martedì 8 novembre 2016

Parto non assistito... ma perchè? (parte 3)


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Partorire da sola, magari sotto a un albero, vicino a un ruscello era il mio sogno più grande. Uno dei motivi per cui volevo fare un altro figlio. Ad Ale l'idea non piaceva e mi stavo chiedendo perchè nella nostra cultura recente risulti improvvisamente tanto normale fare assistere i padri al parto quando forse sarebbe più naturale essere solo tra donne.                                                     Per fortuna invece al mio terzo parto non ero sola, ero in ospedale, c'era con me un'ostetrica e soprattutto c'era Ale. Senza di lui non ce l'avrei mai fatta, sarei impazzita. Quando arrivava l'onda di dolore mi appendevo a lui come a uno scoglio nella tempesta, senza le sue pressioni sulla schiena nei momenti più duri avevo la sensazione non poter sopravvivere alla fine della contrazione. Quando ero pronta per spingere, gli ho chiesto (non ricordo se glielo ho strillato o se l'ho rantolato) di mettersi dietro di me perchè l'unica cosa che avevo chiara era che volevo stare seduta e non sdraiata e quando arrivava il drago infuocato che mi dilaniava il ventre per farlo aprire buttavo la testa all'indietro tremando e con gli occhi sbarrati mi appoggiavo al suo collo e urlavo con tutte le mie forze... esattamente nel suo orecchio.
Ecco, se volete un ritratto del mio parto cancellate tutte le sdolcinate e mistificatorie immagini che ho pubblicato nei post precedenti e guardate questa statuetta atzeca. Io forse ero un pochino meno composta....                                               Per quanto riguarda poi l'autarchica e balzana idea di prendere mio figlio con le mie mani al momento dell'espulsione, posso garantire che non ce l'avrei mai fatta, non solo perchè avevo la sensazione di non essere padrona dei miei arti, scossi dai tremiti, ma anche perchè tutto quella sequenza di fasi in cui la testa inizia a spuntare e poi viene fuori fino a metà e poi fa una rotazione di lato e poi esce tutta e poi con un'ultima spinta escono le spalle e tutto il corpo....
Ecco, tutto questo processo che viene accompagnato dalle sapienti mani del personale medico, nel mio caso è avvenuto nel giro di pochi secondi e senza nessun intervento esterno. L'ostetrica mi ha detto: "Non spingere, aspetta che arrivi la prossima contrazione, non sei abbastanza dilatata, rischi di lacerarti". Io devo aver ruggito qualcosa di simile a "NON POSSO!!!!" e ho spinto con tutte le mie forze, anche dopo che la contrazione era finita e avrei dovuto attendere pazientemente la seguente.
Il mio bambino deve aver spinto anche lui perchè è stato sparato fuori come un fulmine, tuffo di testa nella vita, acchiappato al volo a mezzo metro da me. 
Ho ancora la visione del suo corpo bianco nella penombra che schizza fuori e annaspa nell'aria come un astronauta. No, non sarei mai riuscita a prenderlo, e chissà dove sarebbe arrivato se non fosse stato fermato. Ecco a cosa serve il cordone ombelicale.
Spero che questa esperienza lo abbia vaccinato e gli abbia tolto preventivamente la voglia di fare bungee-jumping. Anche perchè dopo la fatica si fa a mettere al mondo un umano l'idea che costui metta a repentaglio la sua vita ti fa incazzare come un puma!




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