martedì 8 novembre 2016

Parto in ospedale, perchè no? (parte 2)

....Segue da Parto orgasmico, ritratto (parte 1)

Vi chiederete come io sia passata dall'essere un'agguerrita sostenitrice della romantica idea del parto selvaggio a pensare che partorire in ospedale sia una bellissima cosa.
Diciamo che inizialmente ho rinunciato al progetto del parto in casa per amore: Ale proprio non era tranquillo, ma questa volta non mi ha detto "fai quello che vuoi però se partorisci in casa ti vengo a trovare dopo qualche settimana". Questo giro era disposto ad assecondarmi pur essendo molto preoccupato, e solo per questo alla fine ho deciso che la priorità per me era averlo accanto e saperlo sereno, per cui ho rimpacchettato il mio sogno selvaggio.
Poi quando è iniziato il travaglio e sono arrivate le prime contrazione severe, ho strabuzzato gli occhi barcollando sotto alle grinfie del drago che mi stava lacerando il ventre e mi sono detta: orgasmo un paio di palle! Ricordo che nelle oasi di semi-lucidità tra un'ondata di dolore e l'altra ho pensato che se Dante fosse stato donna - e se avesse vissuto l'esperienza di un terzo parto - non avrebbe messo come culmine di pena infernale quella di essere divorati da Satana: entrare dentro a un altro essere, per quanto ripugnante, non può essere un'esperienza peggiore di quella di fare uscire da sè un essere, per quanto dolcissimo...
No, non avevo nessuna voglia di starmene da sola in un bosco, gli altri parti non erano stati così terribili! Non poteva essere normale tutto quel dolore... e se fosse stato un segnale che qualcosa non stava andando per il verso giusto?
Se all'inizio della gravidanza potevo essere disposta a piegarmi al volere di Madre Natura e al destino della creatura che portavo in grembo, accentando anche la realtà che non tutte le gravidanze e i parti vadano a buon fine dal punto di vista umano, dopo nove mesi di tormento non avrei corso nemmeno un rischio su un fantamilione e se mi avessero detto che per garantire la vita a mio figlio era necessario aprirmi fino alla gola non avrei opposto nessuna resistenza.

Uno dei motivi per cui non volevo partorire in ospedale è che il travaglio in auto non è molto mistico e poi già hai un gran casino interno e vorresti almeno che il tuo corpo non fosse sballottato anche da fuori - ad ogni sbalzo dell'auto sulle strada dissestata sotto la pioggia scosciante alle 3 di notte sentivo le viscere che si aggrovigliavano e urlavo ad Ale "Fermati!!!", lui accostava alla meglio in mezzo ai campi e io avrei voluto essere nel corpo di chiunque altro, invece di avere un essere nel mio.
Arrivati in ospedale a Novi Ligure, mentre guardavo la pozza rosa che si spandeva sotto ai miei piedi nella triste luce al neon della sala d'aspetto e pensavo che fosse una buona cosa essere in un posto dove c'era gente che sapeva cosa fare. Quando mi hanno fatto sedere in carrozzina chiedendo ad Ale di trattenersi un attimo per firmare le scartoffie devo aver avuto un moto di smarrimento perchè l'infermiera mi disse amichevolmente: "Non te lo rubiamo, te lo mandiamo subito, non preoccuparti."
La sala parto era al buio, c'era solo una lucina da tavolo che creava l'atmosfera delicata che avevo sempre sognato per il mio parto, l'ostetrica, non giovanissima, era un po' stanca e di poche parole, ma mi sembrava esperta. "Mi fa molto più male degli altri parti, è normale?" "Certo, il terzo è così, è come se fosse un po' un primo parto."
Ma cazzo a me non me l'aveva detto nessuno! Il secondo era stato molto più facile e veloce del primo, applicando le mie traballanti conoscenze matematiche avevo calcolato che il terzo dovesse esserlo ancora di più.
Le ondate erano così violente che la nostra conversazione non proseguì oltre. Ormai avevo rinunciato la parto orgasmico, riuscii solo a rivolgere questa preghiera a mio figlio e a qualunque divinità fosse affacciata in quel momento: "Fa solo che sia veloce!!!" 
La luce era soffusa, l'ostetrica esperta e rispettosa, Ale vicino a me, tutto era perfetto ma io sentivo solo un dolore pazzesco. Altro che alberi, ruscelli e canti... mi sentivo proprio come nel film Alien quando il tizio inizia a urlare e dibattersi e il petto gli esplode ed esce un piccolo alien tutto insanguinato. 

segue...



Forse può interessarti anche:
La medicalizzazione dell'atto sessuale (dedicato agli uomini, per aiutarli a immedesimarsi)
La Santa Inibizione e i topi che hanno perduto l'amore (trattato scientifico sul ruolo degli ormoni durante il parto) 


Nessun commento: