1) cercare di lavorare con i bambini che camminano sulla tastiera, gridano, mi invocano e piangono fino a livelli parossistici di insoddisfazione e insofferenza reciproca
2) cogliere la scusa del primo giorno di capodanno ebraico dell'anno 5772 e dedicare due ore di pomeriggio a festeggiare con i miei figli.
Per la prima volta dopo mesi non ho scelto l'opzione 1.
Oggi è il giorno indicato per fare Taschlich, che in ebraico credo voglia dire semplicemente "gettare": si va insieme vicino a un corso d'acqua e ci si svuota le tasche, svuotando con esse l'anima dall'anno passato, per essere pronti a cominciarne un nuovo.
Per quest'anno il mio proposito è semplice. Voglio esserci.
Voglio esserci in quello che faccio, essere lì e non in mille altri posti con la testa, nel futuro, nel passato, nel lavoro, nell'elenco di cose che vorrei o dovrei fare. Sì, la saggezza assume spesso le sembianze della banalità.
Inizio oggi.
Prima di arrivare fino al torrente Crenna ci sbucciamo un po' di ginocchia, incontriamo rovi e ortiche.
Jonas prende un lungo ramo reciso con foglie secche e lo tiene alto di fronte a sè: "Ecco il nostro simbolo". Anche la Mimmi e il piccolo Carlo vogliono il loro Cimbolo. La Mimmi sceglie un fiore di tarassaco, Cimbolo del Sole.
Raccogliamo anche molti Cimboli dell'Autunno (le prime foglie di vite arrossate, semi volanti di acero, medaglioni di lunaria, bacche di rosa canina, pigne e ghiande coi loro cappellini).
Poi però nella foga finiscono tutti nel fiume.
"Ciao salamate che abbiamo fatto quest'anno, arrabbiature, litigate, capricci,
sgridate inopportune, nervosismi, disattenzioni, menefreghismi,
perdite di tempo e di buonumore, parole in esubero, pensieri in esubero,
energie malinvestite in critiche e disinvestimenti in cose importanti.
Non vogliamo più fare le stesse salamate,
per l'anno prossimo ce ne inventeremo di nuove!
Ciao pesci che nuotate liberi e state attenti a non finire nelle reti
come noi che non vogliamo cascare nelle solite salamate
Ciao acqua che scorre e si muove sempre
come noi che non vogliamo stare fermi nella nostra salamitudine
Ciao torrente che scorri e scendi e vai e cresci insorabilmente fino al mare
come la forza che ci sostiene e ci guida
Pucciamo i piedi e iniziamo da qui a lavarci per arrivare tra dieci giorni ad aver lavato tutto,
chiesto scusa e fatto pace,
aver fatto ritorno alla lucidità che avevamo prima di nascere
quando era chiaro perchè stavamo scendendo sulla terra,
aver cercato di aderire ancora- come è nella nostra natura -al il divino.
E tra dieci giorni, digiunando aspetteremo di sentire il tuo corno chiamarci col fiato sospeso
per sapere il verdetto finale nel Giorno del Giudizio:
verremo scritti tutti nel Libro della Vita anche quest'anno?
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