sabato 16 novembre 2013

San Fermo si ferma a Sagliano (capitolo 1)

Davanti ai Buschi
c'è una chiesetta
semplice robusta e pulita
è sempre chiusa
apre una sola volta all'anno
l'8 agosto
il giorno di San Fermo.

Fermo era stato chiamato così dai genitori che lo desideravano saldo, tranquillo e devoto.
Ma il piccolo Fermo faceva tutto fuorché stare fermo. Era sempre in movimento, stava sempre arrampicandosi sui cornicioni delle case o facendo risse, era uno di quei bambini che proprio non possono stare seduti.
Fermo odiava il suo nome. Crescendo divenne più forte e più prepotente, bastava un gesto o una parola per farlo infuriare e se qualcuno diceva: “Ma Fermo...”, lui si lanciava contro il malcapitato gridando: “Io sono Fermo e nessuno mi ferma!” oppure: “Fermo stacci te” e gli tirava un pugno nello stomaco stendendolo al suolo.
I suoi genitori, esasperati, decisero di farlo arruolare nell'esercito perchè gli venisse insegnata un po' di disciplina e la sua forza venisse almeno utilizzata in guerra.
A Fermo l'idea di combattere e ammazzare tutti piaceva, ma la disciplina no. Dopo poco tempo scappò e si mise in viaggio.
A Fermo tutti stavano antipatici – e lui stava antipatico a tutti. Si annoiava in fretta delle persone e dei luoghi, per questo si spostava sempre e fu così che partì dal Nord Africa, dove era nato, e cominciò a viaggiare verso l'Italia, il paese dei suoi antenati.
La notte prima di salpare per l'Italia, Fermo fece un sogno stranissimo: vide apparirgli uno straniero luminoso che reggeva davanti a sé, nella mano destra, una spada di luce rivolta verso il cielo. Nella mano sinistra, alzata all'altezza del cuore e protesa verso di lui, la figura misteriosa teneva una bilancia con due braccia: da una parte c'era una specie di pietra nera spigolosa che esalava un odore di morte e dall'altra parte c'era qualcosa di indefinibile, come una luce o un profumo, che sembrava senza peso eppure riusciva a tratti a sbilanciare la bilancia a suo favore.
Fermo non aveva mai ascoltato né guardato niente con attenzione, né a scuola né in chiesa, e non poteva quindi riconoscere in quell'immagine l'Arcangelo Michele.
Si sarebbe dimenticato volentieri di quel sogno, ma ogni volta che alzava lo sguardo vedeva dinnanzi a sé il fascio di luce della spada. E ogni volta che stava per compiere un'azione di qualsiasi tipo, appariva davanti ai suoi occhi la bilancia: la mattina, quando gli capitava di svegliarsi di buon umore, di tuffarsi in un fiume fresco e mangiare un frutto maturo, vedeva la parte luminosa prendere più spazio e più peso, mentre ogni volta che stava per insultare o malmenare qualcuno, come era solito fare, l'immagine della pietra nera che trascinava giù il braccio della bilancia gli impediva quasi di vedere quello che stava facendo. E questo lo faceva infuriare ancora di più, e la pietra nera diventava sempre più nera e più pesante e la sua puzza era insopportabile.
Fermo non poteva sapere che la pietra nera rappresentava il potere del Drago delle Tenebre, quel famoso drago che gli angeli ribelli avevano costruito per riconquistare il Regno Divino e che l'Arcangelo Michele aveva sconfitto con la spada di luce, precipitandolo oltre allo Spazio Libero, che Dio aveva concesso a Lucifero quando lui aveva deciso che voleva continuare a farsi adorare come dio dagli angeli minori. Questo avvenne prima della creazione della Creazione e lo Spazio Libero era stato un dono di Dio, che aveva scelto di ritirare il suo manto luminoso per lasciare posto a Lucifero e alla sua scelta di libertà. Naturalmente questo spazio, senza la presenza di Dio e del suo amore incondizionato, era freddo e buio, al confronto con il Regno Divino, ma non così freddo buio e duro come il Regno delle Tenebre in cui il drago era sprofondato con Lucifero e tutti i suoi angeli dopo la lotta contro Michele.
