...segue da Pasqua, Pathos, patire, pascere, pascià
Comunque la disquisizione etimologica possiamo anche lasciarla perdere visto che "pasqua" non deriva dal greco ma dall'ebraico e significa passare oltre (in inglese giustamente la traducono con passover).
Io naturalmente credevo alludesse a quando gli ebrei sono passati oltre al mar rosso aperto da Dio e richiuso sugli inseguitori egiziani. Invece pare si riferisca all'angelo della morte inviato come decima piaga per convincere il faraone a lasciare liberi i suoi schiavi. L'angelo doveva fare fuori tutti i primogeniti ma sarebbe passato oltre le case degli ebrei contrassegnate dal sangue di agnello cosparso sulla porta.
L'idea di passare oltre in generale mi piace parecchio.
Ho molta voglia di passare oltre a questo momentino un po' difficile della mia vita.
Certo di qua ci si deve passare per andare oltre...
Ma le energie per un rituale di nuova vita o di primavera o pesach o pasqua o uova o coniglietti al momento non ne ho. Ne' per inventare cose nuove e illuminanti.
L'unica azione mistica che mi ispira una profonda simpatia (se escludo quella di mollare i bambini per una settimana e farmi una via crucis sui monti in tenda) e' l'idea delle pulizie di pasqua.
Gli ebrei in realta' hanno come precetto quello di non avere niente di lievitato in casa e quindi la pulizia e' limitata alle briciole e alle stanze dove si sa che potrebbero esserci avanzi di cibo lievitato. Se si hanno biscotti o pane bisogna venderli. Se non si riesce a pulire il forno lo si puo' sigillare con il nastro adesivo. Anche la dispensa si puo' sigillare. Se si vuole essere proprio sicuri di non avere briciole in casa propria si puo' vendere la casa e ricomprarla dopo le feste (lo so, fa ridere, ma lo fanno sul serio).
Io pero' non sono abbastanza ebrea da fare queste cose senza capirne il senso. Ok, non si mangia pane lievitato a Pesach per ricordare che quando finalmente il faraone, piegato dalle piaghe mandate dal Dio di Mose', ha concesso ai suoi schiavi di andarsene, e allora gli ebrei sono partiti in fretta e furia senza avere il tempo di fare lievitare il pane.
Questa immagine mi piace. Quando senti che quello e' il momento esatto per agire, bisogna agire, me le vedo le mamme e le nonne a dire "ma, aspetta, lasciamolo lievitare almeno un'oretta, se lo cuociamo ora diventera' duro e incommestibile, che fretta c'e'?".
Certo certo, non e' per niente comodo mollare le proprie catapecchie, raccattare solo le cose che si riesce a portare e abbandonare tutto il resto, fosse anche una terra dove si e' schiavi, ma dove si e' nati, cresciuti, e alla fin fine non si sta poi cosi' male... per andare dove poi? Nella terra promessa... promessa da chi? Andare a piedi nel deserto coi bambini al collo ...e quando finiranno le provviste?
E allora va bene mangiare il pane non lievitato, anche se non e' proprio una delizia, ma se questo e' il prezzo per la liberta' va anche bene, no?
Quindi però perche' oltre a non mangiare il pane lievitato, bisogna pure andare in giro per casa a cercare avanzi di cracker e biscotti? Perche' fa bene all'anima compiere questo gesto rituale una volta all'anno con tutta la famiglia? (se non fosse qualcosa che fa bene, milioni di persone non continuerebbero a farlo da migliaia di anni, credo).
Forse l'idea e' di cercare fuori da se' (e quindi indirettamente anche dentro) ogni piccolo avanzo di quel desiderio di stare comodi, di mangiare pane morbido anche a costo di restare in catene?
... continua con
Le mie pulizie di pasqua 2012
Comunque la disquisizione etimologica possiamo anche lasciarla perdere visto che "pasqua" non deriva dal greco ma dall'ebraico e significa passare oltre (in inglese giustamente la traducono con passover).
Io naturalmente credevo alludesse a quando gli ebrei sono passati oltre al mar rosso aperto da Dio e richiuso sugli inseguitori egiziani. Invece pare si riferisca all'angelo della morte inviato come decima piaga per convincere il faraone a lasciare liberi i suoi schiavi. L'angelo doveva fare fuori tutti i primogeniti ma sarebbe passato oltre le case degli ebrei contrassegnate dal sangue di agnello cosparso sulla porta.
L'idea di passare oltre in generale mi piace parecchio.
Ho molta voglia di passare oltre a questo momentino un po' difficile della mia vita.
Certo di qua ci si deve passare per andare oltre...
Ma le energie per un rituale di nuova vita o di primavera o pesach o pasqua o uova o coniglietti al momento non ne ho. Ne' per inventare cose nuove e illuminanti.
L'unica azione mistica che mi ispira una profonda simpatia (se escludo quella di mollare i bambini per una settimana e farmi una via crucis sui monti in tenda) e' l'idea delle pulizie di pasqua.
Gli ebrei in realta' hanno come precetto quello di non avere niente di lievitato in casa e quindi la pulizia e' limitata alle briciole e alle stanze dove si sa che potrebbero esserci avanzi di cibo lievitato. Se si hanno biscotti o pane bisogna venderli. Se non si riesce a pulire il forno lo si puo' sigillare con il nastro adesivo. Anche la dispensa si puo' sigillare. Se si vuole essere proprio sicuri di non avere briciole in casa propria si puo' vendere la casa e ricomprarla dopo le feste (lo so, fa ridere, ma lo fanno sul serio).
Io pero' non sono abbastanza ebrea da fare queste cose senza capirne il senso. Ok, non si mangia pane lievitato a Pesach per ricordare che quando finalmente il faraone, piegato dalle piaghe mandate dal Dio di Mose', ha concesso ai suoi schiavi di andarsene, e allora gli ebrei sono partiti in fretta e furia senza avere il tempo di fare lievitare il pane.
Questa immagine mi piace. Quando senti che quello e' il momento esatto per agire, bisogna agire, me le vedo le mamme e le nonne a dire "ma, aspetta, lasciamolo lievitare almeno un'oretta, se lo cuociamo ora diventera' duro e incommestibile, che fretta c'e'?".
Certo certo, non e' per niente comodo mollare le proprie catapecchie, raccattare solo le cose che si riesce a portare e abbandonare tutto il resto, fosse anche una terra dove si e' schiavi, ma dove si e' nati, cresciuti, e alla fin fine non si sta poi cosi' male... per andare dove poi? Nella terra promessa... promessa da chi? Andare a piedi nel deserto coi bambini al collo ...e quando finiranno le provviste?
E allora va bene mangiare il pane non lievitato, anche se non e' proprio una delizia, ma se questo e' il prezzo per la liberta' va anche bene, no?
Quindi però perche' oltre a non mangiare il pane lievitato, bisogna pure andare in giro per casa a cercare avanzi di cracker e biscotti? Perche' fa bene all'anima compiere questo gesto rituale una volta all'anno con tutta la famiglia? (se non fosse qualcosa che fa bene, milioni di persone non continuerebbero a farlo da migliaia di anni, credo).
Forse l'idea e' di cercare fuori da se' (e quindi indirettamente anche dentro) ogni piccolo avanzo di quel desiderio di stare comodi, di mangiare pane morbido anche a costo di restare in catene?
... continua con
Le mie pulizie di pasqua 2012
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