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E allora io mi chiedo: se il dolore del parto non è causato dalla medicalizzazione, dall'ignoranza, dalla paura, dalle scie chimiche o dall'olio di palma... perchè partorire fa tanto male? E perchè il terzo parto mi ha fatto più male degli altri due messi insieme?"Partorirai con travaglio" fu detto a una nostra arcavola. Qualcuno lo ha interpretato come una punizione per aver mangiato il frutto dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male.
Invece per altri le umane soffrono tanto nel parto a causa di quella buffa idea della stazione eretta che ha modificato la forma del bacino e della necessità di far nascere bambini con un cranio già grandino per poter contenere un cervello in grado di gestire tutte le informazioni e le abilità senza le quali saremmo i più imbelli e disabili animali del pianeta.
La spiegazione che mi sono data io è un'altra ancora.
Il parto è un momento di trasformazione rapidissima: nel giro di qualche minuto (o qualche ora nella peggiore delle ipotesi) un essere passa dalla condizione di feto acquatico - o celeste che dir si voglia - alla condizione di umano terrestre e una donna passa dalla condizione di incinta alla condizione di puerpera, per cui da una che era diventa due (perchè un neonato per un certo tempo non è proprio una creatura a se stante). Tutte le trasformazioni profonde hanno bisogno di un tempo organico per essere portate a compimento, ci vuole un tempo per crescere, per imparare, per conoscersi. Solo eventi traumatici cambiano in pochi secondi un essere umano: ti tranci una mano e non ce l'hai più.
Il parto è così. L'utero si è dilatato in nove mesi (non senza dolore, comunque) e ha tenuto stretto il suo tesoro per tutto quel tempo, ora, nel giro di poche ore, deve aprirsi e poi ricominciarte subito a ricontrarsi il più velocemente possibile. Questa velocità è necessaria: meno il bambino rimane impigliato nel canale del parto e meno rischi corre; più rapidamente l'utero espelle ciò che non serve e si richiude meno si corrono rischi di emmoragie e infezioni.
Ad ogni parto il rischio di complicazioni aumenta, quindi anche la necessità di velocizzare i tempi.
Visto da questa prospettiva, l'orribile dolore che ho provato al terzo parto è solo il segno della meravigliosa efficienza del mio organismo.
E intanto mi dicevo: come ho potuto pensare che il parto potesse essere un'esperienza piacevole? Partorire è una cosa orribile! Ora voglio proprio vedere tra quanto tempo comincierà quell'assurdo e benedetto processo mentale per cui nel ricordo il parto diventa una cosa meravigliosa.
I crampi all'utero non erano ancora passati, ed erano così forti da coprire il dolore alla lacerazione che ho iniziato a sentire solo dopo qualche giorno, eppure verso le 9 del mattino, dopo esattamente 4 ore dal parto, guardando il mio cucciolo appallottolato nella sua coperta con la placenta ancora attaccata e ripensando alla sensazione del corpicino che sgusciava fuori come una saetta e mi veniva consegnanto caldino, scivoloso e vivo (!) tra le braccia, ho pensato: è stato meraviglioso!
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