sabato 14 settembre 2013

Il posto giusto dove crescere


Piazza Adigrat, loco natìo
Questo è il mio bosco di quando ero piccola. Un centrotavola senza strisce pedonali per raggiungerlo, dove ci andavano solo i cani a cagare. E le auto che ci sfrecciano intorno, un avanzo di bosco assediato.

Andando al liceo in autobus alzavo gli occhi dai compiti che non avevo finito di fare la sera prima, per guardare il parchetto di Largo Marinai d'Italia e immaginare socchiudendo gli occhi che quegli alberi fossero il limitare di un bosco infinito (in inverno era più difficile...) e contemplare il monumento a non so quale valore patrio che dentro di me era invece una Nike di Samotracia, con il suo anelito alla libertà, libertà di essere senza testa da riempire di nozioni...
La Nike dei Marinai d'Italia
e dietro al tribunale... il mare!
Arrivata al Palazzo di Giustizia, dietro a quell'ammasso pesante di fascismo senza grazia, immaginavo che lì dietro, vedi lì dove si gira a sinistra... non ti sembra che lì il cielo sia un pochino più azzurro? lì dietro c'è il mare, ancora due passi, ancora due pedalate e sei sulla spiaggia. Così riuscivo a convincermi a fare di mia volontà quell'ultimo tratto fino alle porte del Berchet. Dove dovevo stare seduta (dritta!) per molte ore, ad ascoltare cose che nella maggior parte dei casi avrei preferito con minore spreco di tempo ed energia leggermi e studiarmi a casa, visto che erano tutte presenti sui libri. Studiare mi piaceva. Stare a scuola no. E se fuori c'era il cielo azzurro era ancora peggio.

Avevo giurato che non avrei fatto crescere i miei figli a Milano, in un appartamento, orfani di cielo e di terra. Ho mantenuto la promessa e so che loro ci hanno scelto come genitori sapendo che avremmo fatto di tutto per farli crescere in un contesto naturale, sano, dove godere pienamente delle stagioni, dove conoscere il valore delle cose come lo conoscono i vecchi del paese, dove sperimentare anche la vita comunitaria e la condivisione di tempo spazi e progetti.
E nel pacchetto di questa vita c'è anche la scuola pubblica di Varzi. E allora va bene la camicia nera a scuola, va bene vedere i filmini dopo pranzo all'asilo, va bene così.
Va bene così finchè ai miei bambini rimane la gioia e la voglia di imparare. E la mamma impara ad adattarsi al mondo che si è scelta.
Jonas a Piedinterra!

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