Dedicato alle amiche mamme e alle amiche che hanno letto, stanno leggendo o dovrebbero leggere “Donne che corrono coi Lupi”: in questo agile opuscolo di 5 kili Estes Pilker o come si chiama, un po' messicana o giù di lì, un po' slava non ricordo di dove, un po' junghiana qualunque cosa ciò significhi, un po' contadora o come si dice e molto femminista, racconta fiabe della tradizione popolare dentro le quali è ancora possibile rintracciare la saggezza delle Antiche Madri, la sapienza femminile affidata alla trasmissione orale da donna a donna. L'idea di base è -semplificando un po'- che ognuna ha dentro di sé La Donna Selvaggia, che va rispettata, ascoltata, difesa, nutrita, fatta esprimere, per poter avere una vita piena come donne e come esseri umani.
(anche i maschi potrebbero avere bisogno di un libro analogo a mio avviso, ma nessuno l'ha mai scritto perchè chi cavolo se lo leggerebbe? Del resto un uomo con un animo sufficientemente sensibile può leggere “Donne che corrono coi lupi” traendone insegnamenti utili, se riesce a mandare giù il tono femminista – ma non antimaschile - che però era congruo con il contesto storico del tempo).
Dopo questa premessa doverosa, posso raccontarvi che ieri ho conosciuto di persona un altro aspetto della Donna Selvaggia: la Madre Managgia.
Questa figura è facilmente rintracciabile nelle fiabe tradizionali e anche dentro di noi, se siamo capaci di ascoltarla. La cultura fallocentrica e mammona ha sempre demonizzato questa saggia componente della psiche femminile e nella trasposizione scritta delle antiche fiabe ha voluto renderla talvolta mostruosa (la matrigna, la strega), altre volte l'ha svuotata di valore edulcorandola (la buona madre che muore e poi però da morta aiuta ancora la figliola in difficoltà, vedi varie Fate Madrine).
Eppure se guardiamo alle “ossa” delle fiabe possiamo ancora rintracciarla: la riconosciamo subito in “Hansel e Gretel” quando dice la marito “Mannaggia, siamo troppo poveri per poter mantenere i nostri figli: lavoriamo come dei ciuchi entrambi e i nostri figli spendono tutti nostri soldi in playstation, chirurghi estetici, discoteche, pasticche e occhiali da sole. In più è da quando sono nati che non facciamo più l'amore. Disfiamoci di loro!”. Che ne sarebbe stato di Hansel e Gretel senza la Madre Mannaggia? Non sarebbero nessuno e non avrebbero mai potuto assaggiare la casetta fatta di bigbabol, ciupaciups e merenderos!
Anche la madre di Pollicino aveva parlato pressapoco così: “Mannaggia, i nostri figli hanno già trentanni suonati e non si schiodano di casa, portiamoli all'Ikea e abbandoniamoli nell'area bambini in mezzo alle palline colorate, qualcuno avrà pietà di loro”. Nella versione strappalacrime e mammona dei maschi Grimm, Pollicino è descritto come un bambino piccolo come un pollice, ma- grazie al confronto con una versione più antica narratami da una guaritrice madagascaregna che vive negli Urali- ho scoperto che Pollicino era invece un trentenne grande e grosso con un pollice grande come un bambino, con il quale fece autostop per ritornare a casa dall'Ikea.
Era chiaramente una Madre Mannaggia anche quella di Cappuccetto Rosso, una bambina insopportabile, capricciosa al punto da non volersi togliere la mantellina rossa nemmeno per dormire. Una madre smidollata avrebbe cercato di convincerla, minacciandola ma senza realizzare le minacce, poi cercando di persuaderla con promesse vane, infine implorandola e umiliandosi. Madre Mannaggia invece la manda sola nel bosco con un cestino pieno di bistecche fumanti perchè impari sulla sua pelle che cosa sia una Donna che corre coi lupi. "Mannaggia a te, vai dalla nonna e in bocca al lupo!"
In altre fiabe la Madre Mannaggia si comporta in modo giudicato così sconveniente dai bigotti maschi dell'Ottocento da spingere questi ultimi a spiegare le sue scelte giustificandole con una morte prematura.
E' il caso della madre di Cenerentola (la russa Vassilissa e tutte le altre fanciulle belle e buone maltrattate dalle matrigne).
