Sagliano è un paese tranquillo e pacifico. A parte l’invecchiamento allarmante della popolazione e l’abbandono dei campi e delle case vuote che non vengono date in affitto manco a pagarle oro, non ci sono particolari problemi. L’unico vero problema per il quale in effetti sembra giustificata la resistenza che alcuni (spesso non residenti) oppongono all’arrivo di nuovi e giovani abitanti è l’annosa questione dei parcheggi.
Voi forse pensate che questo flagello colpisca solo le metropoli, dove conosco persone che, per timore che gli venga sottratto il parcheggio, non usano mai la macchina, spostandola solo per il lavaggio delle strade, attività alla quale si deve dedicare un’intera serata di appostamenti, agguati e sgommate, con il crick a portata di mano sul sedile anteriore in caso di controversie su chi l’aveva visto prima e chi va via perde il posto all’osteria, e il padrone è ritornato e il posto va ridato, e il padrone è una cicogna e il posto se lo sogna, e se tu non vuoi che io rimanga ti convinco con la spranga.
Inizialmente, per non ingombrare il nostro giardino con le auto (per per forza di cose siamo obbligati a possederne due, dal momento che nessun mezzo pubblico raggiunge Sagliano), ne parcheggiavamo una appena sotto la curva a gomito in salita che precede il nostro ingresso e l’altra nel fazzoletto di terra di 3x4 metri che si trova tra il nostro orto e la casa del nonno Renzo, padre della padrona di casa nostra, quello che ci raccontava i suoi ricordi durante le guerre specificando “non questa guerra, l’altra” per indicare quando si riferiva alla Prima Guerra Mondiale.
Da qualche anno la casa del nonno Renzo è stata presa in affitto dal nostro vicino, che per proteggere la privacy chiameremo Natale, che abita a Milano e viene a Sagliano i fine settimana e durante l’estate con la moglie e il figlio.
Le nostre due famiglie hanno molte cose in comune: innanzitutto veniamo da Milano e amiamo Sagliano; anche a loro piace fare l’orto, solo che loro, pur non abitando qui, ne hanno uno molto più bello e grande del nostro; sono calabresi emigrati al nord come la famiglia di mio nonno; il figlio di Natale condivide con la Mimmi la stessa passione per il gruppo musicale “Le Mondine”, con Jonas l’amore per i Topolino (ce ne ha regalati tantissimi) e con Martin il fascino per le macchinine; io e Natale, per un’assurda coincidenza, ci siamo trovati a lavorare allo stesso progetto di architettura partecipata dal basso per la riqualificazione di Piazza Ovidio a Milano, io in quanto arteterapeuta avevo la missione di costringere le simpatiche vecchiette delle case popolari di via Salomone a prendere parte ad happening creativi in mezzo alla strada, mentre loro con grande dolcezza mi spiegavano che io ed Elena (la capoprogetto) eravamo delle care ragazze ma che loro preferivano ritrovarsi nella sede della loro associazione a giocare a carte, chè per strada c’erano già state tanto, anche quando lì invece di un vialone trafficato c’erano i campi e un laghetto che loro chiamavano “El dorado” nel luogo dove ora sorge l’Esselunga. Natale invece era stato coinvolto da Elena che lo aveva fermato mentre faceva il suo lavoro (dipingere la segnaletica stradale), senza sapere che anche lui era un frequentatore di Sagliano come lei. Sia io che Natale abbiamo fatto molta fatica ad essere pagati e infine io ho deciso di devolvere i 400 euro che mi sarebbero spettati all’associazione che ci aveva ingaggiati, pensando che tutto sommato 400 euro in cambio di un fegato sano fosse un prezzo vantaggioso. Condividere questo genere di karma è una cosa che unisce.
Dal momento che la casa del nonno Renzo non ha il giardino, Natale e la sua famiglia hanno avuto dai padroni di casa (che sono anche i padroni di casa nostra) il permesso di prendersi cura del piccolo piazzale davanti a casa loro, il luogo dove noi parcheggiavamo e dove ci stavano fino a tre macchine. Natale, che è davvero instancabile ed è bravissimo sia come giardiniere che come muratore, ha trasformato quell’angolino di terra in un grazioso giardino ombreggiato, lasciando libero uno spazio per la sua auto. Naturalmente ora è molto più bello e curato di prima, quando era solo uno squallido parcheggio, e siccome la bellezza per noi è più importante della comodità, abbiamo rinunciato di buon grado al nostro comodo posto auto prima della curva a gomito in salita.
