mercoledì 17 novembre 2021

Regole di libertà

Regole per essere liberi e felici (perfino in coppia)


Ci prendiamo quattro giorni solo per noi, mentre i bimbi sono al mare coi nonni.
E’ da anni che vorremmo fare la Via del Sale, da Varzi a piedi fino al mare.
Però il mare come direzione, non come obbiettivo che poi se piove o ci si vuole fermare a fare un bagno la fiume e non si arriva al mare ci si incazza.

Regola Numero Uno: niente aspettative, facciamo il patto che tutto quello che arriva a bene, va bene?
L'importante per me è solo stare bene insieme. E stare fuori casa 4 giorni. E camminare. E non usare la macchina. E non portarsi la tenda che pesa troppo. E fare il bagno nel fiume. E fare il fuoco. E fare l'amore.
Insomma a me va bene tutto, escluso il caso in cui non si faccia tutto quello che voglio io. (la regola numero uno la butto nel cesso prima ancora di partire). Ma tu giurami che se qualcosa non va come vuoi tu non ti prendi male perchè volevi per forza andare al mare e se non si arriva al mare che senso aveva tutto il cammino. Perchè non c'è una strada per l'amore. L'amore è la strada.
Il primo giorno non partiamo presto perchè preferiamo iniziare l’idillio con una mezza giornata per litigare su cosa fare dal momento che probabilmente pioverà e questo scasina tutto, anche se invece non scasina niente perché va bene tutto, ma un minimo bisogna prevedere dove andare passando per dove con o senza saccoapelo con o senza macchina per un pezzo, con o senza fornelletto e spesa, con o senza cartina, con o senza fiducia nella provvidenza. Alla fine optiamo per i tutti i "senza" possibili e immaginabili e dopo estenuanti discussioni ci incamminiamo esattamente lungo la via del sale, come avevamo stabilito da sempre, seguendo il percorso che ciascuno dei due avrebbe fatto se fosse stato da solo ma siccome non sei da solo è giusto discuterne fino allo sfinimento perchè non ha senso rinunciare a una una bella litigata solo per il fatto che si è d'accordo.


