martedì 11 settembre 2012

La cosa pubblica


Non ha piovuto questa estate e in più si è rotto qualche tubo dell'acquedotto, quindi ai Buschi ci siamo trovati per un po' di giorni senz'acqua.
E' raro al giorno d'oggi avere la possibilità di percepire concretamemente che non tutti beni che diamo per scontati sono infiniti, che anche l'acqua può finire. Ero contenta che i miei bambini potesero rendersi conto di che cosa significhi non avere l'acqua per lavarsi, per innaffiare, per cucinare, per bere, che potessero capire perchè diciamo sempre di non sprecare l'acqua e non comprarla in bottiglia se non in casi estremi.
Ma sopratutto è raro vedere tante persone che dedicano le loro giornate a cercare di capire, fare ipotesi, scavare, aggiustare, confrontarsi, aprire e richiudere buchi nell'asfalto per trovare il guasto. L'acquedotto nelle zone rurali infatti è autogestito, è la gente del posto che se ne occupa e dedica tempo ed energie per un bene comune, senza ottenere nessun tipo di compenso economico, ma solo la grande soddisfazione di essere riusciti insieme a risolvere un problema di tutti.

E' così la Repubblica di Sagliano, che ci si trova davanti a casa le casse di mele di chi ne ha troppe, che ci si incammina sulla strada per Varzi e si trova sempre un passaggio, che ti dicono "oggi è il giorno per seminare il basilico"oppure "oggi è un buon giorno per i funghi", che quando si finisce il lavoro ci si siede su una seggiola, dove si può vedere bene la valle o il cielo, e si sta, semplicemente seduti.
Da queste persone vorrei che imparassimo anche noi, nuovi abitanti diseducati alla vita di paese.

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