Ci rimaneva ancora il pezzettino di terra tra il nostro orto e la casa del nonno Renzo, che in verità non appartiene ai nostri padroni di casa, ma a una signora che non abita più a Sagliano perchè è molto anziana e che è la cognata della signora Mariuccia. La famiglia del nonno Renzo ha un’intera parete cieca perchè per legge non si possono costruire nè porte nè finestre che si affaccino direttamente su una proprietà altrui. Potete ben immaginare quanto ogni generazione abbia fatto a gara per convincere i fortunati possessori di quel pezzo di terra fuori contesto a vendere. Ma qui la terra è ricchezza e non è così facile convincere un autoctono d’altri tempi a venderne una manciata, tanto più che il terreno non è inutilizzo dal momento che talvolta la signora Mariuccia e il signor Angelo ne hanno bisogno come deposito per la legna.
Recentemente Natale ha ottenuto il permesso dalla signora Mariuccia di mettere in quel posto anche la sua legna, per questa ragione noi, che già da tempo avevamo smesso di parcheggiare davanti a casa di Natale, anche in sua assenza, perchè ci era stato fatto capire in modo molto chiaro che non gli faceva piacere, abbiamo smesso anche di parcheggiare in quel pezzettino conteso e ci siamo ingegnati a incastrare entrambe le auto nel nostro piccolo giardino, perdendo così un piacevole spazio giochi e facendo manovre assurde per uscire sulla curva a gomito in salita che ci collega al resto del mondo. Dal momento che per noi il Buonvicinato è un valore sommo, abbiamo adottato questa soluzione col sorriso, preservando le nostre buone relazioni e senza stare a disquisire sul fatto che in quel pezzo di terra ci sarebbe posto tranquillamente per la legna E per altre due auto.
Il problema sorge quando vengono a Sagliano le altre due mamme che hanno preso in affitto insieme e a me e a Gaia la Casa dei Buschi, che è appiccicata alla nostra. La Casa dei Buschi ha il cortile in comune con quello della signora Rosetta, che viene di rado perchè ha più di 80 anni e i suoi figli hanno molto bisogno di lei in pianura. Tecnicamente nel cortile ci si potrebbero mettere un paio di auto, ma non si può perchè non è tutto nostro e inoltre la strada di accesso è di proprietà della signora Rosetta e, anche se abbiamo diritto al transito per scaricare le macchine, preferiamo non entrarci mai perchè su questo tema la signora è molto sensibile e noi non vogliamo suscitare malumori.
Il delicato equilibrio automobilistico si ruppe, qualche settimana fa, quando arrivò Giulia, una delle mamme della Casa dei Buschi, mentre noi non c’eravamo, e trovò il il nostro giardino inaccessibile perchè - scoprimmo poi - Natale aveva chiuso il cancello siccome il vento la notte lo faceva sbattere. Giulia fu dunque costretta a parcheggiare la sua auto nello spiazzo della discordia accanto a casa di Natale e immediatamente la moglie venne ad avvisarla che non poteva farlo perchè loro dovevano metterci la legna “Quando vi serve per la legna? Lo state facendo adesso? Io devo solo scaricare l’auto e poi la tolgo” “Lo faremo oggi o domani, ma comunque voi non potete parcheggiare la macchina qui.” “Ok, allora scarico tutto e la sposto.”
Pochi minuti dopo arrivo io, che ho un colloquio di lavoro a Varzi e scarico Martin addormentato da Giulia per poi ripartire.
Al mio ritorno vittorioso, Giulia mi dice che nello spostare la macchina ha scoperto di avere una gomma a terra. Il gommista non ha dubbi. Si tratta di un taglio netto fatto volontariamente con un coltello.