Regola numero due: va bene anche non stare bene, va bene anche litigare purchè serva capire qualcosa e ad evolversi ( e magari a non ricascarci più)
Che cosa posso imparare da questa occasione di crescita costituita da questa sclerata? che litigare è uno spreco di tempo? Che in premestruo dovrei stare muta? boh, insomma che cavolo ne so, la regola numero due la metto in pratica per la prossima volta, adesso non ho voglia di pensarci. L'evoluzione può aspettare.
Così partiamo alle 13 e ci prepariamo a fare 20 kilometri, in 6 ore con un dislivello di oltre 1300 metri.
Regola numero tre: porsi obbiettivi raggiungibili. (prerequisito: avere una percezione realistica dei propri limiti e delle proprie risorse, nonché delle condizioni esterne). La regola tre è noiosa.
La salita tira, Ale cammina tre passi avanti a me, un perfetto musulmano: la donna deve camminare tre passi dietro all’uomo. Naturalmente nel suo mondo oltre lo specchio sono io che resto tre passi indietro, ma questo lo scopriremo solo alla fine della passeggiata.
Regola numero quattro: è vero che sei il centro del mondo, ma solo del tuo. Là fuori ci sono altri umani che hanno altri centri e altri punti di vista. Una donna deve imparare a mettersi nei panni e nei boxer del suo uomo, così come un uomo dovrebbe provare a mettersi nel reggiseno della sua donna per capire che cosa essa cela nel cuore. Tuttavia il processo è complesso e di solito una volta tolti i panni ci si dimentica di scambiarseli.
La regola numero quattro non è praticabile. Che ne so io di che cosa frulla nella testa di quell’oca/gorilla?
Dopo qualche ora di cammino, il sentiero si dirama in varie opzioni, nessuna delle quali è segnalata. E’ una buona occasione per litigare. Ma nessuno vuole litigare. Secondo me potrebbe essere di lì, ma se pensi di là per me non è un problema, andiamo di là, se poi è sbagliato torniamo indietro. A me va bene tutto. Secondo me di lì si scende verso la Valle Staffora, si arriva a Bosmenso. Allora andiamo dall’altra parte, ma secondo me è di lì. Allora andiamo dove dici tu, amore. No, no, andiamo dove dici tu. Ah, no, andiamo dove dici tu se no poi se è sbagliato ti incazzi. Va bene, allora andiamo di là ma se poi arriviamo a Bosmenso torniamo a casa, io mi rifiuto di andare in un posto che dista 15 minuti da casa, allora tanto vale andare a dormire in una pensione a Varzi. E no cazzo! Io avevo detto che mi andava bene tutto eccetto tornare a casa. Io a casa non ci torno! Tornaci tu d solo! Ok, allora però sei tu che non rispetti i patti, avevi detto che volevi stare insieme a me ma non vuoi stare a casa con me. E sei tu che hai delle aspettative che poi ti incazzi se le cose non vanno come vuoi. Sei tu invece che non vuoi stare con me! Alla prima cosa che non gira come vuoi tu te ne vuoi andare! (sottotitolo: se tu mi amassi saresti felice di essere con me dovunque siamo, anche se siamo solo a 15 minuti da casa / se tu mi amassi saresti felice di essere con me dovunque siamo, anche a casa = ERGO tu non mi ami.)
Regola numero cinque: cercare di rispettare le regole numero 1, 2, 3 e 4 prima di continuare a cercare nuove illuminanti regole illuminate. La regola numero 5 non vale, soprattutto non vale quando si è incazzati. Sostituire la regola numero cinque. Grazie.
Nuova regola numero cinque: quando si è sopraffatti da un’emozione applicare il metodo dell’osservatore interno imparziale e procedere con le seguenti operazioni:
 a) scindere completamente ciò (o chi) ha provocato l’emozione dall’emozione stessa.
b) concentrarsi sull’esperienza in sé dell’emozione, senza giudicare se essa sia positiva o negativa, senza giudicare se stessi per il fatto di stare provando questa emozione e soprattutto senza giudicare quello stronzo che l’ha provocata. Come se si fosse un testimone neutrale che semplicemente rileva ciò che sta avvenendo, senza esserne minimamente coinvolto.
c) portare l’attenzione alle percezioni fisiche che si provano, quale punto dell’addome si è contratto, il movimento delle gambe che improvvisamente camminano al triplo della velocità pur di distanziarsi dalla fonte di tutte le incazzature, la sensazione del bruciore alla gola dopo aver gridato degli insulti a squarciagola nel bosco, il respiro, il fruscio del vento tra gli alberi, il calore del sole sulla pelle, la meraviglia del paesaggio, l’odore del sottobosco, il piacere di camminare da soli nel silenzio, al proprio ritmo, senza aspettare nessuno, senza farsi aspettare da nessuno, senza dipendere, senza qualcuno che dipende da te. Sto proprio bene. Non sono mai stata così bene. E’ proprio bello stare da soli. Forse staremmo meglio tutti e due da soli. Magari tra qualche anno, con i bambini un po’ più grandi, potremmo anche lasciarci, andare ognuno serenamente per la propria strada.
Grazie alle indicazioni di una coppia arrivata imbarazzantemente proprio nel bel mezzo della scena madre che ci dice che in effetti per di là si arriva proprio a Bosmenso (neanche riesco più a ricordarmi se ero io o era lui che voleva andare di lì, quindi non posso neanche prendermi il piacere del velenoso te lo avevo detto) ci incamminiamo questa volta nella giusta direzione tenendo abbastanza distanza da non essere vicendevolmente a portata di vista né di orecchio. In quella mezz’ora di passeggiata solitaria tra il canto degli uccellini e i raggi di sole che filtrano tra le foglie io svolgo diligentemente le fasi a, b e c e quando ci ritroviamo al bivio seguente entrambi abbiamo il volto disteso e la voce pacata. Procediamo in un silenzio rilassato, fianco a fianco sulla strada asfaltata, come i coniugi vecchietti che nei momenti di massima passione ci auguriamo ardentemente di diventare.
Grazie alla proverbiale volubilità femminile e alla pessima memoria emotiva maschile, nelle ore seguenti nessuno sembra ricordarsi di aver mai avuto il benchè minimo momento di tensione di coppia nell’ultimo decennio.
Regola numero sei: Grazie alla proverbiale volubilità femminile e alla pessima memoria emotiva maschile. Grazie mille davvero. A volte dimenticare è un nobile gesto.
Ormai abbiamo fatto i nostri quasi 1000 metri di dislivello, con tanto di salita molto ripidosa, da affrontare a tratti a quattro zampe, senza nessun segnalazione di sentiero e quindi con una altissima probabilità di stare sbagliando strada mentre il sole cala dolcemente e non si intravedono sintomi di civiltà umana. Ormai la regola numero uno è introiettata: niente aspettative

......fine prima parte... la seconda non l'ho mai scritta, l'esperienza risaliva a molti anni fa, ricordo vagamente che nell'arco delle tre giornate che avevamo dedicato a noi abbiamo attraversato una divina commedia passando da inferno purgatorio e paradiso, ma in ordine sparso, non ricordo come sia andata a finire, presumo bene, se non fosse che poi ho iniziato a scrivere le mie riflessioni per poterle condividere, l'altro in questione non ha gradito e io sicuramehte mi sarò offesa. Peccato, sarebbe stato bello continuare a cgare perle di saggezza da non mettere in pratica mai e poi mai.

1 commento:

Enrico ha detto...

senza nessun segnalazione

on ha gradito e io sicuramehte mi sarò offesa.