venerdì 25 aprile 2014

Sulle tracce del drago di Sagliano


Salendo verso Sagliano da Altrecase (in che altro modo puoi chiamare un agglomerato di case che non è Sagliano?) si vede sulla destra un terreno franato (noi sappiamo che si tratta di fondale marino) e poco sopra una piccola chiesetta, sorella di quella di San Fermo. E' la chiesa di San Giorgio.
Io non sapevo che lui fosse il protettore di Varzi (l'abbiamo scoperto perchè le scuole sono inspiegabilmente chiuse il 24 aprile).
Noi la sua storia di solito la raccontiamo il 29 settembre, quando si celebra la vittoria dell'Arcangelo Michele sul Drago delle Tenebre, per semplificare mettiamo in scena la storia terrena del cavaliere al posto della lotta nel regno di Luce contro l'invasione degli angeli ribelli (se no poi c'è sempre chi litiga per fare Dio, l'arcangelo etc... e poi, sopratutto, manca la principessa!)

principesse armate
Ma in effetti se ha senso all'inizio dell'autunno raccontare della lotta contro i draghi, perchè la nostra anima ha bisogno di trovare quella forza per poter guardarsi dentro con lucidità e liberarsi di ciò che non le fa bene, allo stesso tempo anche in primavera inoltrata forse è il caso di riportare su un piano molto pratico e concreto quel tipo di impegno tutto spirituale e ideale, cercando di contrastare gli impulsi che la natura risveglia nel nostro corpo (non parlo solo del richiamo dei sensi, ma anche degli sbalzi di umore che questa stagione adolescente porta con sè).

Poi visto che puta caso c'è una storia che non siamo riusciti a concludere che parla proprio dell'alito del drago che a volte soffia su Sagliano, ho pensato che fosse il caso di ripercorrere la lotta di Giorgio inseguito dal drago, arrampicandomi sulla frana che si è creata in quell'occasione.

Sabbia e sassi sono asciutti e costituiscono una superficie quasi solida... ma friabile. Non si può appoggiare tutto il peso su un punto solo, bisogna procedere con piccoli spostamenti, reggendosi con piedi mani ginocchia e gomiti, anche col petto e le cosce a tratti. Mi accorgo che ho scelto la strada più veloce e più ripida, forse un pochino pericolosa. Come sempre.
la pelle del drago
Immagino come doveva essersi sentito Giorgio mentre correva inseguito dal drago che bruciava alberi e cespugli facendo franare la terra.
Sto rischiando troppo? Soppeso il pericolo. Al massimo posso scivolare per qualche metro e sbucciarmi un po' le mani e le ginocchia, e se sto attenta non dovrebbe capitare. Però sarebbe una sciocchezza. Forse è meglio tornare indietro. Ma come spesso accade (a me) questa ipotesi la considero quando ormai rischio meno a procedere che a ridiscendere. Perchè ho avuto bisogno di mettermi in questa situazione?
Sì, avrei potuto non cacciare il mio corpo in questa posizione scomoda, ma del resto quante volte la mia anima si trova in simili frangenti? Allora se il mio corpo sa come affrontare la paura, il rischio, l'instabilità, forse potrà insegnare qualcosa alla mia anima. Del resto se no perchè avrei dovuto scegliere di avere un corpo, con tutti gli sbattimenti che comporta?







Il giorno seguente decido che scegliendo una traiettoria un po' meno scoscesa, i miei bambini avrebbero potuto tentare l'arrampicata con me. Lo faccio con un preciso intento pedagogico.


Ci sono anche i coraggiosi bambini di Carlotta, li avevo avvisati che la strada era un po' difficile, Jonas mi ha detto poi che un po' l'aveva sentita quella sensazione che proveniva dal respiro del drago, quando senti che non non ce la fai più e ti mancano le forze, ma che poi era riuscito a superarla.







Non è stato facile, ma forse proprio per questo eravamo così soddisfatti e felici quando siamo arrivati in cima!






Arrivato sulla sommità della collina, Giorgio si è girato e ha affrontato il drago con il suo scudo di specchio datogli dalla vecchia del Torrente Crenna. Quando la bestia gli ha sputato contro il fuoco, lui ha gridato "Mi ka El!", che non è solo il nome dell'Arcangelo Michele, ma significa "Chi è come Dio?" Questa domanda ha da sempre fatto infuriare il drago (lui avrebbe tanto voluto poter essere come Dio!!).
Dopo aver colpito il drago nel petto con la spada di luce, e averlo visto precipitare nella gola del torrente, Giorgio deve aver corso a perdifiato per un po', si è fermato poi più avanti, dove infatti ora sorge la chiesetta.




I campi seminati franati, trascinati a valle dal poter travolgente del drago e, sullo sfondo, la chiesa di San Giorgio.
















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