Quando la Madre Mannaggia sente il bisogno di respirare aria nuova, sperimentarsi altrove, vivere nuove avventure ed emozioni, iscriversi a un corso residenziale triennale di shiatsu, partire con lo zaino e la tenda in spalla sui sentieri impervi delle Alpi- semplicemente se ne va.
Ed ecco che i buonisti preferiscono parlare di una morte improvvisa.
Salvo poi cadere in contraddizione quando, a distanza di anni, la madre torna sulla scena (perchè una madre, anche se vuole farsi i cazzi suoi, è sempre una madre e si tiene in contatto con la figlia chattando o con sms) e compra un vestito e una carrozza a Cenerentola perchè possa andare al ballo e metterla in quel posto a quella befana della seconda moglie e alle sue figlie racchie.
Personalmente ho preso coscienza del potere benefico della Madre Mannaggia ieri, grazie a un processo iniziato qualche settimana fa: stavo descrivendo la mia giornata-tipo (all'alba inizio a occuparmi dei figli, quando fanno il sonnellino mi rilasso lavorando all'antologia e poi mi riposo dal lavoro intellettuale occupandomi della casa e dei figli) ad un mio amico molto saggio - ma che evidentemente non ha figli ed è maschio.
In quell'occasione mi chiese a bruciapelo “E quando ti riposi?”. Ci misi un po' a capire il senso della domanda poi risposi “Mai riposare! Se ti riposi ti accorgi di essere stanco ed è la fine!”
Ma quella domanda mi rimase conficcata tra le scapole finchè non riuscii a tradurla in modo da poterla affrontare coerentemente. La vera questione non è il riposo (per quello ci sarà tempo nella tomba), il vero interrogativo è “E quando ti fai i cavoli tuoi?”.
Qui casca l'asino, il bue e tutto il presepe!
Quando posso fare un giro con un'amica, lavorare l'argilla, dipingere, scrivere, travestirmi da baccante, stare da sola o in compagnia di chi mi pare (per esempio anche di quel simpatico coinquilino maggiorenne che non è niente male?).
E qui ha cominciato a prendere forma dentro di me la Madre Mannaggia, che ha iniziato a dire “Hai voluto la bicicletta? Hai voluto fare dei figli? Hai voluto vivere nella beatitudine della campagna sterminata?
Pedala!
No, non sospirare, ho detto pedala! Prendi la bicicletta e fuggi via lontano”
Così ieri (dopo aver avuto per una settimana la casa pullulante di nipotini vitali e di figli ammalati e piangenti tra le mie braccia giorno e notte) ho chiesto urbanamente ad Ale il permesso di ammalarmi, quindi mi sono fatta venire un maldigola tale da impedirmi di esprimere il mio disagio in modi di cui avrei potuto pentirmi e successivamente un malditesta che potesse giustificare il fatto di dormire e stare a letto per tutta la durata della nanna dei miei figli, invece di lavorare.
Poi ho preso un antico e logoro lenzuolo matrimoniale e ho iniziato a disegnarci sopra coi pastelli a cera un bosco pieno di animali, esattamente il disegno che ho sempre sognato di avere sulla parete di camera mia e che avrei certo voluto fare nella nostra nuova casa di Varzi in affitto e che Ale mi avrebbe certo vietato di fare e che avrebbe dato adito a una mia ira funesta e femminista contro Ale e tutto il genere maschile che impedisce a me, e a tutto il genere femminile, di esprimere la Creatività e poter far vivere la Donna Selvaggia e permetterle di correre coi lupi.
Così, grazie alla mia Madre Mannaggia interiore e al nuovo arazzo che appenderò nella nostra casa futura, ho salvato la vita a due innocenti creature che hanno rischiato di essere disfatte da chi le fece e ho vieppiù salvato un matrimonio prima ancora che venisse celebrato!
vedi anche Il glossario della Madre Mannaggia
Malattia professionale della casalinga
Attenta a quello che desideri, potrebbe realizzarsi!
Inno all'egoismo
I trucchi della Madre Mannaggia per ALLETTARE i pupi
Catartica Creatività Contro Casalinghitudine Castrante
La venere della lavatrice
Professione: magari!
Pulizie di pasqua
Essere madre oggi. Insicurezza isterica o Opportunismo Creativo?
