sabato 25 gennaio 2014

Per Dimenticare la Giornata della Memoria

27 gennaio, Giornata della memoria.
A Varzi viene Liliana Segre a raccontare la sua esperienza di sopravvissuta ad Auschwitz.
Non ci vado.
L'avevo già deciso.
Non ci sono mai andata. Non ho mai ascoltato questa signora con un cognome così simile al mio.
Non ho mai scritto neanche niente su questo tema, io che sono così attenta alle celebrazioni e alle date.
Risiera di Trieste, un lager nazista italiano
Io che meno di un secolo fa col cognome che mi ritrovo avrei potuto trovarmi accanto a lei. Anche se per gli ebrei non sono ebrea perchè mia madre non lo è, questo non credo faccia differenza ai fini della Purezza della Razza e non è neanche utile che dimostri che non sono circoncisa.
Allora perchè non celebro in nessun modo la giornata della Memoria? La verità è che la celebro inconsciamente cercando di dimenticarmela.
La verità è che le esperienze dei campi di concentramento che per coincidenza non ho vissuto, mi continuano a tornare alla mente quasi quotidianamente. Ogni volta che ho fame, che ho freddo, che sono stanca, che non ho tempo per me. Ogni volta che sono sazia, mi avvolgo nelle coperte e prendo in braccio i miei bambini.
Ogni volta che posso dire il mio nome a voce alta, senza chiedermi se posso fidarmi o meno di fare sapere le mie origini. Ogni volta che prendo un treno avendo scelto la mia destinazione. Ogni volta che posso chiudermi in bagno da sola. E quando posso lavarmi, magari pure con l'acqua calda. E quando suona la sveglia e resto ancora 5 minuti a letto. E quando mi ammalo e per quel giorno mi riposo. Quando mi prendo il lusso di guardare la gente che dorme per strada a Milano sotto cartoni e coperte e provo compassione e penso a come ci si senta quando il tuo corpo e la tua anima sono così piegati e sei circondata da così tanta sopraffazione da non poter permetterti di compatire gli altri. Quando so dove sono le persone che amo e che quando voglio le posso vedere e abbracciare.
Non sono pensieri di angoscia, nè mi muovono rabbia o per forza dolore. Perchè non mi concentro su quanto sarebbe atroce se la mia vita fosse diversa, ma resto ben centrata su quanto io sia felice di ciò che posso vivere.
Non sono pensieri che mi muovono riflessioni, sul senso o non senso, sul divino o sull'umano, non penso neanche ai miei parenti che ci sono passati vicini, non credo che faccia la differenza essere ebrei, zingari o omosessuali, si tratta di esperienze che l'umanità ha vissuto, appartengono a ciascuno di noi.

E' diverso quando invece un atto di sopraffazione tra esseri umani avviene davanti ai miei occhi. Quando la professoressa dice al compagno "beh a te non te lo chiedo neanche tanto non hai capito niente", quando chi è forte si fa bello umiliando lo sfigato, quando il poliziotto in borghese fuori da un bar in Corvetto prende per il collo il magrebino, gli piega il braccio dietro alla schiena e lo fa cadere in ginocchio spingendogli la guancia contro l'asfalto. Allora divento cieca e allungo il passo, non per allontanarmi, ma per avvicinarmi all'essere spregevole che abusa del suo potere con il preciso intento di spaccargli la faccia.
E' una rabbia senza nome, come quando piove sul mendicante senza gambe del mercato in Guatemala, non sono più io, sento una voce che dice "Non può succedere questo alla Mia Gente. Giù le mani dalla Mia Gente!" Non so perchè mi salgono alla coscienza queste frasi che non sono mie. Chi è la Mia Gente? E' un modo di parlare da ghetto nordamericano forse, o da vangelo? Da Bibbia? Chi dentro di me parla così?
 Io credo sia un negro cresciuto nel conflitto tra neri e bianchi, un negro assolutamente razzista e violento, che crede che il rispetto si guadagni a suon di botte. Io sono così. Io sento il bisogno di spaccare la faccia agli oppressori e non c'è nessun Ghandi che possa fermarmi.
Nella mia vita privata, cioè quando mi capita di essere io presa di mira (capita molto di rado, è vero, ma il professore di ginnastica che ti chiama handicappata tra l'ilarità della classe e l'automobilista che ti insulta, sono esperienze comuni), difficilmente mi arrabbio. Se qualcuno se la prende con me penso che o gli ho fatto qualcosa io e quindi cerchiamo di capire come poter chiedere scusa per la parte che io ho messo nel conflitto, oppure ci deve essere una grande sofferenza sua che lo spinge a cercare di ferirmi, e allora davvero mi viene spontaneo provare pena o anche compassione. Certo è diverso quando a ferirmi sono persone a cui voglio davvero tanto bene e che possono con una frase o un gesto distruggermi, allora sì che ottengono l'onore di vedermi incazzata. Ed è già una dichiarazione di amore (direi che vincono Ale negli ultimi 10 anni e mia madre in quelli precedenti.).
Così dentro di me convivono la saggia risolutrice di conflitti, consapevole e compassionevole e quell'altro lì con dentro una rabbia feroce verso qualunque forma di pregiudizio. Io sono aperta e ben disposta verso tutti: barboni, spacciatori, drogati, malviventi, pazzi, prostitute - giusto per non parlare sempre solo di ebrei, negri, ricchioni e terroni - e anche carabinieri, berlusconiani, testimoni di geova e amanti del lusso.
Ma quando incontro razzisti e prepotenti...penso davvero che ci siano razze inferiori e li vorrei eliminare tutti a mani nude!



Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri miei stranieri. (Don Milani, L'obbedienza non è più una virtù)

Vedi anche
Razza ebraica
I pregiudizi, la patria e quell'imbecille di Aristotele
Il complotto giudaico e gli italiani brava gente

4 commenti:

Enrico ha detto...

Qualcuno deve pur dirlo. E tu l'hai detto in maniera meravigliosa, con la giusta indignazione.

Enrico

coquelicot ha detto...

bellissime righe Charo,che la memoria sia del presente. eppure ci insegue il passato, quel passato.
e quel giorno di gennaio, io mi raccolgo con la musica. http://www.mixcloud.com/LaCoq/shalom-alekhem/

Anonimo ha detto...

ma cosa vuoi eliminare a mani nude femmina, sciacquati la passera e vai a nanna.

Charo dei Buschi ha detto...

uao! sembra che un vero razzista abbia letto il mio post e si sia preso la briga di rispondermi... mi sento molto lusingata!
chissà perchè non si è firmato...spero di non averlo spaventato, io fino ad ora non mai eliminato nessuno a mani nude...