Nello Spazio Libero, tra il Regno della Luce e il Regno delle Tenebre, venne creato il Creato, composto di materia nera e fredda e spirito luminoso e caldo, miscelati insieme.
Qui la Luce del Regno Divino poteva penetrare, ma anche il Drago cercava di estendere il suo potere. Agli Angeli e ai demoni, però, non era stato dato il permesso di combattere in prima persona sulla Terra: la Terra era stata affidata agli esseri umani, per i quali Eva aveva scelto la libertà mangiando dal frutto della Conoscenza del Bene e del Male. L'Armonia Divina non aveva dunque il diritto di imporre il bene, così come le Tenebre non potevano pretendere il potere: spettava agli esseri umani scegliere da quale schieramento farsi guidare, giorno per giorno.
Fermo non sapeva che ogni volta che sceglieva di creare dolore attorno a sè stava alimentando il Drago e che il Drago allora gli stava più vicino e aumentava il suo potere sul poveretto.
Fermo non sapeva che quando dormiva, godeva del sole caldo del mattino o del vento fresco della sera, o gustava il pane appena sfornato, il Drago si allontanava perchè è disgustato dalla serenità, dalla gioia innocente, dal sonno santo dei bambini e dai sorrisi di gratitudine.
Nel suo girovagare inquieto, Fermo giunse fino alla terra dei suoi antenati italiani, e qui ebbe un altro sogno: era sulla cima di una morbida collina, a valle vedeva luccicare un fiume sinuoso e oltre alte montagne boscose, dall'altra parte, a poca distanza, un paesino era adagiato, immerso nel sole, contro un cielo azzurro e pulito. Nell'avvallamento fertile ai suoi piedi i campi coltivati seguivano la conformazione dolce del terreno, il paese era protetto da una piccola montagna con un bosco che l'avvolgeva come uno scialle. Dal bosco, in alto e su un terreno incredibilmente scosceso, si ergeva la torre di un castello che sembrava fosse nato direttamente dalla roccia di antica sabbia chiara su cui poggiava.
Nel sogno Fermo era fermo sulla collina, non faceva niente, davanti ai suoi occhi c'era l'immancabile spada di luce che questa volta sembrava sorgere dalle profondità della terra e procedere dritto fino al cielo. All'altezza del suo cuore vedeva la bilancia, ma per la prima volta essa era in perfetto equilibrio. Nel sogno sentiva il corpo, i pensieri e le emozioni proprio così: in equilibrio esattamente nel punto in cui il Cielo e la Terra si incontrano. Una sensazione di grande pace si allargava dentro di lui partendo dal suo centro.
Fermo si svegliò, ancora pervaso dal ricordo del sogno e si mise subito in viaggio alla ricerca del luogo che aveva visto così nitidamente.
Cammina cammina giunse una sera fredda e piovosa in un paesino chiamato Sagliano. Non aveva soldi, ma la gente del posto lo accolse volentieri perchè uno straniero ha sempre storie interessanti da raccontare. Fermo in realtà non fece niente per risultare simpatico e si comportò in modo brusco come al solito, ma nonostante ciò fu ospitato a dormire nella Locanda, il giorno seguente lui in cambio avrebbe dato una mano nella raccolta dell'uva.
All'alba – piovigginava ancora - prese la strada dei campi con un vecchio contadino e... quale non fu la sua sorpresa quando vide la collina dei suoi sogni! 

