domenica 26 gennaio 2014

Viaggio Sopra, Sotto e nel Mezzo

La mia piccola àncora malata mi mette nelle condizioni di dover cancellare i miei appuntamenti di shiatsu ufficiali per il Giovedì Sacro, e così per la seconda volta apro la mia casa a una giornata aperta di scambio di cure improvvisata. In un attimo siamo in sette (8 con la Mimmi) inclusa una preziosa vicina scoperta da pochi mesi che portava esperienza in massaggi thai e in impasto di pane. A turno teniamo il campo, affichè tutto fluisca senza troppa fatica, io faccio il mio con la Mimmi caldina di febbre in braccio. 
Siamo solo in due a non aver ancora chiesto niente. Invece di un massaggio vorrei fare un viaggio.
Se voi restate qui io mi offro per andare a cercare dentro di me una risposta per il mio amico tamburaio e chiedo a lui di fare altrettanto per me.
 In silenzio seduti sui tappeti, ognuno parte. Io mi trovo subito in qualcosa di vischioso, più denso dell'acqua, opaco, faticoso da attraversare, muovo le braccia per farmi strada nella nebbia, man mano che avanzo si rarefà...è aria tersa, ho ampie ali, volo in altissimo, sono un'aquila. Sento la mia forza ma non è esaltante come potrebbe, sono inquieta. Sto cercando qualcosa, non succede niente, sono nel nulla.
Ecco che  vedo le cime aguzze di un monte innevato, questo è il posto per il mio nido. Ma come faccio? Le pietre sono aguzze, è impossibile anche solo posarsi, e dove posso trovare pezzi di legno per costruire il nido? Qui non c'è niente! Mi viene una gran rabbia. Perchè devo stare in posto così desolato da sola? Guardo in basso e vedo una vallata e più in là il mare. Scendo in picchiata, velocissima, fa quasi paura, precipito come un sacco, sempre più veloce sempre più veloce, la valle si avvicina troppo in fretta, non riesco a frenare, cerco di ritardare l'impatto e il volo si allunga un po' fino a concludersi nel mare dove sbatto e affondo in un gran vorticare di penne e zampe molto poco dignitoso, continuo ad andare a fondo, fino agli abissi bui, mentre la velocità diminuisce.
Mi muovo con lentezza e pesantezza, mi rendo conto di essere un'immensa balena, nuoto a lungo nell'oscurità, sono meno nervosa e incazzosa, forse meno disperata rispetto a quando ero un'aquila, ma questa profondità solitaria non mi mette a mio agio, vorrei incontrare qualcosa o qualcuno, vorrei che succedesse qualcosa. Mi accorgo che sto risalendo perchè l'acqua è più chiara, luminosa, c'è un isoletta in mezzo all'oceano, il sole è caldo, la sabbia d'oro, piante e ombra fresca, il classico paradiso da agenzia di viaggio, sento onde che si infrangono dolcemente sulla riva, ma non sono più una balena, che cosa sono? non sono un animale... sento il vento sulla pelle, io sono l'isola!
E' una bella sensazione sentire il mio corpo così grande e così bello accarezzato dal mare, ma... che isolamento! Non ci viene nessuno qui?
A un tratto mi sembra che il suono che sento non sia solo quello del vento, sembrano voci...voci di sirena, negli scogli intorno all'isola ci sono delle sirene, ma non sono le classiche sirene affascinanti e maliziose, sono incastrate tra gli scogli e non riescono a liberarsi, più si divincolano più la loro pelle delicata viene squarciata dagli scogli aguzzi, sento il mio corpo prigioniero, agitato dalle onde e dal vano tentativo di liberarmi. Forse l'aquila può salvarle? Ma come? Con i suoi artigli acuminati le ferirebbe! La balena? Ma cosa potrebbe fare, se le tirasse per la coda dentro l'acqua si farebbero ancora più male sulle rocce. Cosa si può fare? Non c'è nessuna soluzione? L'isola vorrebbe fare qualcosa, ma cosa?
E' tutto così bello, luminoso e perfetto eppure l'aria è gonfia del pianto delle sirene e non si può fare niente per loro. Ma in questo posto c'è sempre il sole? Come è possibile?
E infatti piano piano il sole scende verso l'orizzonte, la luce si fa obliqua e si tinge di arancio e rosa, sopraggiunge la notte come un manto e si porta dietro la luna. Quando appare la luna l'acqua inizia ad alzarsi come per magia, la marea gorgoglia intorno agli scogli e nel giro di pochi minuti i corpi guizzanti sono liberi di tuffarsi in mare.
E così è finito, non c'era niente da fare. La balena nuota tra gli abissi e la superficie, l'aquila scende per cacciare e raccogliere materiale per il suo nido e ritorna sulle sue vette, l'isola sta, nel punto preciso in cui si incontrano il Regno dell'Alto con il Regno del Basso, e l'alternarsi di giorno e notte libera le sirene, senza che si debba fare niente di speciale, se non attendere il momento giusto.
- E' proprio così- mi dice il mio amico - grazie. Me lo potresti disegnare per favore?-
Ed ecco qui l'arazzo che ho cucito in una notte per raccontare il mio viaggio, usando tessuti trovati in casa.

Giovedì: il Cerchio delle Foreste

Giovedì di Silenzio al torrente
Giovedì: le chiavi di San Fermo
Giovedì: il Ciclo della luna e della vita
Giovedì: il Corpo della Dea
Giovedì: improvvisazione di plenilunio ai Buschi 
Giovedì: viaggio Sopra, Sotto e nel Mezzo
Giovedì: i massaggi dei bambini
Giovedì: giornata di Accoglienza e massaggi shiatsu 

La Guaritrice dei Buschi

1 commento:

Enrico ha detto...

Un viaggio bellissimo ed emozionante.