lunedì 12 novembre 2018

Discorrendo di teologia con un treenne

Ci sono momenti di crisi esistenziale in cui si mette tutto in dubbio, ma proprio tutto.
In quei casi un bambino di tre anni può fornire oracoli illuminanti



- Mamma, oggi mi porti all’asilo?
- No, oggi niente asilo perchè è domenica
e non si va a lavorare nè a scuola
- Perchè?
- Perchè il settimo giorno si riposò
- Chi si riposò?
- Dio
- Chi è Dio?
- Secondo la tradizione ebraica e cristiana
da cui è tratta la citazione
“il settimo giorno si riposò”,
Dio è il creatore del cielo e della terra
e di tutte le cose visibili e invisibili
- No, Dio ha creato solo il Sole
- Ah, tu quindi sostieni con Eraclito
che l'archè primigenio sia il fuoco?
- La notte non l'ha creata
- Quindi affermi che la notte non è alto che la mancanza di luce, come direbbe Newton?
- Tra la notte e il sole cambia
- Che cosa cambia?
- Cambia la strada
- In che senso cambia la strada?
- Cambia la strada per arrivare
- Ah, beh, quella cambia sempre,
del resto tutto cambia, o no, Martin?
che cosa non cambia?
- Quello che è rotto non cambia,
quello che è sbagliato non cambia
- Ma quello che è rotto si può aggiustare,
e a volte anche quello che è sbagliato si può aggiustare,
quindi che cosa c'è che non cambia?
- Quello che è rotto e non si può aggiustare non cambia.
- Ah, beh, sì, forse hai ragione, figlio mio...

5 minuti dopo
- Accipicchia!
- Che cosa c'è mamma?
- Si è rotto questo coso (la cerniera della gonna)
- Che cosa si è rotto, mamma, il paradiso?
- Il paradiso? Sì, a volte anche il paradiso si può rompere, credo.
- Quale paradiso?
- Giusto, figlio mio, quale paradiso? Ce ne sono tanti di paradisi,
hai ragione tu, forse ognuno ha il suo
e ognuno dovrebbe stare attento a non rompere il proprio
e nemmeno quello altrui.

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