Si mise a correre come un matto fino a raggiungere la sommità dove si fermò a riprendere fiato e a godersi il paesaggio. Poi si lasciò cadere per terra e si mise a ridere. Il contadino lo guardava stupito. Poi Fermo scese correndo e ridendo, stampò un bacio sulla guancia ruvida del contadino gridando “Grazie!” e si precipitò a raccogliere due rami secchi per poi ripartire al galoppo verso la cima della collina. Piantò un ramo nel terreno dritto verso il cielo come la spada di luce e poi legò l'altro ramo in orizzontale, in perfetto equilibrio come la bilancia.
Si sedette quindi davanti alla croce, che si incrociava proprio all'altezza del suo cuore, e lì rimase, immobile, con gli occhi socchiusi e un lieve sorriso dipinto sul volto.
Da quel giorno Fermo rimase fermo.
Il contadino provò a convincerlo a dargli una mano nella vigna come aveva promesso, ma non ci fu modo di smuoverlo, la gente inizialmente pensò che si trattasse di un pazzo, e aspettò che scendesse, ma dopo qualche giorno qualche vecchina gli portò un po' di cibo e acqua perchè non morisse di fame, lui mangiò, bevve e sorrise, ma non rispose alle domande. Ben presto si cominciò a dire che Fermo forse era un santo. Infatti, da quel giorno, che era proprio l'8 agosto, a Sagliano ci furono solo giornate luminose e fresche, i campi e i frutteti erano rigogliosi, si potè iniziare a coltivare perfino l'ulivo e il limone, piante che normalmente crescono in Nord Africa o nel sud Italia.
E' per questo che a Sagliano c'è il microclima e c'è una chiesetta dedicata a San Fermo.
la Chiesa di San Fermo
Elementi reali:
La Chiesa di San Fermo esiste davvero e viene aperta solo l'8 agosto, Sagliano e i Buschi esistono davvero tant'è che ci abitiamo noi, le rovine del castello si possono ancora vedere, la Locanda è ancora attiva e vitale, il microclima c'è sul serio (guarda le foto di metà novembre, quelle dell'8 gennaio 2011 e del 6 gennaio 2012), degli ulivi ce ne sono ancora un paio, dai musicisti in Canonica c'era una pianta di limone.
La croce di legno sulla collina c'è davvero.

Fonti:
di San Fermo in internet si dice solo che era nordafricano o forse bergamasco, che era un soldato e morì martire e che quando venne bruciato insieme al suo servo Rustico il fuoco si divise disegnando una croce.
Arbitrariamente avevo deciso che San Fermo doveva essere nordafricano, ma guardando la statua mio figlio mi ha fatto notare che doveva essere bergamasco per via del colore chiaro della pelle. Abbiamo stabilito che i suoi antenati erano bergamaschi emigrati in Nord Africa.
Sul motivo per cui San Fermo è da sempre considerato protettore dei bambini la gente del posto non sa dare spiegazioni. Quello che credo è che San Fermo sia protettore dei bambini ( degli adulti) irrequieti.
Tutto il resto è quindi frutto della fantasia mia e dei miei bambini.
Rispetto alla storia di Lucifero pare se ne parli in dei testi ebraici, ma la teoria dello Spazio Libero come diaframma tra la luce e le tenebre temo sia un'invenzione mia, poi tutta la storia della mescolanza di materia e spirito è stata ispirata dal geniale simbolo del tao con lo yin e lo yang che si intrecciano, non credo possa essere attribuita alle religioni monoteiste. L'idea che la sfera luminosa aumenti quando si gode del proprio corpo in modo sano mi sembra molto istintiva, ma non credo ci siano molte visioni del mondo che lo contemplino così esplicitamente come avviene nel Tantra.


1 commento:

Micu ha detto...

leggevo e mi stupivo del contenuto così ricco e risonante con la spiritualità più orientale, con la meditazione, mi stupivo perchè pensavo raccontassi davvero la storia cattolica del santo, avete creato una bellissima versione della storia! Se i tuoi figli si alimentano di simili contenuti non c'è poi da stupirsi che sentano propri i mudra o inseriscano nei loro disegni energie colorate :)