A grande richiesta, per tutti quelli che ci chiedono “ma come avete fatto...?” passerò ad elencare le semplici mosse che, se seguite alla lettera, vi permetteranno di arrivare a vivere in luoghi ameni e a ricrearvi, in sole 3 settimane, una movida milanese da far invidia al Leoncavallo.
PRIMA FASE: Come andare a vivere in campagna
1 Nascere in una grande città e desiderare fin dalla più tenera infanzia di vivere in campagna.
2 Scervellarsi cercando soluzioni alla contraddizione: “Ma perchè non costruiscono le città in campagna?”
3 Studiare la cartina di Milano cercando il luogo con maggiore superficie colorata di verde raggiungibile con la metropolitana (Gessate).
4 Delineare durante la prima giovinezza un quadro piuttosto dettagliato della Grande Cascina dei Sogni, tracciando orti, camini, campi, amache, laghetti, prole a profusione, scuole naturali, pannolini di stoffa, forni a legna e umanità varia.
5 Aderire ad un progetto conforme ai sogni con carissime amiche della prima giovinezza in procinto di trasferirsi in una cascina in Toscana, quindi partire per il Guatemala sei mesi.
6 Tornare dal Guatemala e portare a termine il corteggiamento messo in atto nei confronti di un vetrinario biciclettista antico amore (primo ed ultimo, si spera) giudicato idoneo al progetto sopradescritto. Rimandare il trasferimento in Toscana in attesa di prendere la patente il numero di mesi sufficiente per fare emergere chiaramente che in effetti forse mah, beh, forse in qualche modo in una certa misura potrebbe quasi essere che fosse meglio così e mettersi a sistemare un bilocale in Città Studi.
5 Giurare di non crescere mai e poi mai i propri figli in città, e figliare dopo la prima settimana nel suddetto bilocale (il giorno dopo aver firmato un contratto di lavoro co.co.pro.filo)
6 Valutare che in effetti forse in città fa schifo ma avere dei nonni nei pressi non è male e poi tutto ciò che offre la città, gli amici, i corsi, i concerti, gli spettacoli, il lavoro, le iniziative, la cultura, la musica... Figliare nuovamente e non avere più tempo né energie per gli amici, i corsi, i concerti, gli spettacoli, il lavoro, le iniziative, la cultura, la musica.
7 Decidere che si deve andare a realizzare la Grande Cascina dei Sogni al più presto dal momento che, anche se in campagna magari “sconti un certo isolamento culturale”, tanto comunque quando hai figli lo sconti pure in città. Fare riunioni con un po' di amici molto motivati e scoprire che i motivi sono molti ma per molti motivi non è facile iniziare: certo se si avessero molti soldi, certo se ci fosse una campagna molto vicina al posto di lavoro, certo se il lavoro si trasferisse in cima a una montagna, certo se i nonni si trasferissero nei pressi, certo se tutti gli amici si trasferissero in massa con noi...
8 Entrare in maternità alla fine del contratto a progetto (lei) e – contemporaneamente - non ricevere il rinnovo del contratto per il lavoro di biciclettaio (lui); convenire che o si cambia vita adesso o non lo si fa più.
9 Guardarsi nelle palle degli occhi e chiedersi: ma siamo sicuri che è vero che vogliamo andare a vivere in campagna? E' vero che vogliamo rinunciare a Milano? Che vogliamo rinunciare a lamentarci del fatto che ci sono così tante cose interessanti da fare che non se ne fa nessuna? A lamentarci che hai così tanti amici che non hai mai tempo di vederne nessuno? A lamentarci che tutti hanno così tante cose o lavori da fare che nessuno ha tempo di vederci? ...siamo sicuri che vogliamo rinunciare al supremo piacere di lamentarci? E rischiare che poi da vecchi non potremmo dire “ah, ci sarebbe tanto piaciuto vivere nella natura...ma il lavoro, i figli, i parenti, il calcetto, la possibilità di fare cose che magari non fai ma potresti fare, la raccolta dei bollini all'esselunga, la crisi, il culo pesante...ah, se fossimo andati a vivere in campagna la nostra vita sarebbe migliore, i nostri figli ci rispetterebbero, noi ci ameremmo ancora e non saremmo dei panzoni flaccidi e nevrotici...”
10 Stabilire che la campagna è bella se ci vai con tanti amici se no poi va finire che ti isoli e ti ammazzi ad accettate in famiglia, che se vivi in un posto bello ma uno passa la vita in macchina per lavorare a Milano e l'altro(a) passa la vita reclusa dietro ai figli, le conserve e le chiacchiere di paese alla fine uno non si gode neanche un po' di bucolicità e l'altra se la gode troppo. Rinunciare tacitamente alle illusioni dell'infanzia e della giovinezza in nome di una cinica e pragmatica maturità.
