La parola italiana che i ragazzi catapultati in Italia dai quattro angoli del pianeta cercano e si illuminano quando la incontrano, perchè gli calza a pennello, è “nostalgia”.
Nonostante l’evidente etimologia greca (νόστος=ritorno + άλγος = dolore), questo termine non esiste nella lingua greca, poichè si tratta di un neologismo creato nel XVII secolo da uno studente di medicina alsaziano che studiava lo stato patologico dei mercenari svizzeri al servizio di Luigi XIV che si ammalavano e arrivavano a morire per la sofferenza causata dalla lontananza dalla propria terra e dagli affetti.
Poter tradurre in parole ciò che abbiamo dentro può essere davvero liberatorio, ricordo di essermi commossa fino alle lacrime quando ho incontrato, studiando il romanticismo, la parola tedesca Sehnsucht, un desiderio struggente e infinito per qualcosa di irrangiungibile e al tempo stesso dolorosamente indefinibile.
Sono sempre i tedeschi che hanno una parola che ho appena scoperto e che mi ha fatto esclamare “Ah, ecco!!! Se esiste una parola per definirlo allora non succede solo a me!”. Si tratta del termine fernweh, che indica la nostalgia per un luogo che però in realtà non si conosce perchè non ci si è mai stati.
segue
4 - Autorizzare la nostalgia ingiustificata
5 - Nostalgia ereditaria
6- Lingua madre e lingua matrigna
7 - I linguisticamente zoppi e i bilingui
8- Test della nostalgia
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4 - Autorizzare la nostalgia ingiustificata
5 - Nostalgia ereditaria
6- Lingua madre e lingua matrigna
7 - I linguisticamente zoppi e i bilingui
8- Test della nostalgia
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