La cosa che meno vogliamo è creare un clima di sospetto e maldicenze, quindi andiamo direttamente da Natale per raccogliere informazioni. Lui è nel suo giardinetto davanti a casa.
“Ciao Natale, volevamo dirti che oggi è successa una cosa spiacevole: ho lasciato l’auto in quel parcheggio lì e poi mi sono trovata la gomma a terra.”
“Ah, non è possibile. Non è assolutamente possibile!”
“E invece sì, era bucata…”
“Eh, si sarà bucata con qualcosa, anche a me è capitato con la carriola una volta che la stavo usando e….”
“Anche noi credevamo fosse stato un incidente, invece il gommista ha detto che è stato fatto apposta con un coltello.”
“No, no, non è possibile, qui a Sagliano non succedono queste cose…”
“Ma infatti, proprio per questo stiamo cercando di capire cosa può essere successo. Perchè io ho lasciato lì l’auto….”
“A parte che lì la macchina non la potete lasciare perchè noi ci dobbiamo mettere la legna…”
“Sì, infatti tua moglie me lo aveva detto, ma io le ho detto che dovevo solo scaricare le valige e infatti l’ho lasciata lì solo mezz’ora…”
“No, non era solo mezz’ora, erano almeno due ore, e mia moglie ti ha vista poi alla terrazza che fumavi…”
“Sì, non ho potuto scendere subito perchè stavo tenendo il bimbo di Charo”
“Vabeh, comunque noi non c’entiamo niente e poi io comunque non c’ero perchè ero nell’orto e mia moglie nemmeno lo saprebbe prendere in mano un coltello.”
“No, ma noi non stiamo dicendo che siete stati voi, siamo venuti a chiedervi solo per capire chi potrebbe essere infastidito da una macchina in quel parcheggio, perchè non sapevamo che accordi aveste preso con voi la Mariuccia”
“Ah noi è da anni che teniamo sempre pulito quello spazio, ci faccio sempre l’erba. Ma comunque noi non c’entriamo niente, avrà preso dentro un ramo o qualcosa, una volta anche a me è capitato che stavo usando la carriola…”
“Eh, sì, infatti, siamo andati a vedere se ci fossero rami o qualcosa, ma è sempre tutto così in ordine, non abbiamo trovato chiodi o altro…”
Ci accorgiamo che la moglie di Natale sta seguendo la conversazione dalla finestra. “Stiamo cercando di capire cosa è successo alla gomma di Giulia che pare sia stata tagliata - le diciamo alzando la voce nel caso si fosse persa il succo della vicenda - venga giù così ci ragioniamo insieme.”
“No, non è possibile, qui a Sagliano non succedono queste cose - ci risponde lei dalla finestra - e comunque noi non siamo stati.”
“Non stiamo dicendo che siete stati voi, ci mancherebbe, è solo che magari voi che eravate qui avete visto qualcosa, perchè la macchina è stata lasciata qui solo mezz’ora…”
“No, non era mezz’ora, erano almeno due ore!”
“Ok, forse un’ora e mezza, ma che cosa può essere successo?”
“ Eh, magari un chiodo, una volta a mio marito con la carriola…”
“ No, è stato un coltello.”
“Allora saranno stati degli escursionisti o magari dei motociclisti che vengono giù dai boschi, perchè noi non c’entriamo niente”
“No, certo, non vi stiamo accusando, ma voi avete visto qualcuno?”
“Ah sì, mia moglie guarda sempre quando passa qualcuno.”
“E anche nostro figlio Luca si affaccia ogni volta che sente un motore”
“Eh, appunto, è per questo che siamo venuti a chiedere a voi. Avete visto passare qualcuno in quella mezz’ora?”
Luca scuote la testa. “No, assolutamente nessuno - risponde Angela - e comunque era più di mezz’ora.”
Il mistero rimane dunque irrisolto. Nè siamo in possesso di alcun indizio per proseguire le ricerche.
Del resto se anche sapessimo chi è il colpevole, che cosa faremmo?
Non amiamo le faide e i litigi da paese, quindi probabilmente se anche un giorno venissimo a scoprire chi è il responsabile ci limiteremmo a disegnare un enorme simbolo della pace nel suo giardino, usando le cacche di Martin.
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