sabato 14 settembre 2013

Diritto di Asilo per i rifugiati dalle metropoli


Una volta dovevo finire di fare un lavoro e avevo i bambini appesi al collo, presa dalla disperazione ho mostrato loro un video che speravo innocuo, quello dei nanetti che si lavano.
Giulia aveva 2 anni e dopo mezzo minuto ha iniziato a piangere disperata. Perchè?

http://www.youtube.com/watch?v=EKbQlC9zMJk#t=1m42ss

Non mi ero mai resa conto che il povero Brontolo viene costretto con la forza a lavarsi, si tratta di una vera sopraffazione del gruppo sul singolo. Spengo il video e cerco di spiegare alla piccola che i nanetti volevano lavare Brontolo perchè erano convinti di farlo per il suo bene, che erano stati un po' antipatici ma non erano cattivi. Non c'era niente da fare, Giulia era inconsolabile. I suoi occhi erano stati testimoni di una violenza e questo continuava a turbarla.


***
Quando ho scelto di mandare i miei bambini all'asilo sapevo che dovevo accettare tutto il pacchetto. E mi ero ripromessa di non farmi notare subito come diversa perchè i miei figli non fossero discriminati.
E se ogni giorno all'asilo le maestre usano le caramelle come strumento educativo, anche i miei figli mangeranno le caramelle, anche nei giorni in cui hanno l'intestino fuori posto e magari sarebbe meglio se non mangiassero 10 coccodrillini gommosi gentilmente offerti dal compagno.
E se tutti i bambini a merenda mangiano "le schifezzine" e anche le bidelle si mettono a perorare la causa dei poveri figli dei salutisti, anche noi mangeremo le merendine (ogni tanto).
E se all'asilo tutti stanno con le scarpe anche nelle stanze in cui si gioca per terra e i miei figli vengono presi in giro perchè hanno le ciabbattine (visto che le nostre scarpe sono mediamente piene di fango), allora anche i miei bambini se me lo chiederanno staranno con le scarpe, paese che vai usanze che trovi.
E allora va bene anche se all'asilo non escono mai in giardino perchè fa troppo freddo o troppo caldo, c'è troppo vento o ci sono le api, ci si sporca oppure si devono fare i lavoretti col punteruolo per le feste comandate (li fanno le maestre però così vengono belli) o si devono fare le lezioni sugli articoli con i bambini di 3 anni (si dice "le mela, la mela o il mela? A chi risponde giusto una caramella...."- beati i bambini rumeni che nella loro lingua non ci sono gli articoli e così alemno non si carieranno tutti i denti!), oppure si devono compilare i quaderni in cui ci sono anche unità didattiche sull'identità sessuale ("disegna i capelli lunghi alla bambina e i capelli corti al bambino").
Va bene anche che all'asilo dopo pranzo invece di fare un sonnellino o rilassarsi con una storia, delle canzoni o dei disegni, si guardino i filmini che i bambini portano da casa - due minuti per ogni filmino per accontentare tutti, se no i genitori si lamentano che non è tato visto quello portato dal figlio - e che se una mamma (la solita fricchettona rompipalle) propone di fare gratuitamente un'ora di fiabe e relax, le venga risposto che non si può perchè vedere i filmini è una SCELTA DIDATTICA DELLA SCUOLA e che se poi magari una mamma (sempre la stessa ma questa volta travestita da rappresentate di classe) suggerisce di fornire per lo meno qualche strumento di comprensione ai bambini se questi rimangono turbati da alcune scene di cartoni decontestualizzati, la si tranquilizzi assicurandole che le maestre se un bambino piange di fronte a scena di violenza o drammatica (le meastre non sanno quali filimini sono stati portati dai bimbi) gli spiegano subito che E' TUTTO FINTO E NON SI DEVE PIANGERE PERCHÈ LA MAMMA NON È MORTA DAVVERO e se proprio continuano a piangere li si manda da soli nella stanza del sonno al buio con una bidella di cattivo umore perchè lei non è pagata per fare la babysitter ai bambini che dopo il pranzo hanno sonno, e che poi infondo questo problema riguarda solo una classe, solo una maestra, la maestra di quei bambini che non sono abituati a vedere i filmini a casa e sono gli unici a restare incantati davanti allo schermo mentre gli altri, avendo possibilità di vedere cartoni tutti i giorni e non riuscendo a seguire la trama di venti filmini spezzetati, gridano e saltano. Il problema insomma sono quei bambini che pur avendo già tre anni non riescono a distinguere la finzione dalla realtà e si turbano di fronte a scene di sopraffazione o disperazione. Il problema in fin dei conti sono i suoi figli, gentile signora.
O meglio, il problema è lei.

"Comunque sì - mi dice la maestra dopo la riunione, un po' in disparte - è una bella idea quella di parlare coi bambini di ciò che hanno visto, sì, è una bella idea, non ci avevo mai pensato, grazie per lo spunto..." La maestra è gentile, davvero vuole rincuorarmi, è una brava persona, per ringraziarla vorrei passarle di nascosto un foglietto sotto al banco con la definizione di "scelta didattica": perchè non credo che nella Grande Metropoli le insegnanti debbano essere per forza migliori, solo che... non dico tanto però... sì, ecco almeno una certa forma di pudore. Il pudore è un nobile sentimento che caratterizza l'essere umano.

vedi anche:
Il posto giusto dove crescere
Camicia nera


1 commento:

Enrico ha detto...

problemi da genitori... Auguri!