogna avere spazio per l'aria e via dicendo. Anche ogni IO occupa uno spazio che cambia un po' col tempo ma è sempre spazio finchè non si decide a lasciare il sacchetto. E così anche con un'altro IO ci si può avivicinare e incastrare in tutti i modi ma si occupa sempre due spazi separati perchè ognuno è chiuso dentro alla sua pelle)
sacchetti insacchettati
dunque all'inizio non si può cominciare subito a stare da soli ognuno dentro al proprio sacchetto perchè si morirebbe di solitudine (Gli IO sono tutti separati nello spazio ma in realtà sono legati tra loro da sacchetti più grandi che però non si vedono)
così per cominciare si sta dentro al sacchetto di un altro IO che poi puoi chiamare Mamma.
non sai ancora che diventerai un IO, non sai che avrai dei bisogni, una strada da percorrere, delle prove, e varie cose definite genericamente “sbattimenti”.
La Scomodità
Poi lo spazio diventa sempre più stretto e per la prima volta scopri la scomodità, ma non sai che cosa sia quindi non ricordo se ne soffri o no. Una volta fuori, capita molte volte di essere scomodi, è una sensazione spiacevole ma vitale perchè è quella che ti spinge a cambiare ( se no ogni IO, potendo, starebbe sempre nella stessa identica posizione.)
Quando si esce tutto d'un tratto scopri che cos'è davvero la scomodità: è il freddo, la luce negli occhi, l'essere soli dentro a un sacchettino bagnato, un buco nella pancia, rumore nelle orecchie. Poi come per magia le scomodità vanno via, una per una, finchè si crolla addormentati, per poi svegliarsi con nuove scomodite e ricominciare da capo.
Solo dopo molto tempo ci si accorge che le scomodità vengono tolte dalla mamma e che essa non è IO ma è un TU, che con calma ti fa vedere tutti i modi in cui si può tornare comodi finchè non impari che ogni volta devi usare stategie diverse
Buchi cicatrizzati
Nei sacchetti ci sono alcuni buchi -che dovrò spiegarvi bene poi- che servono per fare entrare e uscire cose.
In mezzo alla pancia gli umani hanno un finto buco che non serve per relazionarsi (a parte nel caso indiretto in cui una femmina mette una maglietta corta per mostrare l'ombelico e allora della gente poi vuole relazionarsi con lei)
quella cicatrice ci ricorda quel tempo in cui eravamo collegati con un tubo alla mamma e non avevamo nessuna scomodità.
A cercarlo anche dentro l'anima c'è un ombelico che ci ricorda quando eravamo tutti una cosa sola.
Dire le cose
Poi a un certo punto ti accorgi che tutti vogliono farti credere che se non parli nessuno può capirti, tu sai che non è così perchè fino a quel momento non ce n'è stato bisogno, ma tanto dicono tanto fanno che alla fine ti viene voglia di imparare almeno per farli felici.
Allora dimentichi tutto. Perchè impari che ogni cosa ha un nome e smetti di conoscere tutto quello di cui non conosci il nome. All'improvviso ti accorgi che sai solo quello che ti hanno insegnato (cioè pochissime cose!!!) tutto il resto da qualche parte lo sai ma non è più accesibile, nè comprensibile, nè comuncabile. Quindi non esiste.
C'è chi se ne fa una ragione e chi soffre di nostalgia per tutta la vita.
Permessi e proibiti
Ti insegnano anche a vedere e ad ascoltare, ci sono cose che è permesso di vedere e sentire e altre che sono vietate, in ogni paese però cambiano: ci sono posti dove puoi vedere tua sorella posseduta da uno Jiin e altri dove puoi vedere dei tizi vestiti di bianco con le ali, però anche lì devi starci attento perchè non sai mai se poi verrai trattato bene o male, dipende da molti fattori imperscrutabili.
Cose fuori e cose dentro
Il punto in generale è che anche qui c'è una distinzione: quella tra realtà e fantasia. Per loro è una cosa banale ma ci vogliono anni per impararla e comunque non resta chiara per niente.
per esempio quando dormi vai in dei posti, fai delle cose, ma quella non è realtà (anche se è proprio identica) perchè gli altri non hanno visto capitare quelle cose e quindi non è successo niente. Ma converrete che è una regola un po' arbitraria (però è comodo perchè quando ti accorgi che stai sognando puoi sbizzarrirti e nessuno ti sgrida quando ti svegli)
Del resto anche se ti innamori (poi ve lo spiego) gli altri possono non vedere niente eppure tutto cambia e tu sai per certo che è tutto vero; Però poi a distanza di tempo puoi anche dire che non era vero e che ti era solo sembrato.
