venerdì 29 luglio 2011

Il mostro del profondo

Era una sorta di mummia bendata,
mi seguiva per cunicoli
corridoi bassi spogli al neon
correvo correvo inseguita
terrorizzata senza fiato
labirinto di mura grigie
finchè arrivavo alla stanza
sedie in cerchio
adulti seduti parlano
mia madre
mi rifugio sotto la sua sedia
accanto alla borsa
non immagina ciò che ho vissuto

Avevo pochi anni
mia madre insegnava
in una scuola elementare.



***
Grande edificio, gente
stanze, corridoi
scale che salgono e scendono
mi perdo
da sola
seminterrato, cantine
luci rotte
muri scrostati
angoscia
buio
terra
umido
rumore
c'è qualcuno!
Fuggo
corro
corro
salgo
salgo
esco
mi sveglio ancora tremante

Passano gli anni
e cambiano gli ambienti
oratori pieni di vita
con sotto scantinati abbandonati,
areoporti-centri commerciali
con sotto viscere oscure,
megacascine ristrutturate
con sotto cunicoli sepolcrali
Inizialmente ci capito per sbaglio
e mi sveglio terrorizzata
poi mi ci addentro di proposito
ma sono in gita con dei bambini
mi sento responsabile per loro
e a sentire i rantoli del mostro
mi si piegano le ginocchia

Poi capisco che se è cattivo
è solo perchè è chiuso lì sotto

Poi capisco che non può essere cattivo:
se così fosse mi avrebbe già presa.

Poi capisco che è importante
che superi la paura
e lo incontri.

E finalmente questa notte l'ho incontrato.
Dopo ventotto anni.




Sono con dei bambini,
non figli miei, li tengo d'occhio
li seguo per dovere
distrattamente
quando mi accorgo che sono alle soglie della grotta.
“bambini, tornate indietro”
ordino a voce alta, senza tradire l'ansia.
Non vengono,
giro l'angolo
nel buio
la grotta è chiusa con una grata
meglio così.
“bambini, andiamo”
“guarda! Guarda!
C'è lo squilibrato della caverna!”
gridano i bambini esaltati.
Brivido freddo.
“venite via!”
Ma loro non hanno paura
sono contenti!
E' la mia occasione per vederlo.
Mi avvicino un poco
non troppo
ma è buio
sono senza occhiali
si intravede una sagoma informe
possente scura
sporca animalesca
grigia senza volto
si muove come un gorilla
emette versi mostruosi
ma non sembra aggressivo.
“bambini, bisogna trattarlo bene
-dico con voce malferma
Salve- rivolgendomi a lui- Come sta?”
Mi avvicino di più.
C'è una signora, ben vestita,
al di qua delle sbarre
gli sta parlando
serenamente.
Adesso vedo che cosa c'è oltre la gabbia:
un ampio spazio
luminoso, grandi finestre e porte
su altri ambienti colorati.
Tappeti cuscini divani
adulti e bambini sparsi
in un circolo spontaneo
sul parquet luminoso
con strumenti musicali.
“scusate, potete andare via-
ci dice gentilmente un uomo giovane-
stiamo per improvvisare”
“non possiamo sentire anche noi?”
chiedo speranzosa.
“Non ci piace il pubblico
non ci piacciono i curiosi
che vengono a vedere
il matto delle grotte.
Se volete sentire
dovete entrare”
La grata è aperta.
Si intravedono altre stanza
una cucina con mobili di legno
dipinti di rosso, giallo e blu,
altre vetrate, forse un orto
gente serena colorata,
tra loro lui, sagoma senza forma
senza vestiti, sporco
animalesco, senza volto
perfettamente a suo agio.
Nessuno gli ha imposto di lavarsi
vestirsi, imparare la lingua,
è uno degli abitanti
unico come tutti
e accettato così come è.

1 commento:

chiara benedetti ha detto...

ciao Charo
mi chiamo Chiara e sono n'amica di Giulia di Trieste. lei mi ha parlato del tuo blog e io mi sono messa a dargli un'occhiatina. Giulia mi diceva che parlava di terra e di bambini e cosi mi ha incuriosita visto che ho una grande pancia e che vivo a contatto con la terra. Cosi se ti va di scrivermi e conoscerci in maniera virtuale ti lascio la mia mail per poi magari conoscerci dal vivo
svietarasta@yahoo.it
a presto
chiara