11 Lasciare passare un numero di mesi di disoccupazione sufficienti per fare sentire i genitori del pater familias in dovere di sollecitare qualche forma di ricerca attiva dal momento che “il lavoro non ti viene mica a cercare a casa”; rispondere al telefono il giorno seguente e dire “Bella Fede, da quanto tempo...ah! ....ma davvero? beh, ma da quando? .....Si potrebbe fare, scusa un attimo che chiedo – Charo, senti Fede mi chiede se da settimana prossima voglio andare a fare il cowboy sul Monte Penice, accetto?”
12 (mi ero dimenticata un passaggio fondamentale da fare prima: la famiglia del veterinario che fa il biciclettaio dovrebbe anche possedere una tenuta in campagna, giusto sulla prima collina dopo la pianura padana a un ora di automobile dal summenzionato Monte Penice)
13 Accettare lavoro e trasloco nella casa di villeggiatura senza pensarci troppo su, considerando che è aprile e che c'è tutta l'estate per valutare se continuare il lavoro anche a settembre e trasferirci di conseguenza a vivere un po' più vicino alle mucche, tipo verso Varzi che non è troppo fuori Milano.
14 Realizzare dopo tre giorni che non c'è nessun motivo per tornare a Milano a settembre dal momento che la parte femminile della coppia ha venduto l'anima alla Zanichelli e dovrà consegnare il proprio scalpo alle colleghe se non si dedicherà intensamente all'antologia e che questo lavoro si può fare molto comodamente da casa con tutti i figli che gridano appesi alla gonna e al mouse.
15 Trascorrere un'amena estate sognando la nuova vita in quel di Varzi, coi figli piazzati all'asilo e al nido, nuovi amici più o meno fricchettoni con progetti di scuole libertarie e ampi locali dove organizzare corsi, incontri, mostre e serate al femminile, fino al giorno in cui, durante la prima romantica cenetta senza figli, si scopre che ogni partner ha un suo progetto non tanto condiviso dall'altro: la scena madre inizia con lui che dice “ma perchè mi pressi con 'sta storia di cercare casa a Varzi? Si sta così bene nella magione della mia famiglia, con la mia mamma e il mio papà e quella comoda autostrada che puoi percorrere a piedi coi bambini se vuoi fare una passeggiata sulle colline o se vuoi comprare il pane in quel ridente borgo dove tutti sanno come ti chiami e quanti buchi hai nel maglione ma anche se ci vado da quando sono nato non conosco nessuno.” il sipario si chiude con lei che si getta al suolo in lacrime gridando “NON VOGLIO VIVERE DA RECLUSA!VOGLIO ASILI, NIDI, SUPERMERCATI, VITA SOCIALE! VOGLIO LA MACCHINA! VOGLIO UN APPARTAMENTO A VARZI! SE NON AVRò UN APPARTAMENTO A VARZI ENTRO IL RPIMO SETTEMBRE MI UCCIDO!” e la signora dell'agriturismo che chiama i carabinieri per fare arrestare quel porco maschilista.
16 Trascorrere un mese sul piede di guerra mentre si deve scegliere tra un appartamento in un vicolo affacciato sui muri di fronte (toccabili con mano se ci sporge dalla finestra, ma già arredato) e un appartamento con una bella vista perfettamente vuoto, senza nemmeno la cucina; spedire il partner a fare un bel giro in bici sui monti con gli amici e nel frattempo smazzarsi tutto l'inscatolamento della casa di Milano coi marmocchi appesi alla gonna, ritrovarsi l'una stanca stravolta e l'altro pure, guardarsi in cagnesco e chiedersi “per i bambini come facciamo? Un mese a testa?”
17 Spedire il partner a firmare il contratto per l'appartamento vuoto a Varzi e le pratiche per il divorzio; se l'amministratore rimanda l'appuntamento di un giorno, nel frattempo si può andare a vedere un'altra possibile casa che sarebbe libera a dicembre e che è in un paesino a dieci minuti da Varzi, col giardino, l'orto, il camino, la stufa, i caloriferi, i campi, il trattore, i cani, il sole, i prati, i boschi, l'aria di montagna, l'alba, il tramonto, la neve, gli alberi da frutta, i baci gli abbracci le lacrime di gioia e il messaggio per l'amministratore dell'appartamento vuoto “non lo prendiamo, grazie comunque e scusi tanto”
SECONDA FASE come restare al centro della festa in una frazione di 15 case
1 Cominciare - qualche settimana prima di trasferirsi nella frazione a 600 metri senza mezzi pubblici che la colleghino alla civiltà – a mandare messaggi subliminali a tutti gli amici che si desidererebbe avere come vicini di casa e che si mostrano vagamente desiderosi di allontanarsi da Milano “andremo a vivere a Sagliano, anzi per precisione Buschi, nei buschi dietro casa ci sono tantissimi funghi e ci prestano anche i cani che scavano i buschi per terra e trovano i tartufi, no, non ti buschi l'influenza Sa, gli hanno messo una stufa collegata ai caloriferi, da Varzi sagliamo su in 10 minuti.” tanto che alla fine Sagliano diventa sinonimo di tutto ciò che di bello e giusto c'è al mondo.
