sabato 20 agosto 2011

Charo e Charo

Due omonime famose agli estremi:

La Charo del Cuchi Cuchi (nome completo: María del Rosario Pilar Martínez Molina Gutiérrez de los Perales Santa Ana Romanguera y de la Hinojosa Rasten) spagnola di famiglia non benestante, racconta di essere arrivata negli stati uniti giovanissima ed essersi proposta come chitarrista di flamenco in un locale. Il gestore, dopo un rapida occhiata al suo decoltè, la assunse persuadendola a lasciar da parte la chitarra.
Con i primi soldi guadagnati grazie al movimento pelvico da lei battezzato Cuchi Cuchi, la poveretta pensò bene di trasformare il suo grazioso naso a patatina in una brutta copia di quello di Michael Jackson.
Gli anni passano, ma Charo lo nega: secondo lei i preti si sono sbagliati a dire che è nata nel 1941, perchè lei in realtà è del 1951 (questo le ha creato alcuni problemi quando si è sposata a soli 15 anni....)
Provo compassione per questa bambina invecchiata, che dopo una vita passata in America parla ancora l'inglese con un accento spagnolo che al confronto la mia professoressa di inglese delle superiori sembra una madrelingua, con il suo sentirsi in dovere di avere lo stesso tipo di sensualità che aveva a 20 anni (o 10, che dir si voglia), i video imbarazzanti nei quali dimostra le sue abilità di chitarrista sempreverde, anche quando sono al servizio di cause nobili come la sensibilizzazione contro la corrida, e quel povero vitellino accanto a cui lei ancheggia affannosamente nella discoteca piena di arrapati, che forse si sta chiedendo se non sia più gradevole correre nell'arena sperando di incornare il caliente torero palestrato.



Charo Cofrè invece è cilena, chitarrista anche lei e allieva di Violeta Parra (motivo per cui sua figlia si chiama Violeta). A sedici anni, vince il primo premio al più importante festival canoro del Cile: "Facciamo del Folklore un'arma per la nostra lotta", dopo il golpe fa spettacoli nei quartieri operai, suona e canta con suo marito, nel suo video si mostra serena e dolce sformata dalla gravidanza, estenuata e sorridente dopo il parto, materna e affettuosa con la sua bambina impiastricciata di cibo, invecchiata e commossa accanto a sua figlia che si sposa.




Girotondo tondo
è nata la mia bimba
la rosa e la stella
muoiono di invidia

Girotondo tondo
perchè alla mattina
il sole è il suo re mago
la luna una fatina

Girotondo tondo
la mia gran fortuna
è la mia farfalla
in un bocciol di culla

Girotondo tondo
la mia bimba cresce
già gioca e canta
con gli altri bambini

Girotondo tondo
allegria e pena
la mia bimba ride
alla luna piena


Girotondo tondo
la mia gran fortuna
è la mia farfalla
in un bocciol di culla


Girotondo tondo
la mia bimba in bianco
la gioia sprizza
dai suoi occhi dolci

Girotondo tondo
Ora è innamorata
la mia piccolina
se ne andrà da me


Girotondo tondo
la mia gran fortuna
è la mia farfalla
in un bocciol di culla

1 commento:

Charo dei Buschi ha detto...

Mio papà mi ha detto che non approva che io "svillaneggi" una povera donna che si impegna tanto per essere bella anche se è vecchia.
Per lui e per chi non si intende di etimologie , ci tengo a specificare che "compatire" significa "patire insieme", dunque "mettersi nei panni e soffrire insieme". (è un tratto tipico della nostra cultura usare l'espressione "fare pena" come sinonimo di "fare schifo".) Nei panni di quella Charo forse anche io mi sarei sentita in dovere di restare identica a come il mondo mi voleva, a costo di trasformarmi nella caricatura di me stessa..