sabato 21 ottobre 2017

4 - Autorizzare la nostalgia ingiustificata




C’è una cosa per cui io sotto sotto invidio i migranti ed è il loro diritto a provare nostalgia.
L’altro giorno una donna marocchina, che vive in Italia da anni e lavora in una delle case dove sono ospitati i rifugiati ai quali sto insegnando italiano, stava spiegando alle mie allieve che è normale che dopo un po’ di anni che si sta lontano da casa la testa non funzioni più tanto bene. “All’inizio ce la fai, devi lavorare, imparare, sistemarti, ma poi dopo un po’ inizi a sentire un gran male qui… tanto tempo senza la mamma, senza il cibo, le persone che conosci da sempre… Io ho qui mio marito, i miei figli, ho un lavoro, sto bene, ma non c’entra, il cuore ti fa male quando sei lontano da casa per tanto tempo e allora comincia a non capire più niente, perchè non sei più qui, il tuo cuore è là”.

Chi ha vissuto la migrazione sulla propria pelle soffre, sempre, anche quando è una scelta libera e consapevole, anche quando si lascia una situazione difficile per una migliore, anche quando si è vincenti, si ha una casa, un lavoro, una famiglia, si è integrati… c’è sempre una ferita più o meno cicatrizzata da qualche parte.
E chi non ha vissuto la migrazione ma è nato e cresciuto in Italia da genitori con usi e costumi, lingua e perfino aspetto italiano, è autorizzato a provare nostalgia? Nostalgia per cosa?
Per il paese dove è nato uno dei genitori in tempi remoti? Per il mare su cui si sono affacciati i nonni dei nonni per generazioni e generazioni? Per le montagne imponenti e le valli verdi da dove provengono i bisnonni? Per luoghi lontani mai visti e di cui magari non si è mai nemmeno sentito parlare in famiglia? Vogliamo allora parlare di fernweh? O forse si tratta solo di uno struggimento indefinito verso qualcosa che non si ha più ma che in realtà non si ha mai avuto e che mai si potrà avere? Un romantico e adolescenziale Sehnsucht?

Se sei nato in un paese che considera stranieri i tuoi genitori (nel caso dell’Italia in verità quel paese considera straniero pure te, se i tuoi genitori non sono italiani), sai benissimo che tu, in quanto seconda generazione, sei privilegiato rispetto alla prima.
Intanto non hai mai dovuto abbandonare il luogo che hai amato, non hai dovuto affrontare tutte le fatiche dell’inizio, l’umiliazione di tornare ad essere come un bambino, di non saper parlare, di non capire, di non sapere come comportarti, di doverti abituare ad abitudini strane, a sapori nuovi, rimpiangendo il passato senza certezze sul futuro. Ma soprattutto hai da mangiare, da dormire, hai vicino a te la tua famiglia. Non sei autorizzato a soffrire. Tanto più se i tuoi genitori hanno sofferto o soffrono, tu devi risarcirli con il tuo successo, con la tua felicità, devi dimostrare che il loro sacrificio non è stato vano. E soprattutto, non sei autorizzato a provare nostalgia. Per cosa, del resto?

segue...
5 - Nostalgia ereditaria
6- Lingua madre e lingua matrigna
7 - I linguisticamente zoppi e i bilingui
8- Test della nostalgia

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