martedì 2 maggio 2017

5. La guerra educativa: siamo davvero contro le guerre?

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Oggi tutti siamo contrari alle guerre e nessuno vorrebbe crescere dei figli guerrafondai, ma prima di dichiararci pacifisti dovremmo farci delle domande...

L'Università Seria di Trieste
Quando ero all'università, nel marzo 2003, in occasione dell'invasione dell'Irak, sorse spontaneamente il gruppo "studenti contro le guerre" che si trovava in riunioni plenarie quotidiane, coinvogliando nella stessa aula individui di orientamenti politici molto diversi, c'erano anarchici, veterocomunisti, un amico che si definiva fascista, qualunquisti, gente genericamente di sinistra, gente inconsciamente di destra, integralisti intolleranti genericamente di sinistra e quei birichini dei disobbedienti (monarchici non so se ce ne fossero). Organizzammo rappresentazioni teatrali nelle piazze e durante le lezioni all'Università Nuova (noi eravamo quasi tutti all'Università Decrepita a studiare cose umanistiche, all'Università Nuova c'erano economia, legge, architettura, le facoltà serie, insomma), ma anche conferenze sulle banche armate e una serie di iniziative che rendevano necessarie riunioni quotidiani (ai tempi non era così comodo usare le mail perchè quasi nessuno aveva la connessione internet a casa e per leggere le mail bisognava andare in università, dove per altro i computer erano tutti rotti per cui tanto valeva vedersi dal vivo.)
Un giorno - la primavera era finita e stava arrivando l'estate, faceva caldo ed eravamo sempre meno nell'aula autogestita, chi era riuscito, in quel pigia-pigia di corpi politicamente impegnati, a trovare l'anima gemella si era silenziosamente ritirato per appartarsi su qualche spiaggetta naturista - uno di noi chiese: ma noi siamo davvero contro le guerre?
I castelli di Duino
La domanda sul momento fece ridere tutti, anche perchè era stata posta da Gaetano, famoso per aver tentato una sera di ottobre di andare da Duino a Sistiana a nuoto mettendo tutti i suoi averi tra cui i vestiti, il cellulare e l'accendino, in un sacchetto della pattumiera opportunamente svuotato e rovesciato e poi legato al costume, salvo poi pentirsi di aver iniziato a nuotare al calar delle tenebre e aver cercato di raggiungere degli scogli, dove sarebbe rimasto tutta la notte se la Principessa del Castello di Duino non l'avesse visto sbracciarsi accendendo l'accendino che nel frattempo doveva essersi asciugato.
Però io ci tenevo a sentire la risposta a quella domanda. Venne fuori che no, quasi nessuno ( a parte forse, io... ma non ne ero così sicura) era davvero contro a tutte le guerre. Tutti concordavano sul fatto che per esempio una guerra come quella della resistenza in Italia era cosa buona e giusta.
Provai a farfugliare qualcosa tipo "Ma Gandhi... la nonviolenza..."
"Sì, va beh, ma Gandhi è Gandhi" è stata all'incirca la risposta sbrigativa che ho ricevuto.
Noi forse non avremmo mai il coraggio di essere davvero non-violenti come proponeva lui, di rifiutare la violenza a costo della nostra stessa vita. Gandhi stesso diceva che laddove si debba scegliere tra codardia e violenza, allora è meglio la violenza. La non-violenza non deve essere uno scudo per la codardia.
Noi che urliamo no alla guerra siamo davvero non-violenti? Lo siamo davvero nella nostra vita? Nei nostri pensieri? Siamo noi stessi, come diceva Gandhi, il cambiamento che vorremmo portare nel mondo? O siamo talvolta più ipocriti e codardi di quanto vorremmo ammettere?

segue....

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