Quando si ha la prospettiva di una settimana di "vacanza" in casa con tre figli di età diverse, si sa già in anticipo che qualcuno, a turno, sarà scontento.
O più di uno sarà scontento in contemporanea, ma ciascuno per motivi diversi, chi perchè non vuole che le sue astronavi di lego vengano distrutte e divorate da infanti semoventi, chi perchè le viene proibito di truccarsi come Moira Orfei, chi perchè vorrebbe pucciare le manine nel gabinetto, chi perchè vorrebbe avere una flebo di silenzio.
C'è solo una via di salvezza: il cerchio dei desideri.
Ognuno a turno dice ciò che desidera, si fanno un po' di giri, quanti se ne vuole, vale tutto.
Si distinguono i desideri in 3 categorie:
a) desideri autonomi: sono quelli che non coinvolgono troppo gli altri, come per esempio costruirsi uno scorpione-astronave di lego. Per realizzarlo il soggetto necessita solo uno spazio/tempo in cui non essere disturbato da desideri altrui.
b) desideri a incastro: sono quelli che obbligano gli altri a contribuire o a coordinarsi, per esempio fare la spesa (sì, beh, non è che proprio sia un mio desiderio, ma noi sogni e bisogni li mettiamo tutti sullo stesso piano).
Per realizzarlo sarebbe utile la collaborazione di qualche altro aiutante oltre al piccolo troll infilato nella fascia, che è un po' come avere quattro braccia di cui però due fuori controllo. Se proprio tra i desideri di qualche minorenne c'è quello di non fare la spesa, bisogna trovare l'incastro giusto per fare in modo di trovare asilo presso qualche amico. Oppure si può barattare una collaborazione a un desiderio con la collaborazione ad un altro desiderio.
Il metodo più subdolo però è quello di girare la frittata chiedendo se qualcuno per caso avesse dei desideri di cibo particolari. Nella mia famiglia questa domanda fa luccicare gli occhi e prendere un grande respiro per iniziare l'elenco (basta poi aggiungere: "eccetto le proteine animali" per veder sgonfiare ogni entusiasmo). Quando infine il soggetto da intortare dice "delle patatine?" si assegna vittoriosi il desiderio "fare la spesa" al figlio, ottenendo una carta-desiderio in più da giocare in qualcosa di più entusiasmante di "fare le pulizie" e "farmi la doccia".
Sì, lo so, sono diabolica. Ma una mamma deve anche saper essere diabolica se non vuole soccombere.
c) desideri coinvolgenti: sono quelli in cui gli altri non sono obbligati a partecipare, ma se partecipassero sarebbe molto bello. Per esempio oggi il mio desiderio era quello di raccogliere le erbe magiche per fare l'acqua di San Giovanni da esporre alla luce della luna per poi lavarsi la faccia il giorno seguente. Avrei anche potuto farlo da sola, ma mi sarebbe piacuto di più farlo insieme.
O più di uno sarà scontento in contemporanea, ma ciascuno per motivi diversi, chi perchè non vuole che le sue astronavi di lego vengano distrutte e divorate da infanti semoventi, chi perchè le viene proibito di truccarsi come Moira Orfei, chi perchè vorrebbe pucciare le manine nel gabinetto, chi perchè vorrebbe avere una flebo di silenzio.
C'è solo una via di salvezza: il cerchio dei desideri.
Ognuno a turno dice ciò che desidera, si fanno un po' di giri, quanti se ne vuole, vale tutto.
Si distinguono i desideri in 3 categorie:
a) desideri autonomi: sono quelli che non coinvolgono troppo gli altri, come per esempio costruirsi uno scorpione-astronave di lego. Per realizzarlo il soggetto necessita solo uno spazio/tempo in cui non essere disturbato da desideri altrui.
b) desideri a incastro: sono quelli che obbligano gli altri a contribuire o a coordinarsi, per esempio fare la spesa (sì, beh, non è che proprio sia un mio desiderio, ma noi sogni e bisogni li mettiamo tutti sullo stesso piano).
Per realizzarlo sarebbe utile la collaborazione di qualche altro aiutante oltre al piccolo troll infilato nella fascia, che è un po' come avere quattro braccia di cui però due fuori controllo. Se proprio tra i desideri di qualche minorenne c'è quello di non fare la spesa, bisogna trovare l'incastro giusto per fare in modo di trovare asilo presso qualche amico. Oppure si può barattare una collaborazione a un desiderio con la collaborazione ad un altro desiderio.
Il metodo più subdolo però è quello di girare la frittata chiedendo se qualcuno per caso avesse dei desideri di cibo particolari. Nella mia famiglia questa domanda fa luccicare gli occhi e prendere un grande respiro per iniziare l'elenco (basta poi aggiungere: "eccetto le proteine animali" per veder sgonfiare ogni entusiasmo). Quando infine il soggetto da intortare dice "delle patatine?" si assegna vittoriosi il desiderio "fare la spesa" al figlio, ottenendo una carta-desiderio in più da giocare in qualcosa di più entusiasmante di "fare le pulizie" e "farmi la doccia".
Sì, lo so, sono diabolica. Ma una mamma deve anche saper essere diabolica se non vuole soccombere.
c) desideri coinvolgenti: sono quelli in cui gli altri non sono obbligati a partecipare, ma se partecipassero sarebbe molto bello. Per esempio oggi il mio desiderio era quello di raccogliere le erbe magiche per fare l'acqua di San Giovanni da esporre alla luce della luna per poi lavarsi la faccia il giorno seguente. Avrei anche potuto farlo da sola, ma mi sarebbe piacuto di più farlo insieme.
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