2 Prima ancora del trasloco effettivo spedire comitive di umani per un sopralluogo con fini coloniali, obbiettivo: riempire tutte le case vuote di Sagliano e Buschi, farlo diventare un Monluè con vista monti e aria pulita, tirare in mezzo tutti i giovani del luogo (qui ci si definisce giovani fino ai cinquantanni, è l'aria di montagna che fa bene) e farsi adottare da tutti i nonni novantenni che se ti vedono senza fiato e con la schiena a pezzi, dopo aver finito di spalare la neve in maniche di camicia, vengono a darti una mano a spaccare la legna.
3 Cominciare coll'infiltrare un branco di musicisti buontemponi nella canonica della Chiesa di Santa Maria Assunta in Grandi Dosi, dove essi al posto di pagare l'affitto si impegneranno a rendere abitabile la casa col loro calore animale, la musica, la simpatia e l'aiuto di Santa Maria Assunta in Grandi Dosi. Essi -al secolo: Nema Problema - avranno il compito di conquistare uno per uno gli abitanti con concerti e bevute nell'immenso bar di Sagliano in mezzo a kilometri di prati e organizzare per l'estate il festival degli artisti di strada per il quale Sagliano passerà alla storia e riceverà grandi finanziamenti dalle Quattro Province che ne contenderanno l'annessione con la Giamaica.
4 Procedere col cingere d'assedio l'ex osteria di Sagliano (saloni, cucina, bancone da bar, balera all'aperto, orto e piano di sopra abitabile tutto incluso) con un numero di persone interessate a dividersi l'affitto variabile tra 2 e 18 a seconda delle congiunzioni astrali del momento.
5 Spedire varie altre coppie con bambini a visitare le possibili case vuote in compagnia del preziosissimo assessore Marco che però preferisce farsi chiamare “Varie ed Eventuali” e che possiede contatti con i vari progetti nelle varie realtà sociali dalla casa di riposo alla comunità dei disabili al quale fornire al più presto il curriculum.
6 Traslocarsi infine con tutta la famiglia e aspettare il fine settimana per ultimare il riordino ed essere invasi da tutti i soprannominati più altre manciate di umani mai visti primi intenzionati a trasferirsi a breve a Sagliano.
7 Ospitare a ciclo continuo amici con figli che cucinano, fanno a spesa, lavano i piatti e intrattengono i nostri figli e, perchè no, ci fanno pure qualche trattamento shiatsu (grazie amici per la calda accoglienza a casa nostra!)
7 Organizzare nel primo fine settimana che parrebbe senza impegni un intimo pranzetto solo con i cugini da parte materna e ritrovarsi con una decina di musicisti, una decina di aspiranti all'ex-osteria e una ventina di amici del cowboy che ancora non avevano visto la casa e solo una cuginetta avanzata dal programma precedente ma dotata di grande spirito di adattamento. Organizzare nel giro di due giorni un megapranzo di polenta nel bar di Sagliano per festeggiare la riuscita della Prova Carisma e ringraziare la Divina Provvidenza; accompagnare e abbandonare i figli per il sonnellino a casa coi nonni e riprecipitarsi giù per i campi fino al bar giusto in tempo per sentire l'ultima canzone dei Nema Problema e fare appena in tempo a sflilarsi calzamaglia di lana e canottiera di lana da sotto il completo ghepardato per ballare sui tavoli ma purtroppo il concerto è già finito e ci saranno altre occasioni.
Nota a margine: a detta di molti del completo ghepardato si potrebbe anche fare a meno. Altri l'hanno trovato in tema.
P.S. la cugina sopramenzionata è riuscita in quell'occasione a realizzare il desiderio che aveva espresso nell'accettare l'invito, ossia trovarsi un fidanzato. Ora hanno un bambino meraviglioso a dimostrazione del fatto che a Sagliano i desideri si avverano molto facilmente
2 commenti:
sei un genio charo, verremo a trovarti presto, noi donne della congrega le kamasutra..
comunque BRAVA! hai davvero tutta la mia stima.
baci, carola
Che bella persona che sei! Ciao da Rosetta.
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