Mamma (8 marzo festa della)
(anche i maschi potrebbero avere bisogno di un libro analogo a mio avviso, ma nessuno l'ha mai scritto perchè chi cavolo se lo leggerebbe? Del resto un uomo con un animo sufficientemente sensibile può leggere “Donne che corrono coi lupi” traendone insegnamenti utili, se riesce a mandare giù il tono femminista – ma non antimaschile - che però era congruo con il contesto storico del tempo).
Dopo questa premessa doverosa, posso raccontarvi che ieri ho conosciuto di persona un altro aspetto della Donna Selvaggia: la Madre Managgia.
Questa figura è facilmente rintracciabile nelle fiabe tradizionali e anche dentro di noi, se siamo capaci di ascoltarla. La cultura fallocentrica e mammona ha sempre demonizzato questa saggia componente della psiche femminile e nella trasposizione scritta delle antiche fiabe ha voluto renderla talvolta mostruosa (la matrigna, la strega), altre volte l'ha svuotata di valore edulcorandola (la buona madre che muore e poi però da morta aiuta ancora la figliola in difficoltà, vedi varie Fate Madrine).
Eppure se guardiamo alle “ossa” delle fiabe possiamo ancora rintracciarla: la riconosciamo subito in “Hansel e Gretel” quando dice la marito “Mannaggia, siamo troppo poveri per poter mantenere i nostri figli: lavoriamo come dei ciuchi entrambi e i nostri figli spendono tutti nostri soldi in playstation, chirurghi estetici, discoteche, pasticche e occhiali da sole. In più è da quando sono nati che non facciamo più l'amore. Disfiamoci di loro!”. Che ne sarebbe stato di Hansel e Gretel senza la Madre Mannaggia? Non sarebbero nessuno e non avrebbero mai potuto assaggiare la casetta fatta di bigbabol, ciupaciups e merenderos!
Anche la madre di Pollicino aveva parlato pressapoco così: “Mannaggia, i nostri figli hanno già trentanni suonati e non si schiodano di casa, portiamoli all'Ikea e abbandoniamoli nell'area bambini in mezzo alle palline colorate, qualcuno avrà pietà di loro”. Nella versione strappalacrime e mammona dei maschi Grimm, Pollicino è descritto come un bambino piccolo come un pollice, ma- grazie al confronto con una versione più antica narratami da una guaritrice madagascaregna che vive negli Urali- ho scoperto che Pollicino era invece un trentenne grande e grosso con un pollice grande come un bambino, con il quale fece autostop per ritornare a casa dall'Ikea.
Era chiaramente una Madre Mannaggia anche quella di Cappuccetto Rosso, una bambina insopportabile, capricciosa al punto da non volersi togliere la mantellina rossa nemmeno per dormire. Una madre smidollata avrebbe cercato di convincerla, minacciandola ma senza realizzare le minacce, poi cercando di persuaderla con promesse vane, infine implorandola e umiliandosi. Madre Mannaggia invece la manda sola nel bosco con un cestino pieno di bistecche fumanti perchè impari sulla sua pelle che cosa sia una Donna che corre coi lupi. "Mannaggia a te, vai dalla nonna e in bocca al lupo!"
In altre fiabe la Madre Mannaggia si comporta in modo giudicato così sconveniente dai bigotti maschi dell'Ottocento da spingere questi ultimi a spiegare le sue scelte giustificandole con una morte prematura.
E' il caso della madre di Cenerentola (la russa Vassilissa e tutte le altre fanciulle belle e buone maltrattate dalle matrigne).
Quando la Madre Mannaggia sente il bisogno di respirare aria nuova, sperimentarsi altrove, vivere nuove avventure ed emozioni, iscriversi a un corso residenziale triennale di shiatsu, partire con lo zaino e la tenda in spalla sui sentieri impervi delle Alpi- semplicemente se ne va.
Ed ecco che i buonisti preferiscono parlare di una morte improvvisa.
Salvo poi cadere in contraddizione quando, a distanza di anni, la madre torna sulla scena (perchè una madre, anche se vuole farsi i cazzi suoi, è sempre una madre e si tiene in contatto con la figlia chattando o con sms) e compra un vestito e una carrozza a Cenerentola perchè possa andare al ballo e metterla in quel posto a quella befana della seconda moglie e alle sue figlie racchie.
