RESOCONTO PER I GENITORI
uscita di ottobre alla Radura sopra a Sagliano
I principali obiettivi che ci eravamo posti direi che sono stati raggiunti:
- vedere se qualche genitore aveva il coraggio di affidarci i suoi figli,
- vedere se si si riusciva a riportare a casa tutti sani e salvi
- capire se i bambini potevano reggere la fatica e fino a dove..
I bambini hanno retto bene la camminata in salita con gli zaini colmi, la notte nel bosco e sono tornati a casa tutti interi, se si esclude un tatuaggio a righine su un avambraccio che però è esteticamente piuttosto gradevole, e il morso di un cane sulla gamba di Simone, che però è maggiorenne ed è un capitolo a parte. Ai bambini è stato spiegato che fuori dalla civiltà e della sguardo dei genitori potevano sentirsi liberi e che se si fosse sentito la necessità di avere regole avrebbero avuto la libertà di scegliersele. Per questo appena arrivati alla radura sopra Sagliano, si sono tutti infilati nei saccoapeli e si sono messi a spettegolare e ne sono usciti solo perchè in effetti era l'ora di pranzo e avevano un po' fame. Nel pomeriggio è stata trovata un'antica pergamena con misteriose indicazioni grazie alla quale è stato rinvenuto il dente di un drago- sebbene taluni abbiano sostenuto che si trattasse di un documento contraffatto e abbiano sospettato che il dente fosse in realtà un sasso, cosa peraltro smentita dalla prova del fuoco che il dente ha superato indenne (poi jonas l'ha calpestato e si è rotto, lui mi ha spiegato che era cariato). Sono state anche lette alcune pagine estratte da un presunto diario di Selvaggia, una fanciulla realmente esistita e vissuta a Oramala... I giovani partecipanti hanno apprezzato l'autogestione delle regole, pur continuando a chiedere “posso?” anche per andare a fare la pipì o bere un sorso d'acqua, e a scusarsi quando all'interno di una barzelletta era necessario dire una parolaccia. Anche sull'ora in cui andare a dormire è stata lasciata libertà purchè il gruppo fosse in grado di valutare le proprie forze considerando di tenerne un po' per il giorno seguente. I ragazzi erano pronti a godersi la loro libertà fino a mezzanotte. Alle 21 hanno chiesto: “è mezzanotte?”.
Solo Simone è rimasto sveglio tutta la notte per tenere acceso il fuoco, non tanto per tenere accesa la stufa che era stata costruita sotto al telo, ma per dare sicurezza ai bambini che avevano espresso un po' di inquietudine rispetto al non avere una tenda in cui chiudersi. La notte nei boschi è andata bene, anche se alle 6 erano già tutti in piedi, forse faceva troppo caldo, visto che c'erano 17 gradi notturni, l'equipaggiamento era da alta montagna e non mancava calore animale: pare infatti che fuori ci fosse il sole ma dentro al telo piovesse.... (se avesse piovuto fuori forse ci sarebbe stato il sole dentro).
I bambini hanno retto bene la camminata in salita con gli zaini colmi, la notte nel bosco e sono tornati a casa tutti interi, se si esclude un tatuaggio a righine su un avambraccio che però è esteticamente piuttosto gradevole, e il morso di un cane sulla gamba di Simone, che però è maggiorenne ed è un capitolo a parte. Ai bambini è stato spiegato che fuori dalla civiltà e della sguardo dei genitori potevano sentirsi liberi e che se si fosse sentito la necessità di avere regole avrebbero avuto la libertà di scegliersele. Per questo appena arrivati alla radura sopra Sagliano, si sono tutti infilati nei saccoapeli e si sono messi a spettegolare e ne sono usciti solo perchè in effetti era l'ora di pranzo e avevano un po' fame. Nel pomeriggio è stata trovata un'antica pergamena con misteriose indicazioni grazie alla quale è stato rinvenuto il dente di un drago- sebbene taluni abbiano sostenuto che si trattasse di un documento contraffatto e abbiano sospettato che il dente fosse in realtà un sasso, cosa peraltro smentita dalla prova del fuoco che il dente ha superato indenne (poi jonas l'ha calpestato e si è rotto, lui mi ha spiegato che era cariato). Sono state anche lette alcune pagine estratte da un presunto diario di Selvaggia, una fanciulla realmente esistita e vissuta a Oramala... I giovani partecipanti hanno apprezzato l'autogestione delle regole, pur continuando a chiedere “posso?” anche per andare a fare la pipì o bere un sorso d'acqua, e a scusarsi quando all'interno di una barzelletta era necessario dire una parolaccia. Anche sull'ora in cui andare a dormire è stata lasciata libertà purchè il gruppo fosse in grado di valutare le proprie forze considerando di tenerne un po' per il giorno seguente. I ragazzi erano pronti a godersi la loro libertà fino a mezzanotte. Alle 21 hanno chiesto: “è mezzanotte?”.
Solo Simone è rimasto sveglio tutta la notte per tenere acceso il fuoco, non tanto per tenere accesa la stufa che era stata costruita sotto al telo, ma per dare sicurezza ai bambini che avevano espresso un po' di inquietudine rispetto al non avere una tenda in cui chiudersi. La notte nei boschi è andata bene, anche se alle 6 erano già tutti in piedi, forse faceva troppo caldo, visto che c'erano 17 gradi notturni, l'equipaggiamento era da alta montagna e non mancava calore animale: pare infatti che fuori ci fosse il sole ma dentro al telo piovesse.... (se avesse piovuto fuori forse ci sarebbe stato il sole dentro).
I due bambini che sono rotolati fuori dal tetto nella movimentata notte spalla a spalla, sono stati risarciti dalla benedizione l'una di vedere una una stella cadente, l'altro di vedere uno scoiattolo (probabilmente parlante).
Gli “istruttori”- così li hanno battezzati i ragazzi- hanno raccontato che l'integrazione è stata buona, che i bambini si sono aiutati tra di loro, e che per questa volta sono sobbarcati un po' di più la parte di costruzione dell'accampamento e della cucina, anche per permettere ai giovani di dedicare energie alle relazioni sociali destrutturate (leggi: spettegolare).
Naturalmente questo resoconto del resoconto è molto risicato e bisogna tenere conto del fattore omertà che lega chi ha dormito una notte insieme nei boschi, non è neanche vero che i bambini hanno solo spettegolato, i più piccoli si sono presi i loro spazi di esplorazione e dal gruppo talvolta venivano proposte autonomamente attività collettive e conviviali, quali “la rissa”, forma antica ed efficace di comunicazione fisica che costituisce per molti mammiferi uno strumento di crescita e socializzazione.
Proposte: i bambini dicono che bisognerebbe stare via molti giorni consecutivi, i genitori dicono che bisognerebbe lasciare i bambini a casa e andare via tra adulti, qualcuno propone di fare esperienze parallele su due radure sorelle con adulti e bambini, si è parlato di preparare percorsi anche sul tema del corpo e degli stereotipi sulle differenze tra i sessi, si è parlato di valorizzare e coinvolgere maggiormente i più grandi in modo che possano in prospettiva sostituire gli istruttori (non la prossima volta!)
jonas tornato a casa la domenica mi ha detto:
"mi è piaciuta molto questa esperienza"
"e che cosa ti è piaciuto più di tutto?"
"farla"
"mi è piaciuta molto questa esperienza"
"e che cosa ti è piaciuto più di tutto?"
"farla"
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