Poi loro pensano che quello che sta nella tua testa sta lì e nessuno lo può vedere se non decidi di dirlo o di mostrarlo e quindi uno dentro alla testa è libero di fare tutto quello che vuole. Pensano che se due persone sono lontane non possono comunicare se non con strumenti appositi, insomma credono davvero che il loro sacchetto di pelle sia a tenuta stagna, che la realtà stia fuori e la fantasia dentro. Del resto bisogna capirli, hanno creato una situazione così complicata che è normale che cerchino poi di semplificarla (senza accorgersi di complicarla ancora di più)
Buffe regole
Per aiutarsi hanno anche inventato una serie di regole, tutte rigorosamente arbitrarie (e questo dovrebbe essere evidente visto che in ogni posto sono diverse, ma non per tutti è così lampante), una serie di cose che vanno fatte in un certo modo, che si possono e non si possono fare. É una bella idea in sè perchè così non devi pensare ogni volta a che cosa è meglio fare, ma è un po' imbarazzante (intellettualmente) quando poi ti dicono che tu sei giusto o sbagliato se fai o non fai come fanno tutti. Per esempio ai bambini piccoli è permesso camminare su 4 zampe, poi da grandi non si può per nessun motivo abbandonare la posizione su due zampe, neanche se alla fermata dell'autobus si hanno le gambe stanche e maldischiena.
Il ragionamento che ci sta dietro è che è più comodo tenere solo i piedi a terra per avere le mani libere, e questo è sensato, ma se non hai bisogni di avere le mani libere che bisogno c'è di chiudere in ospedali e dare farmaci a chi ha voglia di passeggiare a quattro zampe per la città?
Relazioni tra sacchetti
I sacchetti servono a tenere insieme quelle cose che poi vengono chiamate genericamente IO, ogni io è solo ma in realtà quasi nessuno può davvero stare solo, infatti la penitenza più grave è mettere uno da solo in una stanza per molto tempo oppure buttarlo fuori dal suo sacchetto, (che sono le due cose più temute), li chiamano "carcere" e "morte".
Per relazionarsi con i contenuti degli altri sacchetti ognuno è fornito di vari buchi con funzioni diverse: due buchi servono per fare entrare i suoni, due per le immagini, due per gli odori, uno per il cibo, poi tantissimi buchi miscroscopici su tutta il sacchetto servono per sentire il caldo, il freddo, l'amore, il pericolo, le emozioni degli altri, etc.
da tutti questi buchi escono cose che vengono considerate brutte da descrivere a parte le lacrime e le parole (anche qui solo alcuni tipi di parole e suoni e solo alcuni tipi di lacrime sono benvisti, naturalmente)
Poi ci sono altri buchi che non stanno nella testa o sulla superficie di cui bisogna parlare con molta attenzione oppure tralasciare. Io non posso tralasciarli perchè servono per spiegare quell'importante differenza tra maschi e femmine.
I lui e le lei
Gli umani si dividono in un sacco di gruppi, perchè siccome ognuno è da solo nel suo sacchetto poi ha bisogno di sentirsi in contenitori dove ci stiano più di uno, così ci sono i giovani, i ricchi, i vecchi, quelli di un posto, quelli che pensano alcune cose, quelli che ne fanno delle altre etc.
Dovunque però è molto importante la differenza tra i maschi e le femmine, perchè per creare altri umani bisogna stare attenti a combinarli prendendone uno da uno gruppo e una dall'altro.
La questione è abbastanza semplice sulla carta: le femmine hanno uno spazio apposito dentro cui possono crescere degli umanini, ma siccome gli umanini sono molto impegnativi perchè bisogna insegnargli un sacco di cose (come scacciare le scomodità per prima cosa e poi tutte quelle distinzioni e regole che ci vogliono anni e anni per imparare) è chiaro che una femmina non potrebbe fare questo lavoro da sola.
Per fare in modo che qualcuno aiuti la femmina, ai maschi è stato messo un buco di meno e aggiunto un pezzo in più (di cui sono molto orgogliosi perchè gli permette di fare la pipì in piedi).
-sì, lo so che non è facile intuire il nesso, adesso ve lo spiego-
è stato stabilito che per cominciare un piccolo fosse necessario un semino proveniente da un maschio, in modo che anche lui si sentisse coinvolto in questo lavoro di portare avanti la specie, Ma noi sappiamo che l'essere umano per sua natura cerca di non cambiare la situazione in cui si trova e quindi l'unico modo per indurre un maschio e una femmmina ad accollarsi sbattimento di un figlio è quello di rendere molto desiderabile l'incontro tra lo spazio libero e il pezzo in più.
PER OGGI MI FERMO QUI, POI CERCHERò DI SPIEGARVI MEGLIO PERCHè L'INVENZIONE DEI SACCHETTI, PER QUANTO INGEGNOSA E ASTRUSA, ABBIA UN SUO SENSO...
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