Personalmente ho preso coscienza del potere benefico della Madre Mannaggia ieri, grazie a un processo iniziato qualche settimana fa: stavo descrivendo la mia giornata-tipo (all'alba inizio a occuparmi dei figli, quando fanno il sonnellino mi rilasso lavorando all'antologia e poi mi riposo dal lavoro intellettuale occupandomi della casa e dei figli) ad un mio amico molto saggio - ma che evidentemente non ha figli ed è maschio.
In quell'occasione mi chiese a bruciapelo “E quando ti riposi?”. Ci misi un po' a capire il senso della domanda poi risposi “Mai riposare! Se ti riposi ti accorgi di essere stanco ed è la fine!”
Ma quella domanda mi rimase conficcata tra le scapole finchè non riuscii a tradurla in modo da poterla affrontare coerentemente. La vera questione non è il riposo (per quello ci sarà tempo nella tomba), il vero interrogativo è “E quando ti fai i cavoli tuoi?”.
Qui casca l'asino, il bue e tutto il presepe!
Quando posso fare un giro con un'amica, lavorare l'argilla, dipingere, scrivere, travestirmi da baccante, stare da sola o in compagnia di chi mi pare (per esempio anche di quel simpatico coinquilino maggiorenne che non è niente male?).
E qui ha cominciato a prendere forma dentro di me la Madre Mannaggia, che ha iniziato a dire “Hai voluto la bicicletta? Hai voluto fare dei figli? Hai voluto vivere nella beatitudine della campagna sterminata?
Pedala!
No, non sospirare, ho detto pedala! Prendi la bicicletta e fuggi via lontano”
Così ieri (dopo aver avuto per una settimana la casa pullulante di nipotini vitali e di figli ammalati e piangenti tra le mie braccia giorno e notte) ho chiesto urbanamente ad Ale il permesso di ammalarmi, quindi mi sono fatta venire un maldigola tale da impedirmi di esprimere il mio disagio in modi di cui avrei potuto pentirmi e successivamente un malditesta che potesse giustificare il fatto di dormire e stare a letto per tutta la durata della nanna dei miei figli, invece di lavorare.
Poi ho preso un antico e logoro lenzuolo matrimoniale e ho iniziato a disegnarci sopra coi pastelli a cera un bosco pieno di animali, esattamente il disegno che ho sempre sognato di avere sulla parete di camera mia e che avrei certo voluto fare nella nostra nuova casa di Varzi in affitto e che Ale mi avrebbe certo vietato di fare e che avrebbe dato adito a una mia ira funesta e femminista contro Ale e tutto il genere maschile che impedisce a me, e a tutto il genere femminile, di esprimere la Creatività e poter far vivere la Donna Selvaggia e permetterle di correre coi lupi.
Così, grazie alla mia Madre Mannaggia interiore e al nuovo arazzo che appenderò nella nostra casa futura, ho salvato la vita a due innocenti creature che hanno rischiato di essere disfatte da chi le fece e ho vieppiù salvato un matrimonio prima ancora che venisse celebrato!
vedi anche Il glossario della Madre Mannaggia
Malattia professionale della casalinga
Attenta a quello che desideri, potrebbe realizzarsi!
Inno all'egoismo
I trucchi della Madre Mannaggia per ALLETTARE i pupi
Catartica Creatività Contro Casalinghitudine Castrante
La venere della lavatrice
Professione: magari!
Pulizie di pasqua
Essere madre oggi. Insicurezza isterica o Opportunismo Creativo?
Mamma (8 marzo festa della)
6 commenti:
Ecco un bel lieto fine! "Mannaggia" è un espressione così familiare della mia vita da Terroncella, l'intercalare di mio padre con annessi santi e santoni..che per me è più un mantra..per scacciare l'ira. Ora lo assocerò anche a questa parte femminile che bisogna tirar fuori..
per ora ho letto la tua storia alla mia sorellina 25enne e poi ci leggeremo anche gli arretrati..Brava Charo HAI DUE NUOVE LETTRICI diana (e dani)da Oliveto Citra, Salerno)
ma che bello, che emozione, come avete trovato il mio blog? sono molto contenta!
Wow!!! Ora sono in ritardo sulla tabella di marcia 8mannaggia!) e non riesco ad articolare altro...i commenti appena posso, intanto ti metto tra i preferiti.
Bellissimo nome Charo...
hahahahaha!!!!!!!!!!!!hihihihihiii!!!!!! la MammaMannaggia in me sta nitrendo di risa e gioia!!!!!!!!!!!!! ma come fai a trasporre in modo così meraviglioso sti tuoi pensieri? io riesco solo ad articolare frasi del tipo: ho bisogno andare in vacanza, vacanza,vacanza, vacanza!! in ogni caso hai fatto le valigie che appena riesco a scappare passo a prenderti?!!!
saluta i famigli
mamma Teresa
beh, senti, le storielle di Estes Pilker io le ho lette molti anni fa (regalo di un uomo illuminato - o cosi almeno si credeva, poi altro che lupi, con lui non sono corsa da nessuma parte, non era esattamente un lupo...) ... ma le tue trovate sono molto, molto meglio!!! and what about la mamma minchia? hum, no, no. o la mamma mannara dentro di noi - assopita ma madonna meglio non svegliarla. ah gia', la madonna. beh, la mamma madonna e' consunta assai, quindi lasciamo stare anche lei. quindi la Mamma Mannaggia rimane insuperabile!
comunque. complimenti, brava, bravissima.
Laura (da boston, mammmmmmona della marta, tipo mamma-orsa, quindi: attenti!)
Ma forse quell'uomo più che illuminato sperava che ti illuminassi tu (anche a me è capitato di sperare che altri si illuminassero per fare luce su di me perchè illuminarsi da sé è un discreto sbattimento) e secondo me la Pilker ti direbbe che quello lì, se tu non hai corso da nessuna parte con lui, era perchè si era alleato con il tuo Predatore della psiche interno, che è una versione dotta e rispettosa per dire che ci scegliamo l'uomo che ci obbliga o ci impedisce di fare proprio che noi stesse vogliamo obbligarci o impedirci di fare, solo che è più piacevole prendersela con un altro che con sé.
Pere me Mammamminchia è il mantra da ripetere - alzando gli occhi al cielo, sospirando e borbottando come un adolescente- quando la Mammona-orsa, che fu la mia madre di carne, entra dentro di me e mi critica su tutto, mi dice ma perchè non la rimetti al posto la scatola del cucito dopo che l'hai usata? Non capisco perchè vai in giro con quegli stracci addosso! non ti metterai a guardare la posta prima di aver messo un po' in ordine! certo che non stai attenta in cucina è normale che tutto si bruci, lascia perdere che faccio io!
Quello per cui fa spazientire è che dice cosa orribilmente sagge e sensate e perdi sempre qualche frazione di secondo nella tentazione di ascoltarla, perdendo così tempo prezioso nel vano tentativo di mantenere l'ordine man mano (mentre ho sperimentato scientificamente che ci si smette meno a dedicare 3 ore filate a mettere tutto a posto una volta alla settimana, invece che dedicare ogni giorno 2 ore a mantenere l'ordine), di cercare affannosamente un indumento senza buchi, senza macchie e stirato ( cosa matematicamente impossibile dal momento che io non stiro perchè ritengo che indossare abiti stirati- da me- sia una di quelle “abitudini che rovinano la vita” perchè creano una schiavitù che fa sentire poi in diritto qualunque madre di rinfacciarlo ai figli. E io non voglio rinfacciare niente ai miei figli- a parte di avermi scelto come madre). Per quanto riguarda la cucina poi ho chiesto proprio ieri a mia madre se parlava sul serio quando mi aveva spiegato che lei, paralizzata dal terrore di compiere errori dannosissimi nella educazione dei figli, aveva poi optato per fare quello che le veniva naturale e istituire un fondo- analisi perchè l'analista potesse aiutarci a superare i nostri traumi.
Tra l'altro ho visto che tu hai un blog che si chiama “la manzanita” (bello il titolo, mi è sempre piaciuta l'idea della mela al giorno eccetera) e magari mi potresti aiutare a rinforzare la mia Mammaminchia in cucina, perchè in quel settore non riesco a dirlo con fermezza, tendo a buttare le pentole per terra gridando “va bene, allora cucina tu visto che io sono tanto una merda!” ( se c'è Ale è più comodo perchè posso dirlo a lui. Come se lui fosse il predatore della psiche mentre invece è un santo che mi ha mandato la Mamma Madonna, l'unica forse che potrà aiutarmi...)
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